domenica, Dicembre 22, 2024

Ferrari 2024: l’auspicio tecnico utile alla causa

Vasseur per la Ferrari è stato un bene. Sainz e Leclerc ringraziano. Dire il contrario non sarebbe corretto. Un uomo, il manager di Draveil, che giunto a Maranello tra le scetticismo generale ha fatto bene il suo lavoro. Ha saputo gestire una situazione societaria difficile, dove diversi tecnici hanno abbandonato la nave in corsa. Ciononostante ha saputo indirizzare il resto della “ciurma” verso una risalita fatta di tanto lavoro. Sì perché la SF-23 era una vettura bizzarra ereditata dal vecchio mandato Binotto.

Un’auto capricciosa e piena di difetti che, nel corso dell’anno, poco a poco, è stata migliorata e resa decente. Il suo approccio positivo ha portato serenità all’interno del gruppo. D’accordo con il direttore tecnico Enrico Cardile e con l’eforato, John Elkann e Benedetto Vigna, lo sviluppo della monoposto italiana è stato portato avanti. Uno sforzo titanico per ribaltare impostazioni erronee verso lidi tecnici decisamente più effettivi.

Si è fatto quello che si è potuto, ovviamente, considerando che l’attuale corpo normativo comprende il budget cap, scure dalla quale non si può scappare che limita fortemente la capacità di modificare una macchina di F1 durante il mondiale. La continua raccolta dati ha funzionato. Un esame costante messo assieme in ogni singola sessione. L’obiettivo era creare un certo know how per nutrire il progetto 676, proposta tecnica che mira allo step prestazionale verso il 2024.

Ferrari Sainz
Enrico Cardile, direttore tecnico della storica Scuderia Ferrari

Parlare di competitività, quindi, in questo momento non ha alcun senso. Il simulatore non è in grado di definire le capacità che la prossima opera aero-meccanica modenese offrirà. Non parliamo quindi di punti di carico o secondi guadagnati ma bensì di fattualità legata agli sforzi profusi. Più tardi usciremo con un articolo dedicato alle novità che “pretendono” ribaltare una situazione non congeniale alla Ferrari.


Ferrari: un lavoro mirato che Sainz spera di poter sfruttare al meglio

Il senso di questo primo scritto odierno è spinto dalla “volontà disquisitiva” sulle bramosie della squadra italiana. Partiamo da una grande banalità: Ferrari vuole ottenere il massimo dal suo prodotto. Tenendo presente che nemmeno in GES hanno idea del valore concernente il progetto 676, fissare un target è del tutto inutile. Per questo dichiarare apertamente i risultati che si vogliono ottenere non solo non ha senso ma sarebbe alquanto sciocco.

E allora ecco che il profilo è basso. Una presentazione in pompa magna che il team italiano lascerà alle altre scuderie, consapevole che è arrivata l’ora di azzerare le chiacchiere e dare seguito ai fatti. I presunti miglioramenti considerevoli vanno confermati in pista. Cardile e compagnia cantante hanno dichiarato che i “difetti strutturali” della SF-23 sono stati corretti e questa è l’unica notizia importante che possiamo riportare, in attesa dell’unveiling del 13 Febbraio 2024.

Tutto il resto conta poco. All’interno del quadretto mediatico relativo alla rossa, riportiamo alcune speranze di chi attende con ansia il prossimo futuro. Ci riferiamo a Carlos Sainz, non il ferrarista ma il suo grande papà. Il due volte campione del mondo di rally, non che vincitore per ben tre volte della Dakar, si augura che suo figlio possa stringere tra le mani un’auto finalmente competitiva. Nel farlo descrive le caratteristiche di Carlitos con precisione.

Ferrari Sainz
Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) con il papà all’interno del garage della rossa

Lo definisce un pilota ancora giovane che comunque porta con se un bagaglio di esperienza non indifferente, maturato nell’abito della sua carriera in F1. Infatti, il rallista nativo di Madrid, sostiene che l’iberico che guida per la Ferrari ha una precisa caratteristica: non smette di crescere. Ci sono altri colleghi che raggiungono uno “status” e poi si fermano. Lui no, visto che continua a progredire anno dopo anno.

Per questo si augura che il team modenese abbia forgiato un mezzo competitivo, tramite il quale possa sfoderare i tratti distintivi che lo contraddistinguono. Alla rossa manca ancora un passo per diventare grande, in questa seconda parte dell’era regolamentare che ha messo al centro del programma le wing car. Salire un ulteriore gradino, insomma, capace di precisare il ruolo che la monoposto italiana dovrà necessariamente recitare il prossimo anno: prima sfidante di Red Bull.


Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz

Immagini: Scuderia Ferrari

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