Se fosse possibile dividere il campionato del mondo in due segmenti con il Gran Premio d’Austria a fare da spartiacque emergerebbero elementi molti interessanti. Da chiarire subito che in cima alla classifica nulla cambierebbe: la Red Bull RB19 è stata una schiacciasassi nella prima metà di stagione ed è diventata un rullo compressore nella seconda nella quale, a sorpresa, ha lasciato per strada il Gran Premio di Singapore. Nulla che non abbia permesso a Verstappen e al suo team di scrivere una decina (tanto per rimanere bassi) di record della F1.
Le cose davvero interessanti si sono verificate alle spalle dei campioni del mondo. La griglia è stata in continuo sussulto con scuderie a sorpassarsi e risorpassarsi in un duello che ha visto coinvolte Mercedes, Ferrari, McLaren e Aston Martin. Quest’ultima, partita come fosse stata lanciata da una fionda, ha visto via via spegnersi lo slancio ritrovato solo con qualche sporadico sussulto.
La vera sorpresa è stata la MCL60 che, prima del pacchetto evolutivo presentato in Stiria, era un’auto da cestinare. Non lo diciamo noi, l’aveva affermato a chiare lettere Andrea Stella, uno degli artefici della McLaren 2.0 che si sente pronta a sfidare i più bravi della classe già l’anno prossimo. E visto l’incedere degli ultimi tempi non c’è nulla di cui sorprendersi a fronte di tali ambizioni.
McLaren: lo scatto post-Austria è la base per un futuro luminoso
La McLaren è stata capace di passare dal fondo della griglia alla lotta sistematica per il podio. Secondo Lando Norris si tratta dell’inversione di tendenza più grande dell’ultimo decennio. Se così non è, poco manca perché a memoria un recupero così poderoso non sovviene. Il pilota di Bristol ha sottolineato che l’impresa del suo team è ancora più rimarchevole poiché gli attuali regolamenti rendono più difficile recuperare da una posizione difficile.
“Sono così orgoglioso di tutta la squadra che ha fatto una svolta così grande. E’ stata una delle più grandi inversioni di tendenza degli ultimi 10 anni; in un periodo in cui è più difficile che mai far girare l’auto a causa dei tempi contingentati, dei costi della galleria del vento e di tutte queste cose”, ha spiegato Lando facendo un compendio della stagione 2023.
Dopo l’avvio dl mondiale in McLaren c’era come la sensazione che il 2023 potesse essere una sorta di salto nell’ignoto. Il timore che le difficoltà si sarebbero protratte per l’intero mondiale erano più che fondate. “Non sapevamo quanto saremmo migliorati, soprattutto all’inizio”, ha spiegato Norris che ha poi osservato come sia stata la pazienza l’elemento di svolta. Nessuno s’è perso d’animo e, specie dopo il pacchetto di aggiornamenti austriaco, l’accresciuta fiducia è stato un boost molto importante nella crescita che non s’è mai arrestata.
“Ci siamo detti: ‘Dobbiamo essere pazienti, sappiamo di avere delle cose buone in arrivo’. Negli ultimi anni, però, le novità non sempre avevano apportato grandi miglioramenti. Quest’anno è stato tutto il contrario: il progresso si è rivelato addirittura maggiore di quanto ci aspettassimo”.
Il percorso di crescita non può arrestarsi sul più bello. McLaren sa che ulteriori sforzi sono necessari per migliorare un quarto posto che a inizio 2023 sembrava una chimera. Se fino ad ora gli avversari sono stati Mercedes, Ferrari e Aston Martin (alla fine battuta in scioltezza), per l’anno prossimo l’asticella dovrà essere necessariamente alzata. “Sappiamo che possiamo sicuramente ottenere di più lavorando bene in inverno“.
La prorompente ascesa delle vetture color papaya non può far nascondere la scuderia che fu di Ron Dennis, nome che non viene citato per caso perché l’obiettivo, per ora non pubblicizzato, è quello di rinverdire i fasti di un’epoca sportiva straordinaria. Diventare la realtà che nel breve – medio termine riesca ad infastidire la Red Bull è qualcosa di più concreto di una visione onirica.
McLaren: crescita strutturale che spaventa i rivali
Quel che McLaren ha prodotto in pista per buona parte del Mondiale 2023 è frutto del lavoro mastodontico che si stava compiendo in fabbrica già da tempo. Le prestazioni della MCL60 sono la classica punta dell’iceberg. Sotto il pelo dell’acqua c’è una struttura enorme, quella di Woking, che va sviluppandosi continuamente con strumenti, inedite tecnologie e risorse umane sempre più dotate di competenze specifiche.
La galleria del vento di Woking ha preso a funzionare a pieno regime da un paio di mesi consentendo l’affrancamento da quella della Toyota di Colonia che, seppur valida, aveva il difetto di essere eccessivamente lontana e meno interconnessa coi sistemi d’analisi del team. Ora l’impianto è integrato nella storica sede della Contea del Surrey, cosa che dà vantaggi logistici e progettuali che Andrea Stella ritiene possano essere la chiave per lo scatto definitivo.
Ancora, McLaren ha ulteriormente assestato il suo comparto tecnico con acquisizioni di un certo calibro. Dalla Ferrari è arrivato David Sanchez e proprio alla Red Bull è stato strappato Rob Marshall che, dopo un fisiologico periodo di gardening, prenderà possesso dei suoi uffici a Woking il primo gennaio 2024 portando con sé la metodologia che ha consentito agli austriaci di aprire un nuovo ciclo di dominio dopo quello 2010-2013.
Sono soprattutto queste le ragioni sulle quali si fonda l’ottimismo di Lando Norris in chiave 2024. Gli stessi motivi per i quali Red Bull, Ferrari e Mercedes guardano con preoccupazione – e un pizzico di ammirazione – al sodalizio di Woking.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, McLaren