La nomina di Frédéric Vasseur a gran capo della Gestione Sportiva è stata ratificata l’anno scorso proprio in questi giorni. Il francese prese possesso dei suoi uffici agli inizi di gennaio trovando una scrivania piena di pratiche da sbrigare e una Ferrari che usciva ammaccaticcia da una stagione chiusa in forte frenata visto che la precedente gestione, affidata a Mattia Binotto, aveva stabilito di bloccare gli sviluppi della F1-75 e di rinviare all’anno successivo la soluzione definitiva dell’enigma affidabilità.
Con questi fardelli, nonché con la pressione di una dirigenza che aveva alzato l’asticella delle attese oltre i limiti del consentito, l’ex Sauber ha dovuto avviare una ristrutturazione tuttora in corso e che non poteva dare effetti immediati. Il 2023 tecnico-sportivo della Rossa è la perfetta sintesi di un team che sta ancora percorrendo il dolente e necessario cammino del riassetto.
Uno dei primi comparti a cui il manager di Draveil ha messo mano è stato quello strategico. Un fedelissimo di Binotto come Inaki Rueda è stato demansionato e spostato al remote garage di Maranello perdendo di fatto poteri e quell’ultima parola nelle scelte tattiche che oggi spetta a Ravin Jain, l’uomo della provvidenza che, ahilui, non ha provveduto l’auspicato cambio di passo.
Una figura quasi immateriale, che si vedeva all’opera al muretto ma di cui si è raramente sentita la voce, anche quando certe scelte pretendevano spiegazioni il cui onere se lo è preso Vasseur che, come accadeva con il vecchio team principal, ha operato da parafulmine coprendo altrui responsabilità: un’evidente linea di continuità.
Ferrari: parla Ravin Jain
I lunghi silenzi di Jain – imposti dall’alto, sia chiaro – sono stati interrotti da un videomessaggio social in cui l’ingegnere britannico di origine indiane ha fatto un excursus sulla stagione chiusasi tre settimane fa. Di seguito la trascrizione delle sue impressioni.
“Siamo a Maranello – ha esordito Jain in primo piano in divisa rossa d’ordinanza – e stiamo già guardando alla stagione 2024. In fabbrica si sta già lavorando sodo per preparare prossima annata. Guardando alla stagione passata possiamo dire che si è trattato di un anno di opportunità mancate, di alti e bassi. Siamo partiti in Bahrain con un DNF per Charles, ma presto ci siamo ripresi con la pole position di Leclerc a Baku con anche il podio finale”.
“Questo ci ha portati a una sequenza di risultati positivi, specialmente negli eventi Sprint con podi non solo a Baku ma anche in Austria, a Spa e ad Austin. Dopo la pausa estiva abbiamo ottenuto una pole position e un podio nella nostra corsa di casa, a Monza, con Sainz. Siamo stati in grado di vincere l’unica gara al di fuori della Red Bull, sempre con Carlos, a Singapore. Una gara dura in cui abbiamo amministrato sulla Mercedes fino all’ultimo giro. Questo è stato il punto più alto della nostra stagione”.
“Nella parte finale del campionato sono state disputate otto gare in undici settimane passando dall’estremo oriente, all’America e finendo nel deserto di Abu Dhabi dove abbiamo lottato fino all’ultimo giro per il secondo posto nella classifica costruttori”.
Un messaggio social senza guizzi, che lascia un senso di vuoto contenutistico, amara tendenza tipica dell’era della comunicazione rapida, monodirezionale e senza contraddittorio. Un video del quale, onestamente, non se ne sentiva alcun bisogno tenendo conto che il buon Ravin non ha praticamente proferito verbo per una stagione intera salvo poi metterci la faccia facendo un’algida e superficiale cronistoria in cui sono state sciorinate in maniera confusionaria dinamiche che avrebbero avuto bisogno di maggiori approfondimenti.
Perché non tutto ha funzionato nella gestione tattica del team e non farne menzione non nasconde i problemi a cui Frédéreic Vasseur sta tutt’oggi lavorando col suo staff. La rimodulazione dei ruoli operativi non ha prodotto effetti tangibili. I modelli predittivi di Maranello vanno migliorati al di là dell’uomo che guida il comparto strategico.
Il muretto Ferrari continua ad essere l’anello debole del sodalizio (su tutte va ricordata la tattica sciagurata adoperata con Leclerc, ad Austin) e gli interventi fatti in inverno sul personale di riferimento non hanno invertito la rotta. Ravin Jain non ha impresso la svolta auspicata: quel che accadeva con Inaki Rueda si verifica ancora. L’unica differenza – e questo alimenta le speranze – è che oggi non vi sono giustificazioni di sorta da parte di chi gestisce il team.
Ferrari: comunicazione perdente
Ritornando a un video dall’utilità discutibile, la sensazione permeante è che sia stata persa un’occasione. Non sarebbe stato meglio fermarsi sulle topiche per analizzarle e, in una grande operazione trasparenza, spiegare dove s’è attivato il corto circuito decisionale?
Ancora, non sarebbe stato più utile, al fine di una corretta informazione, dar conto, pur senza scendere nei dettagli, di quali sono le strategie messe in campo per limitare difetti che anche nel 2023 hanno limitato uno slancio già ampiamente mortificato da una vettura, la SF-23, che di certo non passerà alla storia?
Da questo atto mancato non si intende desumere nessun macro concetto né una notizia. Si intende semplicemente sottolineare che è stata persa un’occasione per far luce su alcune dinamiche perfettibili nella gestione sportiva della squadra.
Che quelli che sta vivendo il comparto comunicazione della Ferrari non siano giorni felici lo si evince anche dal mancato messaggio di commiato per la morte di Alberto Antonini che del team ha gestito proprio la sfera mediatica per diversi anni. Forse Vasseur dovrebbe mettere mano anche a questo comparto che oggi assume un grande rilevanza.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari