Newey lavora in Red Bull da un sacco di anni oramai. L’ingegnere britannico è un vecchio volpone non solo a livello tecnico, dove senza ombra di dubbio è la figura più brillante che sia mai esistita all’interno della massima categoria del motorsport. Parliamo di un vero e proprio genio nato a Stratford-Upon-Avon, paese che ha dato i natali ad un certo Williams Shakespeare. Forse era destino che nascesse proprio li, chissà…
Un furbone, dicevamo. Si perchè perché durante la pausa invernale, in tempi non sospetti, ha rilasciato diverse dichiarazioni ai media. In linea generale Adrian non è avvezzo ai microfoni. Al contrario palesa un certa riluttanza, specie se l’argomento riguarda le sue vetture. E invece tramite il podcast interno della scuderia di Milton Keynes questa volta si è sbizzarrito, disquisendo su alcune tematiche assai interessanti.
Grazie alle sue dichiarazioni abbia realizzato diversi articoli, perchè quando parla sua eminenza, la massima autorità nel campo tecnico della F1, la cosa più saggia da fare è allontanare il resto del mondo e prestargli la massima attenzione. Prendere appunti per una lezione alla quale difficilmente si può assistere da qualsiasi altra parte. Un dono che va sfruttato per chi come noi ama la tecnica, vive, respira e mangia Formula Uno.
In quell’occasione Newey ha spiegato il bouncing. Come nasce e le problematiche legate al suo sviluppo e gestione, dove contano altezze da terra, sospensioni il mero funzionamento del marciapiede durante la marcia del veicolo. Definito da lui stesso una sorta di grattacapo multidimensionale. Senza contare Interessante la filosofia a “doppio kick” presente sul diffusore della RB19. Osservazioni aperte alla mercé di chiunque.
Red Bull: Newey ha sviato le indagini per poi produrre un potenziale capolavoro
Ieri tarda serata la Red Bull ha presentato l’arma che competerà durante la campagna agonistica 2024. Un’opera di ingegneria aero-meccanica davvero sorprendente che porta con se la parola “innovazione” in tante aree. Una RB20 saggiamente nascosta per non dare chiari riferimenti ai propri competitor. Nota a margine. Durante l’unveiling Horner ha fatto presenza. Sorridente e compiaciuto per il lavoro svolto supportato dall’amico Adrian.
Il gruppo di lavoro creato con perizia e sapienza dal manager di Leamington Spa, da noi definito “cerchio magico”, pare sia la chiave per salvare il posto, se effettivamente le accuse verso Christian in merito ad atteggiamenti inopportuni verso una dipendente fossero realtà. Torniamo a noi, a Newey più precisamente. Tra i vari discorsi del britannico di qualche settimana fa, ricorderemo un fatto che il buon Adrian ci ha tenuto a spiegare. Sostanzialmente, senza troppi rigiri di parole il discorso era questo.
Quando ci si trova a metà cammino di un corpo normativo due sono le strade possibili: continuare a evolvere i concetti utilizzati sino a quel momento, oppure rischiare il colpo grosso disegnando da zero l’auto. Da un foglio bianco, in pratica A valle di questa considerazione aggiunse che dopo le vari riflessioni del caso, assieme al resto del reparto tecnico si è deciso per la prima delle due ipotesi, fornendo continuità a concetti e impostazioni verso un progetto vincente. Questo è quanto. Poi guardiamo la RB20 è rirendiamo conto che ci ha “scherzato” pesantemente…
“Abbiamo ottenuto dei miglioramenti in tutte le aree sulla monoposto del 2024. Sarà abbastanza? Chi lo sa, dobbiamo vedere. La RB19 era un’evoluzione dell’auto 2022, senza dubbio una sorpresa totale in termini di prestazione e dominio.” Le parole di Adrian durante la presentazione sono molto abbottonate. Massima prudenza malgrado il suo progetto, basta guardare la monoposto, è tutt’altro che conservativo.
Al contrario è molto facile capire come l’inglese abbia fatto propri diversi concetti, correggendoli e migliorandoli, con il chiaro scopo di renderli fattuali, dimostrando a chi non ci è riuscito che effettivamente si poteva fare. Tenendo presente la traiettoria di Newey in F1, sappiamo che difficilmente presenta qualcosa di nuovo sulla vettura se la sua sicurezza non è molto alta.
Per questo i componenti delle altre scuderie se la sono fatta addosso quando ieri, per la prima volta, hanno potuto osservare il “mostro blu” partorito dalla Red Bull. “Da sempre apprezzo i cambi del regolamento. Lo faccio per comprendere le necessità normative e di riflesso la loro capacità di condizionare i principi fondamentali della monoposto“, frase di Adrian che racchiude il senso dello scritto…
Autore: Andrea Bovone
Immagini: Oracle Red Bull Racing