In F1 non esiste la sola parte tecnica. Ferrari non perde solo per quello. Le componenti da valutare sono diverse in questo sport. D’altronde dobbiamo tenere in considerazione che, all’interno della massima categoria del motorsport, tutto o quasi va deciso nell’ordine dei secondi durante un fine settimana di gara. Scelte che possono cambiare radicalmente il risultato e pertanto, con la necessaria esperienza sotto braccio, vanno prese con cognizione di causa.
Per Ferrari questo concetto risulta alquanto lontano dal proprio modo d’essere. Questa sembra la spiegazione più plausibile. A differenza delle altre scuderie, infatti, malgrado la preparazione tattica non sia da meno, una certa fatica reiterata emerge con prepotenza. Lo fa e lo continua a fare oramai da tempo. Se a questo sommiamo che anche gli sforzi profusi durante l’inverno risultano vani, ecco che una stagione diventa alquanto fallimentare. Esempio? Campagna agonistica 2024.
Il team italiano è avvitato su stesso. Non riesce a liberarsi da questo torpore prestazionale che da troppo tempo abita Maranello. Ci prova da anni, dove le migliori intenzioni fanno sempre presenza ma, alla fine dei conti, quando arriva l’ora di tirare le somme, il frutto del lavoro svolto porta al medesimo esito: perdere. La franchezza di queste prime frasi dell’articolo fanno il pari con l’opinione di Leclerc, conscio del lungo percorso da affrontare per rendere effettiva la risalita verso la vetta.
Il mondiale di recente terminato lo ha deluso. Troppo alte le aspettative in fase di progetto, per poi ricevere una severa batosta già a Febbraio. Mese nel quale, tramite i pre-season test, i protagonisti della Ferrari capirono che la competitività della SF-23 era molto lontana da quella ipotizzata sulla carta. Da qui il ragionamento del monegasco sul futuro: chiudere il gap su Red Bull sarà molto dura considerando il loro valore.
Ferrari pareggia Red Bull con il progetto 676
Leclerc ha ottenuto quello che voleva. Parliamo dell’anelito sempre bramato che riguardava la possibilità di stringere il volante della Ferrari in F1. Ha pure vinto delle gare e nel 2022, per una decina di corse, ha persino accarezzato il sogno di poter lottare al top con il Cavallino Rampante cucito sulla tuta. Ma le favole difficilmente durano nella vita reale e la parola sconfitta, proprio per questo, ancora una volta si stampa sulla retina del ferrarista.
Charles non è uno che molla. Mai lo farà. Continua a giurare lealtà e fiducia alla Ferrari, nella speranza che anche per sbaglio (ironia), prima o poi la GES produca una vettura con le palle. Una monoposto senza punti deboli. Un’auto alla RB19, tanto per intenderci. Contesto nel quale Leclerc saprebbe muoversi agilmente grazie all’enorme talento di cui dispone. Il momento è arrivato? Forse, chi lo sa. A tal proposito un ragionamento in controtendenza va espletato.
La F1 moderna non è più quella di una volta. Banalità a parte, le dieci parole che compongano la frase precedente hanno sì un senso preciso, ma altresì posseggono il così detto rovescio della medaglia. Giusto perchè un pilota non è più in grado di incidere sul risultato come accadeva durante le decadi passate, ci sono altri modi attraverso i quali poter sommare cifre al valore dell’auto.
Parliamo delle pratiche simulative, della ricerca sull’assetto, della capacità di adattamento alle caratteristiche intrinseche dell’auto e, ultima ma non meno importante, dell’abilità comunicativa con gli ingegneri nell’indirizzare gli aggiornamenti in base all’istinto. Sì perchè parliamoci chiaro: l’unico individuo di una scuderia che scende in pista è il pilota, colui che guida in perfetta simbiosi con il mezzo meccanico. tutti glia altri stanno a guardare.
Parliamo di uno step che Leclerc è in procinto di realizzare, visto che la storica scuderia italiana, finalmente dopo troppi anni di attesa, ha deciso di costruire il progetto 676 a sua immagine e somiglianza. Pareggiare l’equazione Verstappen-Red Bull sotto questo punto di vista era altamente necessario. L’unica maniera per costruire un rapporto solido che, una volta raggiunti tutti i crismi tecnici del caso, mette un team di F1 nella condizione di vincere.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari