La W15 dev’essere ancora domata. Mercedes lo sa e per questa ragione sta profondendo parecchi sforzi in vista del primo round stagionale. Una campagna agonistica, quella 2024, dove il team di Brackley ha tutta l’intenzione di recitare un ruolo da protagonista. Ciò malgrado le dichiarazioni di facciata fanno sempre comodo. D’altronde, sostenere di essere all’altezza di sua maestà Red Bull sarebbe pretenzioso. Specie considerando il recente passato fallimentare.
Ecco che allora pare decisamente più cauto mantenere un profilo basso, consono con i risultati ottenuti nella scorsa campagna agonistica. Tuttavia non è mancato lo scatto d’orgoglio d’oltre manica, fornito direttamente dal responsabile tecnico James Allison. L’ex ferrarista non le manda a dire e, a costo di sembrare un po’ “sbruffone”, ha sostenuto che l’ultima opera di ingegneria aero-meccanica nera e grigia, almeno per quanto concerne il passo gara, dovrebbe essere superiore alla Ferrari.
La SF-24, al contrario di Mercedes però, ha mostrato sul campo di gioco la sua fattualità. Una monoposto facile da guidare e da mettere a punto. Capace di ottenere i target prefissati in pista senza dover effettuare una miriade di regolazioni. E sebbene non sia ancora perfetta è parsa senza dubbio più pronta dell’auto tedesca. Soprattutto se consideriamo un fatto: la W15 ha mostrato un atteggiamento ballerino al retrotreno, dovuto all’imperfetto set-up della nuova sospensione push-rod al retrotreno.
Forse il team che ha dominato gran parte dell’era turbo ibrida ci sta nascondendo qualcosa? Potrebbe essere. Per conoscere la verità dovremo aspettare ancora qualche giorno. Una dolce attesa che ci fornirà riferimenti importanti sul valore intrinseco delle varie monoposto che compongono la grigia, Mercedes compresa. Un assaggio per carpire i segreti delle vetture a effetto suolo e stillare una prima classifica di rendimento che, di sicuro, sarà soggetta a cambiamenti nel corso della stagione.
Mercedes: la ricerca del punto di lavoro ottimale della W15 passa tramite il fine tuning
L’inizio di un nuovo campionato di F1 offre da sempre molti spunti di riflessione. Il cosiddetto “drama”, per dirla come gli inglesi, fa formicolare lo stomaco quando il momento di scendere in pista si palesa. Tenendo presente la condizione tecnica di partenza della Mercedes mostrata durante gli ultimi due mondiali, ad ogni modo, è chiaro che la trepidazione si fa strada tra le menti pensanti di piloti, tecnici e ingegneri. “Bucare” un’altra volta l’esordio non sarebbe infatti accettabile.
Per fortuna il cambio di progetto nato da un foglio bianco pare “sano”. Spendibile senza grossi problemi sommato a una consapevolezza: la W15 è solo la base di un piano operativo decisamente più grande che comprende un anelito preciso: tornare a vincere. L’incoerenza tecnica pare avere abbandonato il contesto e, secondo quanto appreso dalla nostra redazione in questi ultimi giorni, la positività sul lavoro svolto aleggia nella factory ubicata nella campagna inglese del West Northamptonshire.
Una delle finalità principali era quella di concedere ai piloti la possibilità di spingere in qualsiasi condizione. Senza tale prerogativa, avendo sotto mano le prestazioni reali della vettura, l’incertezza in merito alla direzione da prendere sugli aggiornamenti sarebbe stata dietro l’angolo. Ecco perché, messe da parte due o tre gare, i dati acquisiti segneranno il cammino da seguire corroborando o confutando il lavoro svolto. Nel mentre alcune conclusioni sui risultati ottenuti si possono comunque trarre.
Lo conferma lo stesso Toto Wolff, team principal e co-proprietario della Mercedes: la piattaforma aerodinamica della W15 funziona. Lo ribadiscono anche i diretti interessati, Lewis Hamilton e George Russell. Una notizia importante sulla quale, però, il duro lavoro di certo non mancherà. Sono infatti ancora diversi gli sforzi da profondere per rendere più fattuali le performance delle vetture, considerando che la correlazione tra pista, galleria del vento e prove al CFD esiste. Parliamo di un cotesto incoraggiante, promettente, che tuttavia dev’essere alimentato con vigore.
La carta d’identità della W15 è oramai nota. Aspetti tecnici che forgiano le caratteristiche dell’auto ancora sotto esame. Questo perché la fase di “fine tuning” è appena all’inizio. Del resto, all’interno di questo corpo normativo che regola i dettami più proficui delle wing car, sappiamo bene quanto sia importante trovare il corretto punto di lavoro. Un must imprescindibile per far lavorare al meglio il progetto e sfruttarne i vari aspetti positivi al massimo delle possibilità.
In ultima istanza una sorta di previsione che lo stesso manager originario di Vienna si premura di farci sapere. Red Bull resta la vettura da battere. Era prevedibile considerando il vantaggio competitivo maturato la scorsa stagione che ha permesso ai tecnici di Milton Keynes di gettarsi a capofitto sul disegno della vettura 2024, dedicando un quantitativo di tempo superiore al resto dei competitor. Questo è.
Dietro la RB20 il gruppo di inseguitori sembra abbastanza compatto. Wolff lo sostiene, in quanto una certa convergenza operativa ha di fatto livellato verso l’alto le prestazioni di chi non ne poteva più di ascoltare l’inno austriaco tutte le sante domeniche di gara. L’idea sulla classifica virtuale di rendimento non è certo definitiva. Ma Toto un’opinione al riguardo la possiede.
Il cinquantaduenne austriaco nota una forte energia che aleggia in ambedue le fabbriche, Brackley e Brixworth, pronte a compiere ulteriori fatiche per accorciare la curva di apprendimento. Chiudere il gap sull’iperuranica Red Bull non sarà certo semplice, ma è questo l’unico dettame che alimenta la forza degli uomini Mercedes. Una sfida che non spaventa ma al contrario “eccita”, pompando come non mai la scuderia tedesca.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Mercedes AMG F1 Team