Migliorare la perfezione è possibile? No, logica impone che se una cosa ha funzionato in maniera impeccabile non si può renderla ancora più efficiente. La Red Bull RB19 è da tutti ormai considerata la migliore auto che abbia calcato le piste della F1. Lo dicono i numeri e le statistiche. Proprio queste, però, mostrano un buco, una macchia che arriva in un weekend di blackout nel quale i fenomeni di Milton Keynes hanno perso la rotta maestra: Singapore.
La vettura concepita da Adrian Newey ne ha vinte 21 su 22: spaventoso. Ma proprio quel mancato trionfo fa pensare che vi siano ancora margini per rendere migliore qualcosa che la perfezione l’ha rasentata trasformandosi in ogni caso in punto di riferimento tecnico totale visto che gli avversari hanno studiato l’oggetto dei desideri e verso esso, magneticamente attratti, hanno virato o lo faranno nel prossimo campionato.
Red Bull alla ricerca della perfezione
Ma chi ha dettato il passo non può fermarsi se intende ancora illuminare la categoria. In Red Bull sono quindi alla ricerca di quegli altri piccoli e grandi elementi che possano garantire loro di mantenere la distanza sui concorrenti. La fine del periodo sanzionatorio è un fattore che dì certo aiuterà il sodalizio austriaco. Così come l’aver cominciato a lavorare sulla RB20 molto presto; ossia una volta che vantaggio sulla concorrenza era così grande che nemmeno uno tsunami l’avrebbe potuto scalfire.
“Per fortuna avevamo una buona base di partenza, perché se avessimo utilizzato il tempo disponibile in galleria per sviluppare la RB19, questo avrebbe compromesso notevolmente la RB20”. Con queste parole Christian Horner, dopo che il suo team aveva inanellato la ventunesima vittoria stagionale, ha dato conto di un una realtà che di certo spaventa i poveri concorrenti che ancora stanno cercando di raccapezzarsi dopo un 2023 passato a fare gli spettatori non paganti.
Su cosa, nello specifico, Red Bull stia lavorando è un fatto coperto da una spessa e invalicabile coltre fumogena. Ma le aree di intervento, in ogni caso, sembrano orientarsi all’ottimizzazione delle prestazioni in qualifica e alla ricerca di altri punti di carico efficiente, elemento alla base dei successi delle vetture concepite da Adrian Newey da quando la FIA ha deliberato il nuovo contesto normativo.
Max Verstappen, provando a dare qualche indizio, ha spiegato che c’è del margine per una Red Bull che può fare addirittura meglio grazie allo sviluppo della propria auto per la stagione 2024. In pratica una specie di dichiarazione di guerra morbida: non alimentate speranze che la vena aurifera è ancora bella piena.
D’altro canto che la scuderia di Milton Keynes sia la prima candidata a vincere nuovamente entrambi i titoli lo sanno un po’ tutti. Lewis Hamilton e Charles Leclerc, non proprio gli ultimi sprovveduti presenti nel paddock, predicano calma da mesi mostrandosi scettici sul fatto che le rispettive squadre, pur investite da una necessaria fiducia, possano colmare lo spazio che le separano dai fuggitivi. D’altro canto, con il budget cap e soprattutto in presenza di un quadro normativo stabile, è difficile che possano intervenire elementi spariglianti che, d’un tratto annullano il margine incamerato dai campioni in carica.
In virtù della tanto decantata convergenza tecnica che effettivamente si sta realizzando osservando in quale direzione stanno andando i concept delle varie monoposto rivali della Red Bull, si può ipotizzare che il margine possa assottigliarsi. Vero, ma bisogna capire quanto altro ne abbiano nel taschino Newey e compagnia progettante.
Nella factory del Buckinghamshire, sud-est dell’Inghilterra, si sta operando incessantemente per definire gli ultimi dettagli di una monoposto che, come da tradizione, vedremo direttamente durante il primo giorno di test invernali che si terranno dal 21 al 23 Febbraio. “Stiamo lavorando sulla nostra macchina per cercare di migliorarla – ha argomentato il tre volte iridato – Penso che conosciamo anche i nostri punti deboli circa la macchina ed è su questi che cercheremo di lavorare. Proveremo, naturalmente, a rendere i nostri punti di forza ancora più forti“.
I punti di forza su ci può contare RB19 sono noti, ma quali sarebbero quelli deboli, ammesso che ne esistano? Anche se nascosti, secondo il perfezionista Max, ve ne sono: “Naturalmente ci sono dei punti deboli. Guardate il nostro weekend di gara a Singapore. In generale, sui circuiti cittadini, penso che stiamo faticando un po’ di più, come anche a Las Vegas. La bassa velocità non è sicuramente il nostro punto di forza. Anche quando ci sono dossi e cordoli abbiamo dei problemi. Quindi è sicuramente una grande area in cui possiamo migliorare“.
Dettagli che se davvero fossero perfezionati renderebbero la RB20 un carrarmato. La speranza di vedere un mondiale più equilibrato, quindi, passa attraverso la capacità delle squadre rivali di serrare i ranghi sperando magari che Red Bull sia vicina al massimo estraibile dalle vetture di nuova generazione. Se, viceversa, vi sono ancora margini di progresso allora la cosa si fa veramente dura…
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing