La F1 è uno sport veloce. E non solo perché è animato da bolidi che sfrecciano a oltre 300 km/h quasi a sfidare le leggi della fisica che invece sovrintendono rigidamente al comportamento del mezzo. La massima espressione del motorsport è rapida anche nell’abituarsi ai nuovi contesti e a scordare presto quel che è stato. La Mercedes che annichiliva la concorrenza sembra essere uno sbiadito ricordo, eppure parliamo di poche stagioni fa.
Red Bull, nel 2021, ha dato la prima pesantissima spallata al regno della Stella a Tre Punte in quel chiacchierato epilogo di Abu Dhabi. L’anno dopo è giunta la mazzata definitiva, il colpo di maglio che ha spazzato via otto anni di vittorie. Ma non è finita qua: nel 2023 Max Verstappen s’è presentato col rullo compressore e ha piallato tutti. Mercedes è stata doppiata nella classifica costruttori e non ha saputo replicare nemmeno quella singola vittoria che aveva ottenuto con la fallimentare W13 dalle forme strane e filanti.
Morto il re, viva il re. Con la stessa rapidità con cui il popolo accoglie i nuovi governanti, la F1 si è normalizzata al nuovo corso storico che stanno scrivendo i fenomeni di Milton Keynes. Lo scranno imperiale che fu di Toto Wolff è ora occupato da Chris Horner che, come il suo predecessore, deve difendersi dagli attacchi di chi brama quel luminoso sedile.
Tra questi non può non esserci proprio il numero uno della Mercedes che, ferito nell’orgoglio, sta serrando i ranghi per contro assaltare le mura fortificate erette dalla Red Bull. Per questo scopo a Brackley e a Brixworth è stata avviata una ristrutturazione che ha rimesso al centro dei piani il generale James Allison, condottiero in tante vincenti campagne sportive. Un uomo forte che ha il compito di far dimenticare i due anni di guida tecnica firmata da Mike Elliott che ha prodotto idee affascinanti ma sonoramente bocciate dalla pista.
Mercedes: Toto Wolff resta saldamente in sella al team
Qualcuno, osservando dall’esterno i movimenti di cui è protagonista la Mercedes, ha iniziato a dubitare delle capacità di Wolff. Immagine che fa sorridere considerando che parliamo dell’uomo che ha portato le Frecce d’Argento in cima alla F1 facendole restare lì, immobili e quasi incontrastate, per otto lunghe stagioni. Roba mai vista nella storia del motorsport.
Nonostante la flessione innegabile, Toto rimane in sella e si dice convinto che riporterà la Mercedes al suo antico splendore. E c’è da credergli visto che, da co-proprietario del team, ha diversi interessi affinché la cosa avvenga. “No, non lo faccio!“, ha detto Wolff quando gli è stato chiesto se ha mai pensato di dimettersi.
“Penso ancora di poter dare il mio contributo al team nella mia area di competenza. Credo di poter ancora tenere tutto insieme, anche se a volte sono molto emotivo. Ma mi conosco così bene, questi momenti difficili passano. Posso dare il mio contributo. Non ho trovato qualcuno che ha più energia, più grinta, più abilità. Tutti questi fattori credo siano importanti per essere un team principal“, ha spiegato l’austriaco.
Che Wolff abbia ancora voglia di lottare lo si è capito dal recente caso che lo ha visto chiamato in causa dalla FIA, insieme a sua moglie Susie Stoddart, per un presunto passaggio di informazioni riservate. Una vicenda gonfiatasi e sgonfiatasi alla velocità della luce dalla quale è però emerso un Toto battagliero e che ha dimostrato di avere ancora un certo peso considerando che intorno a sé ha visto compattarsi gli altri colleghi direttori di team e la FOM nel suo complesso.
Una storia potenzialmente problematica dalla quale è uscito di slancio in una posizione addirittura rinforzata rispetto a prima che si presentasse. Chiuso questo capitolo, gli sforzi di Wolff, che comunque pensa di adire alle vie legali per vedere la sua immagine pienamente ristabilita, sono tutti orientati a ricompattare l’ambiente di una Mercedes che non intende fare da passivo spettatore anche nel 2024.
Dopo aver riposto in un cassetto il sogno di eseguire la scalata ai vertici della F1 anche per via dell’opposizione di Mattia Binotto, l’ex Williams si è gettato a capofitto nella gestione del suo team che di certo non è in Formula Uno per fare da semplice spettatore. Forse servirà ancora qualche stagione di assestamento, ma la Mercedes ha avviato il cammino che la deve riportare lassù. Almeno nelle intenzioni dei dirigenti dell’equipe.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG F1 Team