L’exploit di Oliver Bearman nel Gran Premio di F1 dell’Arabia Saudita ha suscitato consensi da parte di tutti gli addetti ai lavori. La performance consistente ed esente da errori espressa dal diciottenne, al volante della SF-24, sembra aver fatto “invecchiare” in un battibaleno la generazione di fenomeni composta dai vari Verstappen , Leclerc, Norris, Russell anche essi giovanissimi ma che a confronto di “Ollie” rappresentano ormai i veterani della categoria. La Scuderia Ferrari ha osato fornendo una chance a un ragazzo che ben si è comportato nelle categorie propedeutiche.
Mentre altri team meno blasonati cercano la maturità sportiva che minimizzi gli errori di guida e i potenziai costi derivanti da inevitabili errori di guida. Mick Schumacher, brevemente inquadrato dalla regia internazionale, è stata la vittima illustre di questa logica e non sarà facile per il figlio del grande Michael avere una seconda opportunità. La performance di Bearman è la conferma che il livello di preparazione dei test driver è di livello assoluto anche se hanno poche possibilità di girare in pista e provare sul proprio corpo lo stress fisico prodotto dalla guida delle F1 sulla distanza della gara.
In tal senso l’header deformato della monoposto numero 38 a fine gara testimonia l’incredibile sforzo fisico richiesto per la guida delle monoposto. Tale assunto trova conferma nelle performance espresse da Liam Lawson quando è stato chiamato a sostituire Daniel Ricciardo infortunatosi nel Gran Premio d’Olanda dello scorso anno.
F1, Bearman: solo gli imprevisti offrono chance ai piloti della generazione “Z”?
Scorrendo la entry list del mondiale 2024, il 90% dei piloti è stato formato nella cantera dei top team. Nella Formula 1 pre Budget Cap i team della parte bassa del midfield scommettevano su giovani di belle speranze. Basti pensare a Daniel Ricciardo ha esordito sulla matricola HRT, Perez sulla Sauber oppure Bottas sulla derelitta Williams prima dell’era turbo ibrida. Al giorno d’oggi, per assurdo, è molto più probabile che un top team svezzi un campioncino piuttosto che un team che deve continuamente fare i conti con la spada di Damocle del limite di spesa.
Ad esempio Mercedes sta seguendo con grandissima attenzione lo sviluppo della carriera di Kimi Antonelli, quest’anno impegnato in Formula 2. Il vuoto che lascerà Lewis Hamilton al termine della duratura collaborazione con la stella a tre punte sarà difficilmente colmabile anche da un driver senior. Pertanto l’opzione Antonelli è tutt’altro che campata in aria. Ad esempio Toto Wolff, team principal della scuderia Mercedes, ieri si è messo al volante della Mercedes GT3 ad Imola, gestita guarda caso da Marco Antonelli, padre del pilota Andrea e a sua volta noto pilota anni fa di vetture Turismo, e che porta l’acronimo di Andrea Kimi Motorsport.
Verso l’ora di pranzo è arrivato anche Andrea, il pilota del team Prema, protagonista a Jeddah lo scorso weekend. Con il padre Marco e Toto ha mangiato alla mensa del circuito. Antonelli al fianco di Russell formerebbe una line-up giovanissima che avrebbe ragione di esistere specie se la stagione 2025 dovesse riproporre il dominio tecnico Red Bull. Piloti del calibro di Fernando Alonso o addirittura Max Verstappen senza una monoposto vincente non avrebbero motivo di lasciare i rispettivi team. Con le dovute proporzioni Antonelli potrebbe crescere senza lo stress di dover lottare per la vittoria, un po’ come è accaduto negli anni di militanza di Russell in Williams.
Red Bull che ha portato in F1 cinque degli attuali piloti sullo schieramento di partenza, è invece in grossa difficoltà sul versante del programma giovani e per tale ragione ha voluto mettere nuovamente alla prova Daniel Ricciardo per capire se possa essere una valida alternativa a Sergio Perez, il cui contratto è in scadenza. Probabilmente questa carenza di talenti nella canterà Red Bull è anche l’evidenza che il contributo di Helmut Marko in qualità di talent scout non è più ai livelli del recente passato.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat – Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – Mercedes AMG F1 Team