Ferrari è scesa in pista con la SF-24. Lo ha fatto subito dopo l’unveiling per un brevissimo shakedown, per poi replicare nella giornata di ieri con i 200km concessi dal regolamento. L’occasione è stata ghiotta per testare la monoposto di Maranello. Un primo assaggio per i “due Carlo”, assai utile per mettere in moto la validazione del progetto 676, processo lungo e complesso nel suo svolgimento.
Piano di lavoro dove ogni singolo dettaglio non va trascurato. Parliamo di una fase relativa alla raccolta dati e successivo studio. È molto importante capire in questo contesto la veridicità delle informazioni immagazzinate che, se valutate nel modo sbagliato, possono forviare e portare fuori strada i tecnici del Cavallino Rampante. La tre giorni di test in Bahrain sarà decisiva sotto questo profilo.
Si tratta di proseguire sull’onda positiva della seconda parte della stagione 2023. La progressione messa in atto dalla rossa ha permesso di lavorare in chiave futura, sebbene i limiti strutturali della SF-23 non hanno concesso lo step evolutivo sperato a campionato in corso. Ma come sappiamo i provvedimenti per accrescere il know how hanno rimpinguato il bagaglio tecnico verso la nuova arma per combattere lo strapotere Red Bull.
Senza contare altri fattori come affidabilità, errori strategici e comunicazione errata. Per questo Vasseur ha studiato una precisa tabella di marcia funzionale, da mettere in pratica per evitare i suddetti grattacapi parecchio nocivi per il rendimento generale della scuderia. Tornando al presente estrapoliamo alcuni ragionamenti utili sulla prova in pista di ieri. Informazioni tecniche interessanti per capire il programma di lavoro svolto dalla scuderia ubicata in Via abetone Inferiore 4.
Ferrari SF-24, shake down Fiorano: test positivi sulla finestra operativa della rossa
La campagna agonistica 2024 inizia tra due settimane, quando il paddock di Sakhir accoglierà le dichiarazioni dei protagonisti in vista dell’appuntamento iridato d’apertura in Bahrain. Un primo round competitivo molto atteso per reperire un assaggio dei valori in campo. Ferrari vuole arrivare preparata e i prossimi giorni saranno cruciali. Noi di Formula Uno Analisi Tecnica eravamo presenti a Fiorano e abbiamo raccolto le prime impostazioni lavorative.
Non è nostra intenzione parlare di rendimento. Non avrebbe senso farlo, in quanto nemmeno gli stessi piloti hanno feedback chiari sulle performance disponibili. Possiamo però riflettere sul programma di lavoro svolto. Come sappiamo, uno dei temi più importanti all’interno dell’attuale corpo normativo riguarda la capacità di mettere a punto la monoposto in merito alle altezze da terra. Si tratta di una prerogativa cruciale. Facciamo prima di tutto chiarezza.
In fase di progetto gli ingegneri studiano la vettura considerando le varie distanze del marciapiede verso l’asfalto. Pertanto si fissa una “ride height statica” di base per poi massimizzare attorno a quel valore i parametri di carico. Da questo fattore deriva la prima discriminate fondamentale che riguarda la capacità dei tecnici di individuare il valore attorno al quale si realizzano le simulazioni tra CFD e wind tunnel.
Per ottenere il massimo risultato dal fondo di una wing car si cerca di farlo funzionare su uno spettro di condizioni variabili, elementi che di fatto determinano la dinamica della vettura. Per questo il target punta a possedere parametri di carico simili quando il mezzo meccanico è in marcia. D’altronde sappiamo bene come pochi millimetri di differenza siano fatali e possano creare perdite di spinta verticale notevoli.
Tutto questo “pistolotto” per dire che Ferrari, nella pista di casa, ha testato principalmente questi fattori per comprendere il comportamento dinamico della SF-24 durante la prima vera sgambata in pista concessa dalla FIA. Di conseguenza sono arrivati diversi cambi di assetto a livello sospensivo, non dimenticando l’importanza intrinseca della correlazione tra ala anteriore e sospensione per canalizzare la massa fluida verso i canali Venturi.
La nuova rossa ha una finestra di funzionamento più ampia e, per tale ragione, gran parte dello shakedown è stato dedicato alla raccolta dati su questo preciso aspetto. A quanto pare, quindi, primissimo feedback in attesa di conferme, possiamo confermare un passo in avanti della vettura italiana al riguardo. Ottimismo senza voli pindarici, però. In ultima istanza un pensiero. La stagione sarà molto lunga, ben 24 appuntamenti iridati.
Arco temporale in cui l’evoluzione concernete il set-up occuperà sempre le menti pensanti della GES. Competenza che nel 2024 va fatta pesare per ottimizzare sempre e comunque le performance della SF-24. Resta da capire, è ovvio, il valore intrinseco che la vettura modenese potrà raggiungere, abbracciando la consapevolezza che i diversi livelli di preparazione acquisiti durante gli ultimi mesi potranno fare tanta differenza.
Autori e immagini: Alessandro Arcari – @berrageiz