In F1 nessuno può mollare il colpo, nemmeno la strabiliante Red Bull. Questo il pensiero di Allison, responsabile tecnico della Mercedes. La sua opinione illustre è rispettabile, d’altronde il vero esperto della massima categoria è lui, non certo noi. La nostra congettura odierna parte da un presupposto che andremo a illustrare in seguito. Prima diamo addito e ragioniamo sulle parole dell’ex ferrarista, tecnico preparatissimo che ha riportato speranza e voglia di fare all’interno della fabbrica tedesca.
Le nostre informazioni al riguardo dicono questo. La credibilità del gruppo di lavoro era scesa parecchio. Lo schiaffo relativo all’impostazione “Zero Pod” aveva deluso tutti. Una scelta che ha portato la scuderia pluripremiata a perdere e imbruttirsi negli ultimi due anni. Ma torniamo al presente. James la sa lunga. Il britannico è di nuovo al timone degli ex grigi da molti mesi, giusto in tempo per forgiare e indirizzare il progetto 2024 che, il 14 Febbraio, svelerà le sinuose linee della Mercedes W15.
Una vettura profondamente diversa dalla progenitrice. Concetti che convergono verso la filosofia Red Bull senza risultare una copia carbone. Un’opera di ingegneria aero-meccanica che vuole comunque osare, senza però rischiare troppo. D’altra parte imitare chi sta avanti significa restare sempre un passo indietro e questo la squadra di Brackely lo sa bene. La grande capacità di reazione è stata ancora una volta chiamata in causa, non ci resta che attendere per poi valutare.
Nel mentre cerchiamo commentiamo Allison. Un parere come detto distinto, raffinato, che la Scuderia Ferrari ha deciso di cestinare troppo presto, diversi anni fa. Con il supporto dell’inglese in Via Abetone inferiore 4, infatti, con ogni probabilità la rossa non avrebbe sofferto così tanto perché dopo Newey, genio incontrastato della F1, un tecnico organizzato e così bravo nell’individuare problemi e poi risolverli, difficilmente si trova all’interno del paddock.
Mercedes crede nella “resurrezione”. Si attende la pista che svelerà il valore della F1 targata 2024
Sebbene Red Bull abbia inanellato una serie di vittorie impressionanti nel 2023, 21 gare su 22 a disposizione, dormire sogni tranquilli non è concesso. Questo perché nessuno sa, nemmeno i campioni del mondo in carica, quello che le altre scuderie hanno in serbo per il prossimo futuro. Essere fiduciosi in tal senso rasenterebbe la pazzia, visto che la parte di equazione conosciuta non risulta sufficiente per definire le performance altrui. Questa la buona teoria di James, peraltro esposta con sommo giudizio.
Allison perora “la causa” suggerendo che, perlomeno dal mero punto di vista tecnico, nessuna squadra di F1 è scevra da apprensione in questo momento dell’anno, nemmeno se si chiama Red Bull e recentemente ha frantumato una pletora infinita di record. Oltretutto c’è un fatto da considerare. Sebbene una volta messa in pista la propria vettura le più rosee aspettative facciano presenza, sino a quando il confronto diretto con i rivali non avviene, sbilanciarsi su qualsiasi commento competitivo risulta assai imprudente.
Per contro c’è chi sostiene una teoria. Red Bull non sviluppa la monoposto dalla scorsa estate. Il motivo è semplice: la RB19 poteva beneficiare di un vantaggio tale che li ha concesso di continuare a vincere, anche se in maniera meno vistosa, e al contempo dedicare anima e corpo al 2024. Questo significa che le risorse allocate verso il prossimo campionato sono state maggiori. E allora siamo ancora senza speranza? Un’altra campagna agonistica dove la squadra di Milton Keynes dominerà?
Rispondere al quesito è impossibile. Tuttavia dobbiamo considerare che gli uomini capeggiati dal tecnico di Stratford-Upon-Avon hanno iniziato prima a lavorare sulla vettura e, come indicato in precedenza, lo hanno fatto potendo profondere sforzi maggiori in quanto poco o niente c’era da correggere. Si trattava di migliorare ancora, frase di quattro parole che apre a un’altra considerazione. Perfezionare una monoposto quasi perfetta rendendola ancora più rapida, senza un cambio regolamentare, risulta semplice?
A ragion di logica no. Molto più facile per chi rincorre e ha capito i propri sbagli, realizzare uno step competitivo più ampio. Su questo punto poggia l’auspicio degli sfidanti, dove Mercedes pretende abbandonare la fila dei disillusi. Un salto tecnico possibile sul quale costruire le fortune future del team tedesco, tenendo sempre presente che Ferrari e McLaren stanno percorrendo il medesimo sentiero. Un cammino zeppo di incognite che però, al contempo, esalta le capacità cognitive di Allison.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Oracle Red Bull Racing – Formula Uno