venerdì, Novembre 22, 2024

Hamilton-Ferrari 2025: la clausola “anti-poaching” complica l’esodo tecnico

L’arrivo di Hamilton in Ferrari ha “convolto” paddock e addetti ai lavori, coronando il sogno proibito di molti tifosi. L’inglese andrà a comporre una line-up stellare con Leclerc, nella speranza che a Maranello sappiano fornire una vettura all’altezza del tasso tecnico dei piloti. Delle possibili conseguenze di questo trasferimento se n’è già ampiamente parlato, tramite uno scritto che approfondisce le molteplici sfaccettature di questa operazione di mercato.

Tuttavia, una possibilità che molti davano quasi per scontato, rischia di essere stroncata sul nascere a causa di una “clausola sperduta” nel contratto firmato da Lewis. E’ scontato e banale sostenere che ogni prestazione lavorativa che un dipendente offre a un’azienda sia tutelata e sancita da un accordo. Nello sport tale scenario assume un’importanza maggiore, vista la natura estremamente mobile e dinamica che lo caratterizza.

Il tutto considerando le trattative spesso al rialzo da parte dei vari competitor per assicurarsi i talenti migliori sulla piazza. Lo stesso si può dire per la F1. I faraonici stipendi che solitamente vengono sottolineati come notizia principale, spesso gettano ombra su altri aspetti decisamente più interessanti. E’ proprio questo il caso con contratto di Lewis Hamilton, siglato con Mercedes nel corso del weekend del Gran premio di Monaco del 2023.


Hamilton in Ferrari: i dettagli contrattuali

Con il passare del tempo, infatti, abbiamo capito che il Re Nero spingeva per un’estensione del contratto con un lasso di tempo maggiore o uguale a due anni, aspetto che il team principal Toto Wolff era disposto ad assicurare. Mentre d’altra parte, il gruppo Daimler e Jim Ratcliffe, detentori ciascuno del 33% delle quote relative al team Mercedes AMG F1, (Toto detiene l’ultimo terzo) erano più orientati a un contratto di breve durata.

Il comune accordo si è raggiunto con una formula “1+1”, assicurando al sette volte campione del mondo di F1 il sedile per il 2024, con un’ulteriore opzione per la campagna agonistica 2025. A inizio febbraio 2024, nell’affare che porterà Lewis in Ferrari dal 2025, il britannico ha esercitato la clausola a suo favore, potendo quindi “liberarsi” dal team tedesco senza oneri o penali, godendo di libertà di scelta assoluta per il suo futuro.

Ferrari Hamilton
Lewis Hamilton e il suo ingegnere di pista Peter “Bono” Bonnington, Mercedes AMG F1

Se è vero che le clausole liberatorie non sono assolutamente nuove nel paddock, dato che lo stesso Leclerc nel contratto appena siglato gode di tale diritto, non risulta affatto scontato che una scuderia si tuteli sulla migrazione tecnica che un pilota può scaturire. Infatti, subito dopo la pubblicazione del passaggio in rosso di Lewis, ci si è chiesto se Peter Bonnington e altri pezzi pregiati della casa di Stoccarda potessero far le valigie con destinazione Via Abetone Inferiore 4.

La smentita è presto arrivata, poiché nello stesso accordo siglato da Hamilton e Mercedes sono state inserite le così dette “non-poaching clauses”. Il termine anglosassone tradotto in italiano sarebbe letteralmente “clausole anti-bracconaggio”. Aldilà dell’ovvio valore iperbolico che tale nome possiede, è interessante notare come i vari team stiano effettivamente all’erta su ogni possibile scenario legato ai loro piloti.

Inoltre, il fatto che Mercedes abbia spinto per includere queste clausole anti-poaching suggerisce che con ogni probabilità, a Brackely, un futuro senza Hamilton era già stato contemplato. Proprio per questo si è deciso di blindare i pilastri che hanno reso capace la squadra tedesca di conquistare 8 titoli costruttori consecutivi, nell’attesa di conoscere chi siederà nel box accanto a quello di George Russell.

Un piccolo excursus storico mostra che non sempre si è ricorso a questi cavilli contrattuali per prevenire la fuga di ingegneri, mentre altre volte si: ad esempio, al termine del 2014, Fernando Alonso ha salutato la scuderia di Maranello per accasarsi in McLaren, portandosi Andrea Stella. Nessuna opposizione venne esercitata da Ferrari, che promosse Riccardo Adami al fianco del neo-arrivato Sebastian Vettel.

Ferrari Hamilton
Sebastian Vettel e Riccardo Adami (Scuderia Ferrari)

Lo stesso Sebastian fu costretto a conoscere “Ricky”, poiché Red Bull sfruttò le “non-poaching clauses” vietando a Guillaume Rocquelin l’approdo in Italia seguendo il tedesco quattro volte campione del mondo. Rimane quindi da capire in che modo il Cavallino Rampante strutturerà la squadra in funzione dell’arrivo di Hamilton, a partire proprio da chi sarà il designato a comunicare con lui via radio.

Sappiamo quanto il pilota inglese sia un cliente a dir poco esigente e come Peter Bonington, nell’arco temporale che li ha visti dividere sogni e speranze in Mercedes, sia riuscito a perfezionare il proprio stile comunicativo con Lewis Hamilton formando una coppia solida e coesa. L’attuale responsabile del reparto corse della rossa, al secolo Frederic Vasseur, riuscirà a replicare lo stesso ambiente con l’individuo corretto?


Autori: Andrea Mauri – howf1works – Alessandro Arcari –@berrageiz

Immagini: Scuderia FerrariMercedes AMG F1 Team

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