Il campionato del mondo di F1 che scatterà il 2 Marzo con il Gran Premio del Bahrain vedrà in pista esattamente gli stessi piloti che si sono resi protagonisti del Gran Premio di Abu Dhabi che ha chiuso il mondiale 2023 stravinto dalla Red Bull e da Max Verstappen. Una stabilità senza precedenti che prelude a movimenti ben più grossi che già vanno configurandosi in chiave 2026.
La Red Bull, dunque, resterà così com’è nella line-up nonostante, qualche mese fa, grossi dubbi si erano addensanti sulla politica votata alla stabilità visto che Sergio Perez aveva indirettamente agitato lo scontro tra Chris Horner e Helmut Marko causato dall’insoddisfazione scaturente dalle modeste prestazioni offerte dal messicano. Il team principal è apparso più concessivo e protettivo; il consulente austriaco, sempre diretto nelle sue esternazioni, era già pronto alla sostituzione.
Come siano andate le cose è fatto ormai noto, ma è altrettanto vero che a Milton Keynes, in piena estate, erano iniziate le grandi manovre in vista del 2025. E’ necessario fare qualche passo indietro per arrivare al weekend del GP di Gran Bretagna. Marko, senza nascondersi troppo dai teleobiettivi indiscreti dei fotografi, aveva incontrato il manager di Lando Norris, Mark Berryman, nel paddock di Silverstone. Normali meeting in un’area che è luogo di interazioni e di scambi di idee. Ma la cosa saltò all’occhio andando ad legarsi a un altro accadimento correlato e non apparso casuale.
Il pilota della McLaren, insieme ad altri conducenti, fu ospite a casa di Chris Horner per un ”barbecue motoristico” dietro al quale qualcuno ha voluto leggere qualcosa in più di una semplice rimpatriata tra colleghi. Non è un mistero che Max e Lando siano amici e che ci sia un grande rispetto reciproco. L’incontro col manager da parte di Marko e la grigliata del team principal hanno alimentato più di una speculazione che ancora oggi, a distanza di mesi, non riesce a essere derubricata a semplice gossip.
Lando Norris ha un contratto che lo lega a McLaren fino al 2025. La sua insofferenza per una vettura poco efficace non è stata nascosta negli ultimi due anni. Prima che la MCL60 iniziasse a offrire prestazioni di rilievo, il “mal di pancia” di Lando si era fatto sentire, col pilota che si era iniziato a guardare intorno.
Ma le cose sono cambiate con una velocità supersonica visto che la vettura di Woking, già prima della pausa estiva, si era posta come la seconda forza della griglia di partenza. Ora il legame tra il pilota di Bristol e il suo team sembra essere più solido e le rosee prospettive in vista di un 2024 da protagonista potrebbero ulteriormente consolidare l’intesa con un prolungamento contrattuale di cui si è cominciato concretamente a parlare.
Già prima di questo cambio di scenario, Marko aveva fatto un mezzo passo indietro affermando di non voler rompere gli equilibri che negli anni si sono trovati nel team. “Per il pubblico, la televisione e i giornalisti [l’opzione Norris] sarebbe certamente l’ideale, ma non per la gestione e il successo del team che, come squadra, vuole vincere il Mondiale. È meglio se si ha una certa gerarchia in cui è chiaro chi sia il più veloce“. Parole che confermano, semmai ce ne fosse bisogno, che in Red Bull esistono gerarchie ben precise che mettono Verstappen al centro della squadra.
“Se hai due stelle potrebbe non andare bene: per esempio Ayrton Senna e Alain Prost si occupavano solo dei loro interessi e mettevano la squadra in secondo piano“. L’ultimo passaggio è esplicativo di quale sia la politica dei campioni del mondo in carica e di come il paradigma ad una punta sia lo schema vincente da tutelare in ogni modo.
F1: Norris sospeso tra rinnovo in McLaren e suggestione Red Bull
In effetti impelagarsi nel mondo Red Bull come spalla di Max Verstappen è qualcosa che, in termini puramente potenziali, potrebbe addirittura ridimensionare una carriera che si annuncia brillante. Lando Norris, per cifra tecnica e per la crescita costante e inarrestabile mostrata da quando è in Formula 1, è uno dei profili che potrebbero ambire a un sedile Red Bull nel 2026.
Mossa calcolata o azzardo? In questo momento prevale il rischio nel potenziale manovra di passaggio di casacca. In primo luogo perché la Red Bull del 2026 potrebbe non essere quella attuale. Con un cambio normativo importante alle porte e con un reparto powertrains nuovo, senza Honda e supportato da Ford che torna in F1 dopo tantissimi anni, le incognite superano le certezze.
McLaren, invece, può andare in continuità ed istituzionalizzare la crescita ponendosi essa stessa come team di riferimento, obiettivo dichiarato di Zak Brown, Andrea Stella e dello stesso Norris che crede sempre di più nella sua crew.
Poi ci sono le altre motivazioni, ossia quelle che riportano alla difficoltà di lavorare accanto a un catalizzatore tecnico come Verstappen che si è costruito intorno un team che lavora per lui sotto ogni aspetto. Vero è che nessuno è imbattibile, ma nel caso di Max l’operazione assume contorni quasi titanici.
Per Lando Norris un passaggio in Red Bull, in considerazione di quanto evidenziato sinora, configura un vantaggio o un salto nel buio? Johnny Herbert, che di certe dinamiche è ben consapevole avendole vissute in prima persona nell’esperienza fatta accanto ad un gigante come Michael Schumacher, non ha dubbi.
A Express Sport si è così espresso: “Vale la pena rischiare che vada in Red Bull nella situazione in cui si trova? La McLaren sta andando molto, molto bene. A Woking adorano averlo in squadra. Non credo valga la pena rischiare”, ha detto l’ex Benetton rispondendo a chi gli chiedeva di un approdo di Lando a Milton Keynes.
“E’ ancora giovane e migliorerà ancora – ha aggiunto Hebert – La McLaren è su un’ottima traiettoria per mettersi in una posizione più forte per il prossimo anno. Dovremo aspettare e osservare, ovviamente. Ma non vedo perché dovrebbe voler rendere la sua vita un po’ più difficile quando in realtà è in un’ottima posizione“.
Saggi consigli da un soggetto che, forse per amor di patria, spera che il connazionale possa coronare il sogno di laurearsi campione del mondo in un team britannico. A 25 anni non ancora compiuti Norris non può sbagliare le prossime mosse rischiando di interrompere bruscamente l’ascesa verso l’olimpo del motorsport.
Che resti in McLaren, che vada in Red Bull o che percorra sentieri oggi non preconizzabili, è necessario non lasciarsi prendere dall’impulsività tipica di chi ha visto sorgere meno lune. Norris non è un tipo da colpi di testa e, dopo aver saggiato la forza della McLaren nel cruciale campionato 2024, dovrà essere in grado di orientare al meglio la sua carriera.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing, McLaren Racing