giovedì, Novembre 14, 2024

Ferrari: la svolta tecnica affonda le radici nell’estate 2023

Fermarsi, analizzare, ripartire. Tre azioni che la Ferrari ha svolto e sta tuttora eseguendo. Dopo un anno difficile, chiuso al di sotto del minimo sindacale immaginabile prima che la stagione scattasse, a Maranello si studiano strategie aziendali e si implementano progetti tecnici che siano in grado di portare la monoposto 2024 (per ora marcata dal numero 676) se non in cima alla F1 almeno quanto più vicino è possibile alla Red Bull RB19.

Durante le 22 gare del campionato 2023, nonostante la Rossa abbia “scippato” l’unico trionfo di tappa ai rivali anglo-austriaci, il distacco dalle monoposto blu non è stato mai limato. A un certo punto è stato evidente a tutti che il concept definito nel 2022 e riproposto, affinato ed evoluto, in questa stagione, non poteva garantire né un recupero concreto né una linea di sviluppo su cui fondare il mezzo che l’anno prossimo dovrà vedersela con una concorrenza agguerrita e affamata di vittorie. 

Perché non c’è solo la Red Bull da (provare a) agguantare. Bisognerà difendersi dalla Aston Martin che pensa di aver capito cosa ha limitato la spinta propulsiva vista a inizio mondiale, dalla solita Mercedes che non vuol sentirne parlare di crisi e dalla McLaren che per metà stagione ha quasi sempre avuto la meglio della SF-23

Ferrari SF-23
schema sospensivo anteriore Ferrari SF-23

Ferrari: Gp l’Olanda momento chiave in proiezione futura

Il 2024 della Ferrari è iniziato in piena estate, per la precisione in Olanda, laddove Charles Leclerc sbatte in qualifica e si ritira in gara. Episodi, questi, che derivano anche dall’aver testato cose diverse che alla lunga hanno dato una mano agli ingegneri nel capire verso quale strada muoversi. “La svolta della stagione è avvenuta a Zandvoort. Abbiamo provato cose completamente diverse con le due vetture e abbiamo imparato molto”, ha spiegato il monegasco ad AMuS

Non che nella prima parte della stagione la Ferrari non abbia sperimentato. Ma i test fatti non avevano prodotto risultati utilizzabili per tirar fuori le vetture dalle difficoltà tecniche. “A volte Carlos andava bene, a volte lo facevo io. Altre volte non funzionava nulla. Per questo sembrava che non sapessimo cosa stavamo facendo. Ma abbiamo imparato da ognuno di questi passi”.

Anche questi passi falsi hanno contribuito a capire come sistemare le cose in chiave 2024. “Questo è il meglio che si possa sperare dopo un anno difficile. Purtroppo non abbiamo potuto cambiare molto in questa stagione, ma a medio termine siamo in grado di fare un passo avanti”. Queste le parole che danno speranza sul fatto che la Ferrari possa tagliare un bel po’ di quel margine che la separa dalla Red Bull battistrada. 

La crescita della SF-23 durante la stagione ha permesso a Leclerc di sentirsi più a suo agio con un mezzo che all’inizio era troppo lontano dalle sue corde. Non è un caso che nella fase finale l’ex Sauber sia stato in grado di raggiungere e superare in classifica Carlos Sainz che sembrava essere “più comodo” con una vettura leggermente votata al sottosterzo. 

Ferrari
lo sguardo di Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) a bordo della sua SF-23 – Fp2 – Gp Abu Dhabi 2023

Sono abbastanza soddisfatto di me stesso”, ha osservato Charles che poi ha ribadito quanto la SF-23 gli fosse indigesta: “Le caratteristiche di questa vettura non si adattavano al mio stile di guida. Abbiamo lavorato su questo aspetto per tutta la stagione e pian piano abbiamo trovato una direzione che mi si addiceva di più. Il nuovo fondo introdotto in Giappone mi ha aiutato in maniera particolare”.

Chiaramente, per colpe non sue, Leclerc ha un tasso di trasformazione delle pole position in vittorie molto basso. Questo significa due cose: che le vetture che ha guidato non sono “bestie della domenica” e che lui ha una sensibilità particolare quando c’è da vedersela col cronometro. Ovviamente qualsiasi pilota vorrebbe tagliare per primo il traguardo, ciò che davvero conta, e Charles non fa eccezione: 

Naturalmente una pole position è una bella sensazione. Ne ho già conquistate 23 in carriera. Tuttavia, già il sabato sapevo che la domenica sarebbe stata molto più difficile. Ecco perché le pole non sono più un vero momento saliente”. La cosa migliore della stagione del monegasco, al di là della vittoria nel duello interno che fa bene sempre al morale, è stata quella di aver contribuito a capire la macchina portandola nella direzione che, nel medio termine, dovrebbe servire per tornare a giocarsi le in pianta stabile la pima piazza.


Ferrari fortificata dai momenti difficili

Leclerc ritiene che il suo team si sia fortificato negli eventi avversi e ricorda il recente passato: “Dopo un buon 2019, anno in cui ho ottenuto le mie prime vittorie, volevo di più. Ma è arrivata la battuta d’arresto”. Il riferimento è a quella Ferrari “azzoppata” dall’inchiesta federale che aveva riscontrato problemi di interpretazione regolamentare sul fronte power unit. Il team fu costretto a rivedere alcuni parametri per rientrare nelle norme subendo un pesante arretramento prestazionale. 

Ferrari
Charles Leclerc, Ferrari SF1000, Stagione 2020

Da quel periodo – ha ricordato il pilota della FDA abbiamo imparato che è estremamente importante non perdere la motivazione quando le cose non vanno bene. La risposta della squadra quest’anno è stata incredibile. Nessuno si è arreso. C’è una volontà molto maggiore di cambiare qualcosa durante la stagione. Avendo capito passo dopo passo i nostri punti deboli, la fabbrica si è impegnata a completare prima alcuni aggiornamenti”. 

Abbiamo fatto dei progressi, ma non sono stati sufficienti per ridurre lo svantaggio dalla Red Bull. Per raggiungere questo obiettivo sarebbe stato necessario cambiare altre cose sulla vettura, cosa che purtroppo non è possibile fare durante la stagione“. Budget cap e vincoli ATR non offrono grandi margini di manovra, ragione per la quale la Ferrari non può permettersi il lusso di avviare il prossimo mondiale con un ritardo troppo ampio. 


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1, Scuderia Ferrari

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