La sintesi della crisi tecnica del team Mercedes in F1 sono racchiuse nelle dichiarazioni post qualifica a Jeddah di Sir Lewis Hamilton. Il sette volte campione del mondo ha espresso, in sostanza, l’incapacità della squadra nel risolvere problemi che perdurano dall’introduzione del regolamento tecnico nel 2022, con particolare riferimento al bouncing. Messi da parte i fasti del duraturo dominio, la Stella a Tre Punte non è ancora riuscita a realizzare una monoposto in grado di lottare per il vertice.
Il concept zero pod si è rivelato fallimentare e la convergenza verso il paradigma Red Bull non ha conferito il livello di performance che gli uomini di Brackley si attendevano. Anche la W15 pare una vettura destinata a subire importanti aggiornamenti, con l’obiettivo di tornare in scia alla RB20 e distanziare la diretta concorrenza. L’avvicendamento tra Mike Elliott e James Allison ha senza dubbio aiutato ma, al momento, la panacea dei mali che affliggono le frecce nere e grigie resta. Toto Wolff si trova dinanzi a sé la sfida più grande da quando è sul ponte di comando della Mercedes.
L’imprevedibile addio anticipato di Lewis Hamilton al termine della stagione è stato un pessimo segnale per il team. L’uomo più rappresentativo della squadra ah deciso di passare alla concorrenza e in questo caso non lo fatto solamente perché l’attrazione ammaliante del richiamo Ferrari era ingestibile. Al contrario, implicitamente, Hamilton ha percepito che nel breve periodo il livello di competitività della vettura tedesca non sarebbe cambiato. Ora tocca a Wolff la ricostruzione del team dalle fondamenta, perché del recente passato iniziano a pesare come un macigno difronte alla mediocrità del presente.
F1, Mercedes: tornare ad essere protagonista sulla scena politica del Circus
Lo scorso dicembre la FIA annunciò che avrebbe esaminato un report contenente l’accusa, secondo cui, un dipendente della FOM aveva trasmesso informazioni confidenziali a un team principal di F1. Si trattava di Wolff e di sua moglie Susie, anch’ella menzionata, che lavora per la Formula One Management (FOM) come amministratore delegato della F1 Academy della serie junior femminile. Dopo la rabbiosa risposta del manager austriaco che rigettò al mittente le infamanti speculazioni, la Federazione Internazionale constatò di non avere l’appoggio degli altri team che si schierarono in favore di Toto.
Con una goffa retromarcia a tempo di record la FIA comunicò che l’indagine sul potenziale conflitto di interessi era stata chiusa, senza alcuna evidenza di un passaggio di informazioni tra i consorti suddetti. Per lo spilungone austriaco si è trattato di un chiaro attacco personale ad opera di Mohammed Ben Sulayem. Recentemente le parti si sono invertite ed è il presidente l’ex rallista emiratino a trovarsi sotto investigazione. Motivo? Presunta manipolazione del Gran Premio dell’Arabia Saudita dello scorso anno. Occasione per “regolare i conti” e tornare a fare la voce grossa sulla scena politica della F1.
F1: Mercedes getta benzina sul fuoco Red Bull. Obiettivo destabilizzare i campioni del mondo
I dissidi interni al team campione del mondo non sembrano spegnersi. La caccia alle streghe in seno alla Red Bull è un assist clamoroso per la concorrenza. Certo… al momento la squadra di Milton Keynes continua a dominare, ma si tratta del frutto concernete il lavoro svolto nel recente passato, vale a dire da metà della scorsa stagione. La scuderia campione del mondo in carica, infatti, tenendo presente il caos al suo interno potrebbe implodere nei prossimi mesi e un manager navigato come Wolff ha tutte le doti per alimentare la lotta intestina e ottenere un vantaggio competitivo.
Ad esempio, tramite una recente intervista rilasciata a una testata austriaca, Toto si è chiesto per quale ragione la dipendente denunciante sul caso Horner non si sia rivolta direttamente all’HR (human resource, nda) di riferimento. Sostanzialmente, il team principal della Mercedes ha voluto sottintendere un fatto: all’interno del “drink team” il clima è altamente tossico e disfunzionale da indurre la dipendente a inviare la segnalazione direttamente all’headquarter di Red Bull Sport in Austria, temendo di non essere presa in considerazione nel regno dello “Spice Boy”.
F1, Mercedes: l’insourcing da Red Bull è prioritario
Come spesso sottolineato, il modo più veloce per recuperare terreno su di un avversario è fare la campagna acquisti di figure tecniche di spicco in casa dei rivali. Red Bull negli anni scorsi ha infatti messo in atto un insourcing senza precedenti che ha fatto spostare tanti ingegneri da Brackley a Milton Keynes. L’insostenibile clima interno nella scuderia austrica potrebbe riproporre la medesima dinamica ma con percorso opposto. Almeno questo è quello che sperano Mercedes e anche Ferrari, affinché si possano ricucire rapidamente le distanze.
Dulcis in fundo la questione piloti. Difficilmente Max Verstappen lascerà il team campione in carica prima del 2026, in quanto l’attuale vantaggio tecnico del suo mezzo meccanico gli garantirà, quasi certamente, una lotta avvantaggiata verso il raggiungimento di altri due titoli iridati. La rivoluzione tecnica che prevede il nuovo corpo normativo, però, potrebbe sovvertire i valori in campo ed è proprio per quella data che Mercedes vuole farsi trovare pronta, con l’obiettivo di offrire un volante delle sue monoposto al talento infinito nato in quel di Hasselt, città belga di 70.584 abitanti.
Autore e video: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Mercedes AMG F1 Team