Il progetto 676 della Ferrari è attualmente molto chiacchierato. Non potrebbe essere altrimenti se consideriamo che simboleggia la voglia di rivalsa. Un desiderio che non deve restare tale però, perchè le belle parole alle quali i fatti non corrispondono a poco servono. Per questo il profilo del Cavallino Rampante verso la campagna agonistica di F1 2024 è basso. Impostazione più che necessaria per continuare a percorrere la curva di apprendimento senza voli pindarici che potrebbero disturbare l’impegno profuso. Questo, in estrema sintesi, l’obiettivo mediatico del team di Maranello.
L’unveiling della rossa non verrà effettuato in pompa magna, a quanto ne sappiamo. Una presentazione che prenderà il via un giorno prima di San Valentino, 13 Febbraio 2024, dove l’ultima opera di ingegneria aero-meccanica della squadra italiana fornirà al mondo intero un primo sguardo sulla vettura. Parliamo di una monoposto che vuole stupire, “diversa e corretta”, con un approccio tecnico decisamente più consono ai dettami che regolano l’attuale corpo normativo concernente le wing car.
L’annata conclusa con il terzo posto nella classifica dedicata ai costruttori, alle spalle di una Mercedes che ha sputo ottimizzare il materiale a disposizione battendo la Ferrari, ha messo in luce una miriade di problemi. Alcuni risolti nel corso del campionato, altri impossibili da correggere per i limiti del telaio. Una delle peculiarità della SF-23 era l’incapacità di offrire le medesime prestazione tra qualifica e gara. A serbatoi pieni tutto diveniva tremendamente più difficile e il distacco su Red Bull aumentava in modo inesorabile.
Un aspetto che gli aerodinamici hanno studiato a fondo, in quanto performare come la Red Bull RB19 o addirittura meglio durante il sabato, per poi beccarsi almeno mezzo secondo al giro la domenica, è un ruolo che la scuderia italiana non ha più alcuna intenzione di recitare. Uno status alquanto frustrante perchè essere frenati da diversi aspetti e non sfruttare appieno le potenzialità della vettura durante la corsa lascia l’amaro in bocca. E a poco serviva l’ottimismo del lunedì successivo, dato che la situazione si ripresentava puntuale nel seguente fine settimana di gara.
Ferrari, progetto 676: consapevolezza dei propri mezzi maturata nel 2023
Risolvere un problema in F1 non è cosa da poco, specie se la “patologia” sofferta risulta di difficile identificazione. Tuttavia il raggiungimento del target non pare in dubbio. Queste le informazioni a noi recapitate verso il progetto 676. Per avere una sorta di prima certezza sui fatti si dovrà attendere gennaio, quando diversi incontri all’interno della GES serviranno a fare il punto della situazione prima del riscontro finale che si otterrà solamente in pista. Una serie di focus tecnici per definire almeno sulla carta la competitività della nuova vettura. Si tratta di capire direbbe Mattia Binotto e senza dubbio in quella circostanza qualcosa di più si saprà.
Vincere nel 2024 pare una pretesa troppo alta. Questo in considerazione di un fatto acclamato: Red Bull, la stagione scorsa, in tantissime occasioni ha volutamente tenuto nel taschino parte della sua performance. Lo ha fatto per preservare i bolidi austriaci a livello di affidabilità, in quanto per vincere non era affatto necessario spremere le due RB19. Parliamo di un aspetto che preoccupa gli avversari specie se sommato al fatto che tale beneficio e rimasto fruibile sino a fine stagione benchè durante gli ultimi mesi non siano arrivati aggiornamenti.
Ciononostante il team principal della rossa cerca di guardare con positività il progetto 676. Lo fa memore del recente passato, dove la “calma” nell’affrontare una situazione difficile ha fatto che si che le cose andassero migliorando in maniera progressiva nell’arco della stagione. Un diktat molto apprezzato dalla dirigenza che secondo le informazioni raccolte dalla nostra redazione è piuttosto soddisfatta della scelta effettuata puntando sul manager di Draveil. Una decisione, dopo l’allontanamento dell’ingegnere di origine svizzera, che per molti pareva un semplice rincalzo.
Al contrario il cinquantacinquenne francese ha convinto. Nelle sue mani la squadra ha mostrato una forte capacità di reazione malgrado la perdita di vari pezzi nei ruoli chiave del team. Essere consapevoli della situazione senza andare nel panico ha fornito una chiara sicurezza dei propri mezzi, indispensabile per organizzare la risalita verso la vetta. Una lezione da tener cara per il prossimo anno, dove anche all’interno di un’ipotetico scenario positivo, la freddezza mentale per gestire al meglio una stagione di estrema importanza per la Ferrari deve fare presenza.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari