Aprire una strada, seguirla senza titubanze, crederci, diventare punto di riferimento, modello, pietra di paragone. Così fanno i grandissimi, così ha fatto Red Bull negli ultimi due anni. Ma non solo. Quando la Mercedes imponeva il suo imperio con vetture dai tratti distintivi molto riconoscibili, a Milton Keynes non si sono mai lasciati tentare dalla copia pedissequa che magari consente recuperi importanti in brevi periodi ma che non può garantire un vantaggio tecnico decisivo.
Il Campionato 2021, quello del primo bersaglio centrato da Max Verstappen, rappresenta la sublimazione di una filosofia votata all’innovazione concettuale e non alla rincorsa della comoda standardizzazione. La RB16B, così come i modelli che la precedevano, aveva una precisa connotazione tecnica, era unica nel suo genere. Questa specificità ha permesso di abbattere il regno della Stella a Tre Punte ed è stata la base logica del biennio dei record dal quale stiamo uscendo ma che potrebbe lungi dall’essersi chiuso.
La scuderia diretta da Christian Horner, in termini di prestazioni, ha acquisito in vantaggio colossale, un ammontare che in presenza di un contesto normativo incatenato sarà difficile da colmare. Ferrari, Mercedes, McLaren e, in misura minore, Aston Martin, sono gli staff che possono provare a serrare le fila di una F1 abbastanza compatta se si elimina la variabile deviante rappresentata dalla Red Bull.
Il concetto è usato e abusato, trito e ritrito ma siamo costretti a citarlo una volta ancora: convergenza prestazionale e tecnica. Ne sentivate la mancanza? E’ questa l’unica speranza per trasformare la Formula 1 nella casa dell’imprevedibilità e dello spettacolo.
Desiderio che potrebbe rimanere nei cassetti di Liberty Media visto che all’orizzonte si profila una nuova rimescolata regolamentare che ha il fine di correggere i difetti degli attuali testi e che, anche se nessuno lo dice, ha il compito di fermare lo slancio della Red Bull. Un po’ ciò che accadde a fine 2021 con la Mercedes che nel nuovo contesto non ha più saputo vincere.
Correzioni massicce sono in cantiere, per questo motivo non si è ancora deliberato il regolamento aerodinamico 2026. Stavolta la F1 non può concedersi altri passaggi a vuoto. Specie se nei prossimi due anni, come si teme, non si dovesse realmente concretizzare la convergenza di cui sopra.
Red Bull teme la convergenza prestazionale
In Red Bull, forse per mettere le mani avanti o forse per paure concrete, ritengono che già dal prossimo campionato i rivali possano fare passi in avanti così sensibili da approssimarsi alle loro prestazioni. Affinché ciò accada esiste una sola via percorribile: quella della mutuazione del concetti definiti da Adrian Newey.
Ferrari, Mercedes o chi per loro non si lanceranno in parabole tecniche inedite. No, useranno stralci del manuale delle istruzioni stilato negli uffici progettuali di Milton Keynes sperando che qualche pagina possa bastare per ricalibrare progetti nati male e sviluppatisi peggio. In Red Bull sanno che l’anno prossimo le nove vetture rivali potrebbero avere un nonsoché di familiare.
“L’imitazione è la più grande forma di adulazione. Credo che la Formula 1 funzioni così. Sono sicuro che l’anno prossimo ci saranno diverse vetture che assomiglieranno alla RB19”, ha detto Horner a PlanetF1 . “Ci vuole sempre un po’ prima che si arrivi a una convergenza di prestazioni (eccola là) dopo i nuovi regolamenti. Quest’anno abbiamo avuto, in momenti diversi, rivali diversi. L’unica cosa costante è stata la nostra prestazione. Sono sicuro che questa dinamica cambierà l’anno prossimo”.
Se convergenza ci sarà, bisognerà capire quanto ne ha ancora il team per garantirsi un margine di vantaggio tale da tenere ricacciati i competitor a distanza di sicurezza. In Red Bull non ci si attende una replica del 2023 in cui sono arrivati 21 successi, sei doppiette, record di vittorie consecutive e altri conseguimenti che sembrano destinati a durare lunghi anni.
Gli anglo-austriaci hanno alzato l’asticella a livelli mai visti prima in Formula Uno. Un’iper-efficienza in ogni settore: strategie, soste ai box, sviluppo della vettura, progettazione aerodinamica, meccanica e motoristica. Tutto affidato alle sapienti mani di Max Verstappen che, andando a memoria, non ha commesso un vero errore limitante in tutto il 2023.
Un martello implacabile che non è affatto pago dei tre titoli di fila e che intende prolungare la striscia sfruttando il vantaggio tecnico che potrebbe essere confermato nel biennio che precederà l’ennesima svolta tecnica che potrebbe, quella sì, erodere le fondamenta del bastione Red Bull.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing