Ferrari deve risalire la china in F1. Troppo brutta per essere vera la scuderia italiana che da oramai più di sedici anni non vince. Al contrario perde a ripetizione con una continuità degna di record. Lo ha fatto anche nelle annate dove il progetto tecnico non era affatto da buttare, figuriamoci nella stagioni più “sfortunate”. In Formula Uno è tutto tremendamente difficile. Molto di più di quello che può sembrare. Per aprire un ciclo vincente sono diversi i provvedimenti da centrare.
Il Cavallino Rampante ci sta provando. Questo l’obiettivo di Frederic Vasseur che poco più di dodici mesi fa è arrivato a Maranello proprio per dare vita a un ciclo. In molti hanno definito il suo approdo come manovra di ripiego. Un ingegnere capace ma non brillante. Un traghettatore, insomma, considerando che dopo l’addio di Mattia Binotto nessun fenomeno era libero. Beh… niente di più sbagliato. L’eforato ferrarista non sarà di certo perfetto, ma senza dubbio ha le idee chiare sul da farsi.
Per questo è stato preso il transalpino. Un uomo dal carattere amabile ma che allo stesso tempo sa essere molto duro. Un individuo che sa guardare alla scuderia con una visione di insieme ampia, nel tentativo di rinforzare tutte le aree del team. Creare quella coesione necessaria tra i reparti e contestualmente rafforzare il gruppo di lavoro. Il carrello della spesa è ancora aperto. Diversi gli ingegneri sotto il punto di mira, oltre a quelli già arrivati e quelli in attesa di poter incidere.
Negli ultimi giorni si è parlato del calendario di F1 2024. Una sfilza di gare innumerevoli dove, come sempre, l’amministrazione del capitale umano sarà cruciale per la buona riuscita dei compiti. Fondamentale in questo senso l’organizzazione delle risorse. Il manager di Draveil sa cosa fare. Ha stillato un piano per ottimizzare il “patrimonio umano” su vari fronti. D’altronde non potrebbe essere altrimenti, quando gli sforzi profusi per dare il massimo sono di grande entità.
Ferrari, F1 2024: Vasseur prepara l’organizzazione stagionale
Una tematica assai importante in F1 riguarda il personale e il suo conseguente rendimento. All’interno del paddock i così detti “brocchi” non fanno presenza. Il divario tecnico tra le squadre è spesso prodotto dalla capacità di tradurre su pista le capacità cognitive. Ogni piccolo dettaglio pesa quanto un macigno se non gestito a dovere. Un argomento che la storica Scuderia Ferrari sta cercando di porre al centro del progetto 676, come una delle linee guida per il prossimo futuro.
Gli errori osservati nell’ultimo appuntamento iridiato 2023, ad esempio, Gran Premio di Abu Dhabi, erano alquanto previsibili. Si arriva a fine anno esausti e racimolare le forze mentali non è mai semplice. Per questo Vasseur ha deciso di mettere in atto una rotazione per quanto concerne il capitale umano che lavora a bordo pista nell’arco del campionato. Per di più sarà rinfornata la schiera di meccanici.
Il target mira alla creazione di un gruppo supplementare che possa gestire le vetture in fabbrica, alleggerendo il pesante lavoro di chi passa giornate intere nei garage in giro per il mondo. Uno scenario che apre a diverse congetture, in quanto per Frederic la F1 moderna è sempre più frenetica e non essere preparati anche a livello numerico significa perdere occasioni per fare bene. Evitare, ad esempio, viaggi inutili per tornare a casa, quando dopo pochi giorni ci si dovrebbe mettere nuovamente sull’aereo.
Il giusto riposo per garantire lucidità e brillantezza, perché lavorare sotto eccessivo stress, con una mole di ore sulle spalle esagerata, significa aumentare notevolmente le probabilità di sbagliare. Contesto ipotetico che Ferrari non può permettersi. Non sarà facile amministrare il tutto ma una cosa è certa: sotto questo aspetto il team italiano non si farà trovare impreparato. Al contrario, una precisa organizzazione è in atto.
In ultima istanza commentiamo un aspetto che durante l’ultima settimana ha fatto parlare non poco. Si tratta dell’immarcescibile Rory Byrne, tecnico sudafricano classe 1944. Il settantanovenne nativo di Pretoria ha dimostrato tanto valore all’interno della sua carriera ma da qualche anno è oramai andato in pensione. La cosa buffa è il continuo richiamo della stampa verso le sue prestazioni. Pari infatti che ogni anni, proprio durante la pausa invernale, le sue consulenze alla Ferrari siano necessarie.
La voglia di “scongelare” Rory ha francamente stufato. Si parla di una risorsa enorme che appunto, ogni anno, in questo periodo, prenderebbe forma a Maranello per “assessorare” la scuderia modenese. Un narrazione tossica per acchiappare click e vendere giornali che francamente, oltre a scocciare, prende per il culo il lettori. Andava detto e ancora una volta lo abbiamo fatto, per buona pace di chi persiste in questa pratica velenosa e alquanto stupida.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari