Per la F1 Dicembre è in assoluto il mese più avaro di notizie. Quest’anno, ad animare il tipico piattume che caratterizza i giorni prenatalizi, ci ha pensato la FIA con la sua inchiesta lampo sui presunti giochi di potere dei coniugi Wolff. Dopo la reazione veemente dell’ambiente Mercedes la bolla di sapone ha fatto l’inevitabile fine: si è librata nell’aria per pochi attimi, ha mostrato la sua bellezza ed è esplosa tra migliaia di micro goccioline portate via dalla brezza.
L’unica differenza – piuttosto sostanziale – è che stavolta la questione non si chiude con il poetico scoppio. No, Mercedes vuole andare avanti e sta pensando di chiedere sacrosanti risarcimenti per un’immagine sporcata da quell’ente che, pericolosamente, ha visto in un’inchiesta giornalistica debole e congetturale lo scoop dell’anno imbastendoci su un processo che si è ritorto contro la stessa FIA e il suo numero uno, Mohammed Ben Sulayem, che ne escono ridimensionati e svuotati di credibilità, con una FOM a diventare ancora più potente e tentacolare. Autogol.
Mercedes postula nuovi schemi operativi per adattarsi alla “F1 2.0”
A Brackley, quindi, si lavora in maniera frenetica per capire se e come proseguire da un punto di vista legale. Ma questa non può essere la vera premura, l’elemento in cima alla road map. E difatti non lo è. Mercedes sta operando per ridare forza e sostanza alle sue ambizioni da top team dopo due anni di “inedia sportiva”.
Con un comparto tecnico in piena riorganizzazione sotto la guida esperta di James Allison che ha raccolto il testimone da Mike Elliott ora in gardening e in attesa di nuovi incarichi in altre realtà, gli ingegneri stanno spingendo sul modello 2024 che abbandonerà del tutto il concetto zero sidepod per sposare convintamente la linea tracciata dalla Red Bull.
La W15 dovrà superare tutti i problemi che affliggevano i modelli precedenti: la tendenza a produrre pompaggio aerodinamico della W13 e la generale incapacità di generare downforce della W14. Un compromesso delicato, difficile da raggiungere perché, in pochi mesi, bisogna colmare un gap filosofico di due anni. Non basterà copiare passivamente ciò che ha fatto Red Bull, sarà necessario innovare, compatibilmente con un quadro regolamentare fermo e con un cost cap che, unito al meccanismo ATR, non permettono di battere tanti sentieri tecnici.
Mercedes, dunque, deve rinnovare i suoi metodi operativi visto che, durante gli otto anni di vittorie, poteva sfruttare la sua enorme struttura e la capacità di spesa in ricerca e tecnologia. Il contesto operativo attuale, forse più delle regole tecniche che hanno debuttato nel 2022, è l’elemento che ha frenato lo slancio del sodalizio guidato da Toto Wolff che ha finalmente capito che è necessario impostare nuovi schemi organizzativi più snelli per vedersela con i primi della classe che abitano a Milton Keynes.
Basterà questo per imbastire una stagione in cui potersela giocare per la vittoria con sistematicità? Difficile prevederlo ma, realisticamente, il fieno messo in cascina dalla Red Bull dovrebbe bastare per mantenere un bel margine sulla concorrenza. Il punto è capire quanto sarà grande questo spazio; se ci sarà la possibilità di assottigliarlo mettendo pressione e facendo aprire qualche falla che ogni team, anche il più perfetto, ha quando è pungolato.
In Mercedes sono realisti e sanno che la Red Bull, nel corso del 2023, in virtù del vantaggio tecnico immediatamente emerso, è stata molto docile sul pedale dell’acceleratore dello sviluppo traslando i programmi al modello 2024 che è in lavorazione sicuramente da prima di quanto abbia potuto fare Mercedes che, ad aprile, era ancora alle prese con l’introduzione di un nuovo concetto aerodinamico che prendeva le distanze dal vecchio.
“Hanno iniziato il lavoro sulla macchina dell’anno prossimo molto prima di tutti gli altri – ha spiegato Wolff – Se fossimo stati noi in questa situazione, guardando anche quanto accaduto negli ultimi anni, probabilmente saremmo stati pronti entro luglio con la vettura della stagione seguente. Parlo comunque di un mese e mezzo prima per quanto riguarda il 2024, quindi stiamo parlando di un paio di decimi in termini aerodinamici”.
Mercedes punta sulla convergenza prestazionale
Wolff, che ha incassato la solidarietà di Chris Horner nel controverso caso citato in apertura, non è di certo ciò che può definirsi amico della Red Bull. Tanti i motivi di frizione negli ultimi anni. Cose che però non fanno perdere l’onestà intellettuale e la lucidità nel fotografare i fatti: “Sono il punto di riferimento, capiscono la macchina e aggiungono prestazioni. E’ come se mettessi un aggiornamento aerodinamico sulla vettura e questo si materializza esattamente come te lo aspetti. Così guadagni mezzo secondo”, ha spiegato il manager viennese.
Questo è esattamente ciò che è mancato alla Mercedes negli ultimi anni che non è stata in grado di introdurre aggiornamenti veramente risolutivi. Questo è accaduto poiché si lavorava su una base concettuale non valida. Da questa presa di coscienza è nata la necessità di dover rivoluzionare il modello 2024 che taglierà col passato recente in maniera piuttosto netta.
La speranza di Wolff, in quel difficile cammino che deve portare ad avvicinarsi alla Red Bull, sta nella convergenza tecnica e prestazionale: “Più le normative sono mature, più si può estrarre del potenziale dalla macchina. Forse la nostra curva di sviluppo sarà più ripida perché siamo indietro. Ma si tratta di una teoria industriale, non sono sicuro che questo si possa applicare nel mondo dello sport. Gli ingegneri della Red Bull hanno fatto un ottimo lavoro, sono usciti dai blocchi molto meglio degli altri e hanno un pilota che è al top della sua carriera”.
Un lavoro così efficace da permettere a Verstappen e Perez di vincerne 21 su 22, roba che in Formula Uno s’era vista solo ai tempi di Senna – Prost con la stupefacente McLaren Mp4/4 che lasciò per strada, anche in quel caso alla Ferrari, una sola vittoria. “Alla fine gli altri piloti non sono neppure riusciti ad avvicinarsi a loro, figuriamoci a sperare di vincere il titolo. La Red Bull è stata in una propria galassia. E tutto indica che saranno ancora molto forti nel 2024″.
Queste le considerazioni conclusive di Toto Wolff che sa bene che la montagna da scalare è alta e ripida. Ma, seguendo il sentiero aperto dai rivali, si spera di avere qualche punto di riferimento per ammorbidire l’impresa.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1 Team