domenica, Novembre 17, 2024

Red Bull: il rafforzamento di Horner è un’assicurazione per Sergio Perez?

Anno nuovo, buoni propositi. Chi di voi, riponendo il vecchio calendario, non ha fatto bilanci su ciò che è stato e programmato quel che verrà? Un modo di procedere tipico dell’essere umano che trova realizzazione nella necessità di porsi degli obiettivi trovando stimoli solidi per realizzarli. Accade nella vita di tutti i giorni, succede nel nostro amato motorsport. In Red Bull c’è qualcuno che d’essere auto-spronato ne ha un gran bisogno. 

Il riferimento, piuttosto prevedibile, è a quel Sergio Perez che, pur potendo vantare e mostrare il marchio del vicecampione in carica, è reduce da una stagione difficile, paradossalmente una delle peggiori della sua carriera nonostante le due vittorie. Sì, perché la vita sportiva di un pilota si parametra necessariamente su quella del collega di box. E in questo caso parliamo di un confronto impietoso. 

Mentre Max Verstappen passeggiava verso il terzo titolo vincendo ben 19 gare, Checo, dopo un avvio convincente, si smarriva e veniva inghiottito in un vortice mentale che l’ha portato quasi a perdere la seconda piazzola iridata in favore di Lewis Hamilton che tra le mani ha avuto un ferro ammaccato e non un mezzo fuori categoria come la RB19.

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La Red Bull RB19 di Sergio Perez spicca il volo dopo il contatto con la Ferrari SF-23 di Charles Leclerc – GP Messico 2023

A valle di 22 gare la classifica in casa Red Bull racconta di un confronto impari: 575 i punti raggranellati dal tre volte campione del mondo, 285 quelli faticosamente accorpati dal messicano che ha pagato un gap spaziale di ben 290 lunghezze determinando una tendenza della quale c’è poco di cui vantarsi. Il bottino ottenuto da Max, infatti, sarebbe da solo bastato per far vincere il titolo Costruttori alla sua squadra. Una situazione che dà forma alla modestia sportiva che descrive il 2023 dell’ex Racing Point

È chiaro che, a fronte di questi risultati, serva una netta inversione di rotta che alla base abbia quei buoni propositi di cui all’incipit di questo scritto. Perez vuole cambiare le cose pur navigando in mari agitati. Sa di essere più debole di Verstappen e, cosa forse più limitante, è conscio di non avere la piena fiducia del team che non gli ha costruito condizioni tecniche e ambientali idonee intorno. 

Sarà una stagione da dimissionario visto che il contratto scade alla fine dell’anno e si sa che le scuderie di livello superiore, ad un certo punto, tendono a non coinvolgere più del necessario chi è destinato a partire portando con sé segreti e preziose dinamiche operative. Perez, raccontando il suo 2023, ha parlato di un ottimo avvio per poi definire il prosieguo come una serie di alti e bassi. Narrazione molto annacquata di una realtà estremamente diversa.

Non ci siamo arresi, siamo rimasti uniti come squadra: voglio ringraziare tutto il mio team per avermi sostenuto“, ha detto il conducente di Guadalajara a margine del gala di fine anno della FIA. Parole che non fotografano i fatti perché, per lunghi tratti, Sergio è sembrato un uomo solo e senza supporto in un team che coccolava Max e nel frattempo imbastiva un riposizionamento dei poteri tra Horner e Marko

Abbiamo attraversato momenti molto difficili – ha evidenziato Sergio parlando al plurale anche se le peripezie sono state solo sue – ma siamo riusciti ad ottenere la migliore stagione nella storia della nostra squadra. Abbiamo imparato da questi momenti difficili, torneremo più forti l’anno prossimo”.

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Sergio Perez tallonato da Max Verstappen con DRS aperto – Oracle Red Bull Racing, Stagione 2023

Red Bull vuole completare la coppia 2025: Perez è un’opzione?

La risposta al quesito che leggete quassù appare oggi abbastanza scontata e riporta, senza troppi giri di parole, ad un secco no. Con la conferma di Helmut Marko in seno all’equipe iridata la già incerta posizione di Perez si fa ancor più traballante. Il consulente austriaco non è mai stato un grande sponsor del messicano che ha patito le continue critiche mossegli pubblicamente dall’ex driver di Graz. Averlo ancora in squadra come responsabile del programma piloti non è di certo un toccasana per Checo.

Ma negli ultimi tempi, lo abbiamo raccontato a più riprese, Christian Horner è uscito notevolmente rafforzato da una sorta di lotta di potere che si è consumata nella fase finale della stagione all’interno del sodalizio di Milton Keynes. Mentre il team principal prendeva quota, si sgonfiava l’importanza di Marko che oggi appare notevolmente depotenziato. E questa situazione potrebbe giocare in favore di Perez visto che Horner è stato forse il solo a dargli credito nei momenti più bui.

Ovviamente la presenza di un Horner rafforzato non è un’assicurazione automatica per Sergio che, se vuole solo sognare di ottenere un rinnovo oggi impronosticabile, deve farsi in quattro per alzare il livello prestazionale. In Red Bull, conoscendo la forza di Max, nessuno gli chiederebbe di batterlo con sistematicità, ma si pretendono performance più vicine a quelle sciorinate dal tri-iridato.

Horner ha ammesso senza mezzi termini che il 2024 è un anno molto importante per il mercato piloti e che i radar di Milton Keynes sono accesi. “Molti contratti dei piloti stanno per scadere. Checo è il nostro conducente. Se facesse bene, vorremmo tenerlo per il 2025, ma tutto dipende da come si comporterà rispetto al suo compagno di squadra”. Poco altro da aggiungere se non che il manager ha parlato di 2025, forse sapendo e ritenendo che nel 2026 si potrebbe scritturare un professionista di gran calibro. Lando Norris

Prospettiva affascinante – anche se romperebbe il modello a una punta che ha sempre funzionato – che in Red Bull non è mai stata negata. Ma questo è un discorso che riguarda un futuro più lontano e che non è detto possa compiersi. L’obiettivo di breve termine è quello di capire se Perez possa essere utile alla causa, specie se la RB20 non dovesse essere dominante come la RB19 dei record. 

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Sergio Perez a colloquio con Chris Horner e Helmut Marko – Oracle Red Bull Racing

In presenza di un campo più ristretto, infatti, l’apporto della seconda guida diventerebbe automaticamente più determinante e una scuderia con enormi ambizioni come la Red Bull non potrebbe permettersi di avere un conducente a mezzo servizio. Horner, che di esperienza manageriale ne ha da vendere, ha sottolineato questo aspetto nella parte conclusiva del suo intervento a Sky Sports UK

Checo è un pilota molto capace ed essere il compagno di squadra di Max è un compito molto difficile. Penso che abbia dimostrato una grande forza mentale per essere in grado di affrontare tutto ciò. L’aspetto su cui deve concentrarsi è il sabato, deve fare in modo che le sue prestazioni medie in qualifica siano molto più vicine a quelle di Max. Abbiamo bisogno che parta più avanti in griglia. Soprattutto se le prestazioni convergessero, non potremmo permetterci di avere molte vetture tra lui e Verstappen“. La chiave del 2024 di Perez sta tutta nella parte del ragionamento di Horner riportata in grassetto.

Non basterà prodursi nel solito avvio a bomba, cosa accaduta sia nel 2022 che l’anno passato, Sergio dovrà alzare il tiro e soprattutto dovrà farlo con continuità. Solo così si potranno scardinare le certezze dei dirigenti della Red Bull che oggi, al di là delle parole sopra evidenziate, non vedono nel messicano un’opzione concreta di medio termine. Ma in F1 le cose possono cambiare rapidamente, specie se non si riesce ad arrivare agli obiettivi definiti.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1, Oracle Red Bull Racing

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