Sarebbe poco onesto non ammettere che la Red Bull in F1 ha destato la sensazione solitamente suscitata dai progetti tecnici rivoluzionari e performanti. Abbiamo infatti scoperto che, Newey, oltre ad essere un progettista geniale, grazie alla sua lunghissima esperienza all’interno del Circus, ha affinato l’arte del depistaggio mediatico. Premessa d’obbligo: ieri è stata solo la prima giornata di test.
Pertanto, emettere verdetti, sarebbe come giudicare una squadra di calcio dopo la prima amichevole nel corso della preparazione estiva. Un primo consuntivo si potrà stilare solo dopo il primo Gran Premio stagionale sempre in programma in Bahrain sabato 2 Febbraio. In tempi non sospetti (fine gennaio), l’ingegnere di Stratford-upon-Avon aveva espresso i suoi dubbi nel podcast interno Talking Bull, in merito alla seconda evoluzione della vincente RB18.
Lo aveva fatto affermando di temere che il nuovo progetto tecnico potesse essere troppo conservativo rispetto alle monoposto dei competitor. “Dovremmo dedicare un gruppo di lavoro per valutare nuove idee? Oppure continuare sulla strada intrapresa. Le risorse sono limitate, non si può fare tutto. Abbiamo deciso di sviluppare ciò che abbiamo. Spero solo che la mossa si riveli corretta“ ha chiosato il progettista sapendo di mentire.
F1, Red Bull: il più grande progettista è anche un fine stratega
Lo scorso anno, mentre la concorrenza deliberava update per recuperare il gap sulla RB19, il gruppo di lavoro capeggiato da Newey ha avuto il tempo per comprendere che il margine di sviluppo della veste aerodinamica inaugurata con la RB18 stava iniziando e essere minima. Probabilmente una RB19 ”B” sarebbe sufficiente anche per vincere il mondiale di F1 2024 ma gli obiettivi perseguiti sono stati sostanzialmente due:
• Ristabilire le distanze con la concorrenza attraverso progetto che potesse segnare una discontinuità tecnica. In regime di stabilità regolamentare, le performance dei competitor convergono specie se rappresenti il benchmark per tutti i rivali
• Indurre la concorrenza a virare verso un paradigma aerodinamico obsoleto dalle parti di Milton Keynes.
Adrian Newey sta facendo ammattire i rivali che dovranno nuovamente analizzare ed eventualmente replicare il nuovo concept aerodinamico di riferimento. Un vero colpo di genio dai risvolti fondamentali in chiave 2026.
F1: la discontinuità della Red Bull RB20 garantisce un enorme vantaggio in chiave 2026
Il sette volte campione del mondo Lewis Hamilton, consapevole del netto vantaggio di Red Bull, a giugno dello scorso anno propose una nuova regola alla FIA per bloccare gli sviluppi “anticipati”. Il fuoriclasse anglo caraibico dichiarò che sarebbe stato opportuno definire una data univoca di termine degli update e inizio della progettazione della monoposto per la stagione successiva.
Il Re nero, nella sua lunga carriera ha beneficiato per diversi anni del dominio tecnico della Mercedes e sa benissimo che un vantaggio di oltre 100 punti in campionato sul più vicino dei concorrenti consente al team di pensare alla vettura della stagione seguente con largo anticipo. Ed è proprio quello che è successo in Red Bull nel 2023. Il dominio più schiacciante della storia ha consentito all’area tecnica di Milton Keynes di bloccare gli sviluppi sulla RB19.
Per questa semplice ragione, è stato possibile pensare a una veste aerodinamica divergente rispetto a quello che poteva essere il classico processo di sviluppo di un paradigma vincente. Newey era cosciente che la concorrenza avrebbe pareggiato le performance più rapidamente, sul lungo periodo, se avesse concepito la RB20 come logica evoluzione del progetto precedente. Non lo ha fatto e la sua brillantezze mentale, ancora una volta, pare proprio abbia fatto centro…
Autore: Roberto Cecere –@robertofunoat
Immagini: Oracle Red Bull Racing