venerdì, Novembre 22, 2024

F1: la ricerca della propria identità tecnica porta a “scelte dolorose”

Haas silura Steiner e lo fa senza mezzi termini. Il patron di F1 della scuderia a stelle e strisce, da una parte ringrazia Gunther per il lavoro svolto in questi ultimi otto anni, mentre dall’altra, in pratica, definisce i suoi sforzi insufficienti. Senza dubbio la “delicatezza comunicativa” non ha fatto presenza, ma d’altra parte molto meglio una cruda verità che le solite parole di facciata. In pratica, Gene, sostiene che per mettere assieme una crescita effettiva sono altri i personaggi a cui affidare le sorti della squadra.

L’opinione pubblica è parsa divisa sotto questo aspetto. C’è infatti chi ha definito Steiner come uno dei peggiore team principal della storia in F1. Un individuo simpatico davanti ai media, sempre molto disponibile, osannato grazie alla serie Drive to Survive, ma incapace di amministrare le sorti di una scuderia. Al contrario altri sostengono che l’altoatesino ha realizzato un buon lavoro, contribuendo non poco alla crescita commerciale del team, salvando peraltro la scuderia dal fallimento durante la pandemia da Covid-19 che ha colpito il mondo intero.

Senza dubbio non è mai semplice giudicare il lavoro di un professionista, specie non essendo a conoscenza degli obiettivi prefissati. Haas ha reso noto un fatto: non è possibile avere una power unit strepitosa come quella Ferrari e arrivare ultimi. La critica ci sta, non gli si può dare torto. L’imprenditore nativo di Youngstown, Ohio, afferma come l’aerodinamica non abbia funzionato a dovere in questi anni, individuando, in sostanza, la scelta di seguire i progetti tecnici di Maranello come causa del mancato rendimento.

F1 Haas
Gunther Steiner, ex team principal team della scuderia statunitense Haas

La verità non è poi molto distante da questo ragionamento. Per questa ragione utilizzare Steiner come capo espiratorio, quando evidentemente tutti erano d’accordo nel “ricalcare” le idee progettuali della rossa, forse non pare del tutto corretto. Le nostre sono solo congetture. Un campo ipotetico sul quale sviluppare la propria opinione. Ma quello che importa veramente, in questo momento, riguarda le decisioni prese per il prossimo futuro, necessarie per realizzare un step verso l’alto, considerando che tra due anni arriverà il nuovo corpo normativo.


F1, Haas: la guida tecnica che si distacca dai dettami della Scuderia Ferrari

Durante le ultime stagioni pare sia nata una certa tendenza in F1. Ci riferiamo alla volontà di collocare individui dal background ingegneristico nel ruolo di team principal. Esempio? Andrea Stella e James Vowles, rispettivamente in McLaren e Williams. A margine dell’allontanamento di Steiner il sostituto “naturale” risponde al nome di Ayao Komatsu. Il nipponico è presente all’interno del squadra dal 2016, sempre al centro delle operazioni tecniche. Chi meglio di lui poteva occupare questo incarico? L’obiettivo mira a portare in prima linea le sue conoscenze per cambiare decisamente rotta.

L’approccio “umano” di Steiner non serviva più. Saper interagire con le persone è importante a livello comunicativo, ma lo è altrettanto l’impostazione tecnica di Komatsu che appunto verrà posta come fulcro sul quale tutto il team dovrà ruotare. È anche vero, però, che team come Mercedes e Red Bull hanno al timone gente come Horner e Wolff, tutt’altro che esperti di tecnica. Bisognerebbe quindi fare una distinzione. Per quanto riguarda Ferrari, per esempio, la mossa di licenziare Arrivabene e collocare al suo posto Binotto non ha funzionato affatto.

F1 Haas
Ayao Komatsu, neo team principal della scuderia americana Haas

Al contrario la guida di Mattia ha fatto acqua da tutte le parti, specie a livello comunicativo. Per questo pare complicato, in questo momento, capire se la mossa pensata da Haas sarà quella corretta. Di certo cambiare il leader di una scuderia con un profilo come quello di Komatsu, significa dare un forte segnale a livello organizzativo. Un approccio totalmente diverso. Una maniera di pensare e operare che partirà da parametri ben distinti.

L’anelito punta a rafforzare il team tramite la vasta conoscenza tecnica del giapponese che, allo stesso tempo, dovrà essere molto bravo nella gestione psicologica dei piloti. In ultima istanza un’ulteriore congettura. Sebbene Haas abbia sottolineato l’entusiasmo nel collaborare a stretto contatto di gomito con il Cavallino Rampante, risulta evidente come il distacco dai dettami tecnici della rossa sia una delle prerogative del nuovo corso di comando. Il tutto per raggiungere una propria identità e non dipendere dalle fortune altrui.

Sotto questo aspetto la mossa pare assai azzeccata, in quanto per non essere una “sola comparsa”, un team di F1 deve tassativamente essere capace di proporre idee. Resta da capire se Ayao Komatsu sarà l’uomo corretto per rendere effettivo il grande piano di ristrutturazione, perchè Gene, come lui stesso a dichiarato alla stampa, era parecchio stanco di vedere le sue creature negli ultimi posti della classifica iridata.


Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz

Immagini: Scuderia Haas

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