Red Bull osserva Ferrari e quando può ne trae giovamento. Parliamo di un aspetto già verificato in passato quando, ad esempio, la particolare configurazione dei side-pod italiani nella stagione 2017 fu poi ripresa da tutta la griglia, compreso dal team attualmente campione del mondo in carica. Stesso discorso per il sistema sospensivo posteriore, dove la conformazione “a freccia” studiata dal Cavallino Rampante fu adottata successivamente dai tecnici di Milton Keynes.
Ecco che allora, perchè no, il genio di Stratford–Upon–Avon potrebbe avere preso ancora una volta spunto dalla scuderia di Maranello, in questo caso per introdurre sulla RB20 una soluzione aerodinamica fattuale. Prima di calarci nella vera e propria analisi ci teniamo a ribadire un fatto: la squadra austriaca ha presentato durante l’unveiling una monoposto posticcia. O forse sarebbe meglio sostenere che il gruppo di lavoro, ha preferito far incuriosire i tanti occhi indiscreti ancora per un po’.
La verità provata sull’ultima opera di ingegneria aero-meccanica della Red Bull, infatti, farà presenza solamente in pista. Momento nel quale, secondo le informazioni racimolate dalla nostra redazione, potrebbero arrivare i primi up-date per migliorare ulteriormente le performance. I preamboli sono terminati e non ci resta che argomentare alcune impostazioni papabili in attesa di ricevere necessari riscontri più dettagliati.
Red Bull RB20: la soluzione tecnica Ferrari “approvata” da Adrian Newey
Durante i giorni scorsi il tema centrale attorno al quale si è discusso risponde al nome di “pance Red Bull RB20“, più precisamente gli inlet. La prima ipotesi che abbiamo suggerito, a caldo, raccontava come la presa d’aria verticale per il raffreddamento potesse essere posizionata in modo verticale. Dai render si poteva osservare solamente tale soluzione.
Tuttavia, prendendo in esame la vettura presente alla cerimonia di presentazione, si notava la presenza di una bocca d’entrata subito al di sotto del vassoio. Ci eravamo già posti alcuni dubbi riguardo la sezione d’entrata posta verticalmente. Per come è posizionata, infatti, l’apertura viene alimentata dal fluido che scorre adiacente alla superficie laterale della scocca. La situazione “elementare” è quella di un fluido che scorre su una lastra piana.
Il flusso a diretto contatto con la parete rallenta e con il passare dei centimetri lo strato limite si inspessisce sino ad arrivare al bordo d’attacco della bocca verticale. Essendo lo strato limite molto inspessito, la quantità di fluido che riuscirà a fluire all’interno della bocca sarà ridotto. Per tale ragione posizionare la presa d’entrata adiacente alla scocca e in posizione verticale non pare un’idea poi così fattuale.
L’ipotesi più accreditata, quindi, riguarda la possibilità che la sezione abbia lo scopo di eliminare lo strato limite in quell’area dell’auto proprio come succede per la Ferrari SF-24. Se il flusso continuasse nel suo tragitto, infatti, essendo carente di energia, potrebbe maturare il rischio che si distacchi dalla superficie delle pance.
Ciononostante resta complicato comprendere quale sia lo sbocco di questa canalizzazione. Lo sfogo potrebbe esser interno o esterno. Se fosse deputato al raffreddamento, la canalizzazione dovrebbe “fare un giro” molto complesso per consegnare il fluido alle masse radianti. In questa zona dell’auto c’è l’undercut, per cui il collegamento tra inlet e radiatore sarebbe molto più complesso di quello che si possa pensare.
Chiarito questo aspetto, l’inlet vero e proprio che porta ai radiatori potrebbe trovare ubicazione al di sotto del labbro che, a quanto sembra, presenta un’area davvero ridotta e senza dubbio inferiore rispetto alle altre monoposto che compongono la griglia. La presa in questione dovrebbe essere alimentata con una massa fluida abbastanza pulita che scorre al di sopra dei braccetti superiori della sospensione anteriore.
In tal modo, la RB20 dovrebbe assicurarsi una buona portata d’aria verso le prese presenti nelle pance. C’è poi da considerare che i flussi che arrivano ai radiatori potrebbero essere addirittura sdoppiati, con un’ipotetico scambiatore termico ulteriore posto in una zona più alta, sotto la carrozzeria dell’auto. Tra pochi giorni ne sapremo di più, ansiosi di studiare e carpire tutti i segreti della Red Bull che desidera continuare a vincere anche nel 2024.
Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari – Oracle Red Bull Racing