Il Gp del Bahrain ci ha consegnato un’Alpine A524 in grossissima difficoltà. La squadra francese non aveva grandi aspettative per il weekend inaugurale della stagione 2024 di Formula 1, perché la monoposto, la A524 presentata a febbraio palesava già diverse problematiche per quanto riguarda peso e aerodinamica. Ocon e Gasly, consapevoli della poca competitività della vettura, sono partiti dall’ultima fila sabato scorso, concludendo la gara rispettivamente in diciassettesima e diciottesima posizione, davanti soltanto a Bottas e Sargean.
Gli alfieri Alpine hanno sofferto diversi problemi, altrimenti sarebbe stata una facile doppietta inversa per i due piloti transalpini. La crisi, perché di questo si parla, nasce però diversi anni fa, a quando la squadra di Enstone si chiamava Renault: scarsi risultati, podi nemmeno col binocolo e top team lontanissimi e praticamente irraggiungibili. Ancor prima del Covid ci si chiedeva se l’azienda avrebbe continuato in Formula 1, quantomeno sotto questo nome.
E infatti, durante il campionato mondiale edizione 2021, arriva l’ennesimo cambio di denominazione in Alpine, marchio storico francese. A cambiare però è solamente la livrea, che passa dal giallo all’azzurro, mentre per il resto le problematiche continuano a fare presenza tali e quali, anche per quanto riguarda la mera gestione del gruppo di lavoro: nel 2022 si è passati da Cyril Abiteboul a Otmar Szafnauer, nel mezzo una presenza “ad interim” dell’ex commissario e ingegnere della Federazione Internazionale Marcin Budkowski.
Alpine A524: i disastri della gestione Szafnauer
Il manager britannico non verrà certamente ricordato in Alpine per i suoi risultati: arrivato a inizio 2022, in appena sei mesi è riuscito nell’ardua impresa di lasciarsi scappare due piloti come Fernando Alonso e Oscar Piastri. Arrivati a metà stagione era tutto pronto con lo spagnolo per il rinnovo di contratto, ma l’addio di Sebastian Vettel all’Aston Martin ha cambiato tutto, e il due volte iridato non ci ha pensato un attimo, lasciando i francesi per sposare un progetto poi rivelatosi importante con il team di Silverstone.
A quel punto, Szafnauer ha pensato alla promozione di Piastri, fresco campione della Formula 2 e in quel momento riserva di lusso. La gaffe è presto servita: Alpine annuncia l’australiano con un comunicato stampa, ma il pilota poco dopo conferma di non aver in alcun modo preso la decisione di correre con i francesi nel 2023, perché di fatto aveva già firmato con la McLaren. Questo è forse il primo ma fatale disastro della gestione di Szafnauer, a conferma di una confusione generale all’interno della squadra.
Quindi si è deciso di puntare su un altro cavallo, ossia Pierre Gasly: il transalpino scuola Red Bull porta con sé una ventata di aria fresca ed entusiasmo necessari per affrontare al meglio una stagione che alla fine si rivelerà anonima per l’Alpine, con il sesto posto nel campionato costruttori e un podio conquistato a Zandvoort, quando però Szafnauer era già fuori dai giochi. Non ci siamo dimenticati ovviamente della vittoria di Ocon nel 2021 a Budapest o del podio di Alonso in Qatar, ma parliamo di due fatti più dovuti al caso che ad altro.
Alpine A524: la rivoluzione del 2023 e lo sguardo attento di Andretti
La vera rivoluzione in Alpine arriva a cavallo tra la prima parte e la metà del 2023. Laurent Rossi, amministratore delegato è il primo a ufficializzare l’addio coi francesi, i quali mettono alla porta nel bel mezzo della stagione sia Alan Permane, direttore sportivo e da più di 30 anni a Enstone sin da quando la squadra aveva il nome Benetton, che Otmar Szafnauer, fatto fuori praticamente nel corso del weekend del Gran Premio del Belgio, laddove tra l’altro Pierre Gasly arrivava in top 3 nella Sprint Race. Bruno Famin ha preso la guida della squadra, in un primo momento per tappare il buco lasciato vacante dal britannico, successivamente a tempo pieno.
Arriviamo al lancio della A524, una vettura quasi inguardabile, con Ocon e Gasly cupissimi nel momento della presentazione, consapevoli del disastro che avevano sotto i loro occhi. Per questo motivo infatti, Matt Harman ha rassegnato le proprie dimissioni da direttore tecnico, seguito in rapida successione da Dirk de Beer, capo dell’aerodinamica. Uno scenario di simile, anche se con dinamiche diverse a quanto accaduto lo scorso anno alla Ferrari con l’addio di Sanchez dopo i test in Bahrain.
I piloti fanno fronte comune e non nascono le difficoltà, sperando in uno spiraglio di luce nelle prossime settimane. Nel frattempo però, dagli Stati Uniti arriva un’indiscrezione, che al momento ovviamente prendiamo come tale: Andretti non ha smesso un attimo di pensare alla Formula 1 nonostante il no secco del Circus di qualche settimana fa, e sarebbe pronto a cogliere l’opportunità acquistando le quote di un team già presente. Si parlava di Haas tempo fa, anche per questioni geografiche, ma Alpine e quindi Gruppo Renault potrebbero anche lasciare prossimamente, e visti i rapporti buoni tra le due parti, non sarebbe poi una cosa così campata per aria.
Autore: Andrea Bovone
Immagini: Alpine F1 Team