mercoledì, Dicembre 18, 2024

Ferrari: il relativismo di Charles Leclerc

In F1 è consuetudine che, in un contesto di generale stabilità regolamentare, le vetture che solcheranno le piste del nuovo campionato siano mediamente più veloci delle vecchie. Questa legge – che in Ferrari conoscono bene – vale tuttora. Ossia in quel quadro in cui operano vincoli stringenti come il cost cap e l’Aerodynamic Test Regulation, espedienti che tendono a tenere a freno la fantasia degli ingegneri senza incatenarla del tutto.

Rebus sic stantibus, le monoposto 2024 dovrebbero limare i tempi medi prodotti dai modelli 2023. In questo momento dell’anno, con i motori spenti e il lavoro che impazza in fabbrica tra CFD e simulatori, è un proliferare di numeri, percentuali, previsioni prodotte da analisi che non possono avere basi solide per la mancanza di elementi su cui fondarle. Un giochino al quale preferiamo non partecipare, in linea con la nostra tradizione votata all’analisi valutativa di elementi concreti.

La griglia di partenza virtuale del campionato 2024 si deve necessariamente basare su quanto visto l’anno scorso, specie nella seconda metà del mondiale. Red Bull è la squadra che ha mostrato il potenziale maggiore. Inutile star qui a sciorinare numeri, i record della RB19 sono scolpiti nella pietra. Alle spalle della vettura austriaca si issa la McLaren MCL60 che, dal GP d’Austria in poi e grazie a pacchetti di aggiornamento sempre efficaci, è emersa come seconda realtà tecnica della stagione. 

McLaren Red Bull
La Red Bull RB19 stretta nella morsa delle McLaren MCL60 – Gp Giappone 2023

Quasi un ex aequo il risultato della partita che si è giocata tra Ferrari, comunque apparsa più brillante dopo la sosta estiva, e Mercedes. I due team, nell’arco delle 22 gare, si sono praticamente equivalsi (tre i punti di distacco nella classifica Costruttori, ndr) condividendo tanti problemi e poche soddisfazioni. Anche se lo sfizio di essere l’unica vettura ad aver spezzato l’imperio della RB19 se l’è preso la SF-23 n°55 di Carlos Sainz in quel di Singapore

Per quanto evidenziato nelle righe precedenti, quindi, la partita iridata 2024 si gioca tra questi quattro sodalizi con un soggetto nettamente avvantaggiato sugli altri considerando il margine accumulato e tenendo ben a mente che ha potuto iniziare i lavori sul modello nuovo ben prima degli altri, come ha ammesso lo stesso Christian Horner alla cerimonia di premiazione della FIA in cui Red Bull ha fatto man bassa di trofei.

La RB20, nella sua versione immateriale, sta girando al simulatore di Milton Keynes, strigliata da Jake Dennis, il collaudatore del team che nei giorni scorsi ha fatto qualche riferimento al lavoro svolto: “La RB19 è pazzesca, ma si spera che anche la RB20 sia buona. Posso confermare che al simulatore va piuttosto bene, quindi dovremmo essere a posto per il prossimo anno”. 

Indicazioni molto sommarie che lasciano pensare, come scontato che sia, che la discendente della RB19 sia una macchina più veloce della sorella maggiore. La partita si gioca tutta qua: quanto più veloce sarà? E quanto il terzetto individuato in precedenza (non si esclude a priori l’ingresso di altri outsider come la Aston Martin) riuscirà a progredire in un solo inverno?

Ferrari
Charles Leclerc, Scuderia Ferrari, Gp Abu Dhabi 2023

Aiutandoci con cifre tonde e del tutto inventate, cerchiamo di fare un ragionamento: se la RB20 abbatterà un secondo dal cronometro, Ferrari, McLaren e Mercedes devono toglierne un paio. Semplice semplice, senza arrovellarci in previsioni sbilenche ammantate di scientificità. Per quel tipo di analisi arriveranno tempi maturi e numeri coerenti da processare. 


Ferrari: Leclerc il relativista

Questo tipo di considerazione è stata fatta anche da Charles Leclerc che, parlando degli scenari futuri, si è detto convinto al 100% che la nuova Ferrari sarà protagonista di un passo avanti. “Il problema – ha saggiamente osservato il monegasco ai taccuini di AMuS è che in F1 tutto è relativo. Se la Red Bull trova un altro secondo sembreremo tutti ancora una volta superati”.

Non fa una grinza: logico e disarmante. Il lavoro che attende la Ferrari e tutti gli altri è incredibilmente duro. Non a caso Leclerc e Lewis Hamilton, sul finale del campionato dominato da Verstappen, si erano mostrati titubanti dinanzi all’idea che i loro team potessero davvero colmare tutto il divario prima delle nuova rivoluzione regolamentare che calerà sulla F1 nel 2026. Red Bull – è sospetto diffuso – potrebbe non aver dispiegato tutto il potenziale. Se così fosse il margine da tagliare sarebbe ancora più ampio: impresa titanica

Rispetto alla Red Bull dobbiamo recuperare parecchi decimi sul passo gara, non uno. Questo significa che la mole di lavoro è notevole, ma tutti all’interno del team sono ben consapevoli di quale sia la situazione. Dentro la squadra non ci diciamo bugie ed è per questo che ho piena fiducia sul fatto che prima o poi completeremo il nostro inseguimento”, ha concluso Charles.

Ferrari
un raggiante Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) – dopo aver ottenuto la pole position del Gran Premio del Messico 2023

E’ quel “prima o poi” ad incutere un po’ di paura tra i tifosi ferraristi. Leclerc non può definire un cronoprogramma, non sarebbe serio farlo in mancanza di elementi probatori. Di certo è che a Maranello non si aspettano di risolvere tutti i problemi con la bacchetta magica. Lo staff tecnico imposterà una vettura basata su principi diversi da quelli che hanno operato sulla F1-75 e sulla discendente SF-23. Si proverà ad andare sul sentiero battuto dalla Red Bull sperando di capirne a fondo tutti i principi di funzionamento per tagliare parecchi decimi di secondo.

Se si realizzerà la convergenza tecnica e se Red Bull non avrà nel taschino altro margine tenuto ben celato allora, già dal 2024, le distanze potrebbero assottigliarsi sensibilmente. Ma siamo nel campo delle ipotesi e delle congetture. Quelle che non amiamo fare, quelle da cui si tengono lontana la Ferrari e il suo uomo di punta: il relativista Leclerc.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1, Scuderia Ferrari, McLaren Racing

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