All’interno della F1 il nome Ferrari non vale quanto quello degli altri. L’accezione non è negativa in questo caso. Al contrario, al di là dei risultati ottenuti in pista, il team italiano desta sempre un interesse maggiore rispetto al resto delle squadre concorrenti. Lo fa per vari motivi tra i quali la storia legata al marchio, la marea di supporter presenti in tutto il mondo e il fascino nel vedere trionfare l’unica scuderia italiana contro il “blocco britannico” che occupa la quasi totalità della massima categoria del motorsport.
Purtroppo però, lo sappiamo bene, parliamo della classica arma a doppio taglio. Perchè d’altronde quando tutti gli occhi sono puntati su di te, le aspettative sono sempre altissime. Non potrebbe essere altrimenti. E allora succede che arrivare secondi è la più grande e cocenti delle sconfitte, figuriamoci classificarsi terzi o peggio ancora. Gestire uno scenario del genere non è affatto semplice, specie quando il titolo non vede Maranello da più di sedici anni.
Essere “speciali” in certe occasioni fa tutto tranne che facilitare il compito. Soprattutto in uno sport tremendamente competitivo come la F1. Avere sempre il dito puntato contro, sentirsi giudicati ogni giorno, rende il già di per se complicato lavoro di tecnici e ingegneri ancor più difficile. Fare quadrato all’interno della factory e tirare su un muro virtuale è quindi cruciale, per proteggere le proprietà intellettuali che ogni giorno lavorano per raggiungere l’obiettivo.
Ferrari: Horner mette pressione sulla rossa
L’introduzione dell’articolo racconta una situazione ben nota. Quelli bravi delle altre scuderie, in questo caso parliamo del team principal della Red Bull, sanno sempre tirar fuori le parole giuste per veicolare l’informazione, specie quando le notizie scarseggiano. Christian Horner da mostra di quanto detto parlando della rossa, in relazione alle aspettative future. Lo fa “prostrandosi” di fronte a sua maestà il Cavallino Rampante, sostenendo che quella italiana sia una scuderia diversa dalle altre. In pratica è come se si parlasse di una “Nazionale”.
Poi aggiunge un’opinione personale su Vasseur, definendo il transalpino come un tecnico capace e competente. Nel farlo definisce i media nostrani “brutali” e possiamo dire che tutti i torti non li abbia. Questo perchè ogni piccolo passo del team modenese è scrutato con estrema attenzione. Tutto vero. Strano che lo “Spice Boy”, però, dimentichi di menzionare la stampa britannica che ha fatto e fa molto di peggio sulla Ferrari. Senza esclusione di colpi, possiamo dire, specie quando una monoposto italiana si gioca il titolo contro una inglese.
La disamina del britannico prosegue in relazione alla “presunta” risalita tecnica che le diverse squadre di F1 devono affrontare per chiudere il gap sulla squadra di Milton Keynes. Uno step necessario che secondo Christian non è così grande come potrebbe sembrare. La sua teoria è la seguente: a metà di questo nuovo ciclo normativo, la curva di crescita in merito alle prestazioni non ha più una grande spinta. In pratica, sostiene che i “pezzi da 90” siano già stati spesi al contrario delle altre scuderie.
La continuità regolamentare sotto questo aspetto è vista come svantaggio perché, secondo Horner, messo da parte il primo biennio normativo, Red Bull si appresta ad affrontare un punto di “crescita decrescente” per quanto riguarda gli sviluppi, aspettandosi una forte riduzione del vantaggio acquisto durante il 2024. La sua congettura come tale va rispettata. Tuttavia vale la pena ricordare che difficilmente, per non dire mai, senza un cambio regolamentare massiccio un team dominante ha iniziato a perdere.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – Oracle Red Bull Racing