mercoledì, Dicembre 18, 2024

Ferrari: la favola della “parità di trattamento” nel progetto 676

Ferrari ha una necessità per il prossimo futuro: tornare a vincere. Progetto 676 che proprio in queste fredde settimane di Gennaio è in via di definizione. Siamo alla fase di assemblaggio della vettura 2024 che, al momento, non è ancora stata “apostrofata” con un nome. Una sigla che sebbene tarda ad arrivare. Alcuni hanno ipotizzato la continuità, SF-24, altri invece sostengono che si potrebbe tornare al recente passato: F12024. Ma qualsiasi nome gli venga aggiudicato non avrà poi troppa importanza, in quanto quello che realmente conterà riguarda la competitività che la monoposto saprà mostrare.

Tante le novità tecniche che abbiamo riassunto proprio nella giornata di ieri, tramite uno scritto dove peraltro mettiamo in luce un aspetto molto importante. Parliamo della necessità di riacquisire un certo peso ai tavoli che contano, caratteristica imprescindibile per una scuderia di F1 che pretende tornare ai vertici e perché no vincere. Attualmente il “valore politico” della rossa è molto basso, se non pari a zero. Uno scenario inaccettabile che per forza di cose va corretto. Ci sta lavorando su, il Cavallino Rampante, a quanto ne sappiamo.

Nel mentre però arriva il terzo campionato targato wing car. Le impostazioni aero-meccaniche del corpo normativo vigente sono mature. Di fatto stanno convergendo verso l’approccio Red Bull, unica scuderia capace di scrutare tra le pieghe normative e azzeccare alla perfezione i dettami tecnici più fattuali. Copiare le opere austriache a menadito non funzionerà, mentre prendere spunto dalle idee di Adrian Newey sicuramente sì. Lo ha fatto Ferrari che il 13 Febbraio non vede l’ora di svelare al mondo la vettura della rinascita.

Ferrari progetto 676
il velo ipotetico che copre la Ferrari 2024

La campagna agonistica 2024 vedrà ancora una volta la collaudata coppia LeclercSainz. Parliamo di piloti giovani, rapidi e con la testa sulle spalle. Errori ne hanno commesso e senza dubbio, come il resto dei colleghi, ne faranno altri. Tuttavia possiamo definire i “due Carlo” una coppia molto affiatata, considerando che la relazione lavorativa e non tra di loro è assai buona. Questo sebbene una differenza scenderà in campo dalla prossima stagione: la parità di trattamento, infatti, secondo le nostre informazioni non farà presenza in tutto e per tutto.


Ferrari vuole crescere e giustamente si affida a Leclerc nel progetto 676

Frederic Vasseur è un condottiero forte. Un uomo tutto d’un pezzo, come si suol dire, capace di affrontare petto in fuori le varie avversità ereditate dal fallimentare mandato Binotto. Una situazione limitante che in maniera progressiva è stata corretta. All’interno di questo scenario la questione prima guida è importante. Ferrari ha capito che per tornare in alto e avvicinarsi a Red Bull, la tattica relativa ai ferraristi doveva mutare sotto certi aspetti. Per questo il nuovo progetto 676 nasce sotto precisi diktat.

Sebbene ingegneri e tecnici di Maranello abbiano pensato la vettura con l’obiettivo di renderla più veloce possibile, un occhio di riguardo alle indicazioni del monegasco c’è stato. D’altra parte, parliamoci chiaro, puntare sul “cavallo” più forte non è poi così strano. Al contrario supportare al massimo chi pensi possa offrire più benefici risulta alquanto normale in F1, un mondo elitario dove ogni piccolo dettaglio può fare tanta differenza. Questo non significa che Sainz sarà messo da parte, ma è piuttosto chiaro che la storica scuderia italiana punterà forte sul monegasco nel prossimo futuro.

Ad esempio lo testimonia il differente trattamento contrattuale a livello economico. Charles nella sua carriera ha dimostrato qualcosa in più rispetto a Carlos. Quel “quid” che il talento di Monaco sfodera nei momenti più difficili, spesso un a sorpresa, acciuffando all’ultimo secondo risultati inaspettati. Un tratto distintivo che lo spagnolo non ha o per lo meno, se in parte lo possiede, la sua entità è senz’altro minore se paragonata a quella del collega. L’unico che non sembra essersene accorto è proprio il madrileño. Lo si evince dalle sue dichiarazioni che, ragionandoci su, possono far pensare come l’iberico cerchi di convincere l’opinione pubblica su questo fatto.

Ferrari progetto 676
Carlos Sainz e Charles Leclerc, Scuderia Ferrari, Gp Italia 2023

Se domandi nel paddock quale può essere un punto di forza di una scuderia, in molti sosterranno una coppia di piloti velocissima“. La teoria di Carlos ci sta. Non può certo essere considerato un aspetto negativo. Eppure, di solito per non dire sempre, la squadra che trionfa ha una prima e una seconda guida, questo ci insegna la storia della F1. Basti pensare che Red Bull, malgrado l’enorme vantaggio tecnico a disposizione, ha scelto di puntare negli ultimi anni solo su Verstappen, fornendo all’olandese il supporto totale. Daniel Ricciardo era ingombrante e proprio per questo è stato rimosso.

Mercedes, durante gli anni del dominio assoluto, si è potuta permettere una lotta interna fratricida, Hamilton vs Rosberg, in quanto le frecce d’argento potevano rifilare addirittura due secondi al giro ai propri avversari. Ma quando Nico ha deciso di abbandonare la categoria da campione del mondo in carica, il team tedesco lo ha sostituito con Bottas. Un buon pilota, esperto, rapido, ma di certo non a livello del Re Nero. Il ruolo era chiaro: fido scudiero. E anche grazie al finlandese Lewis ha continuato a vincere.

Ferrari sta provando a diventare grande e proprio perché la priorità è la rossa, Sainz dovrà accettare la sua condizione futura. Le parole di facciata sono necessarie in questa F1 perbenista. Spesso non si possono dire le cose come stanno davanti a tutti, con il chiaro obiettivo di non affievolire l’animo di un pilota. In ultima istanza una congettura: il fatto che Carlos in qualche modo cerchi sempre di rivendicare la sua posizione all’interno del team, fa capire come lui stesso, con ogni probabilità, non sia affatto sicuro della così detta parità di trattamento.


Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz

Immagini: Scuderia Ferrari

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