F1: il mondo Ferrari è meraviglioso perchè si presta a innumerevoli paradossi. «Se ci sono due o più modi di fare una cosa, e uno di questi modi può condurre a una catastrofe, allora qualcuno la farà in quel modo» La frase che fa da caposaldo alla “legge di Murphy” fu pronunciata nel 1949 dall’ingegnere (militare) Edward Murphy, incaricato di verificare la tolleranza del corpo umano all’accelerazione attraverso una serie di esperimenti. Uno di questi prevedeva che al soggetto fossero applicati 16 accelerometri, agganciabili al loro supporto in due modi, uno giusto e uno sbagliato.
Sistematicamente, i tecnici incaricati di agganciare i sensori lo facevano nel modo sbagliato. Murphy lo notò e pronunciò l’ormai celeberrima frase, cui poi furono aggiunte 9 postille che la precisavano. A noi interessa ricordare che è diventata il caposaldo della nota pseudo-legge scientifica. Come ovvio, la “legge di Murphy” ha lo scopo di sorridere degli accidenti che a ognuno di noi possono capitare nella vita e può essere sintetizzata nell’assioma (valido di per se stesso): “Se qualcosa può andare storto, lo farà”.
Tra l’altro, come sapete, il grande regista Christopher Nolan ne ha fatto uno dei “cardini” narrativi del bellissimo “Interstellar”. Il postulato che vorrei aggiungere io è il seguente: La legge di Murphy colpisce chi se la merita. E qui arriviamo alla Ferrari vista alla prima gara stagionale.
Nota a margine: si sta ancora indagando sulle cause che hanno creato vistosi problemi a Leclerc, soprattutto nel primo tratto di gara. Molto probabilmente, come nella classica tradizione Ferrari, non si saprà mai esattamente cosa è accaduto. Tuttavia, tramite una ricostruzione degli eventi, abbiamo ipotizzato diversi scenari che potrebbero essere senza dubbio fattuali, specie conoscendo il team di Maranello.
L’unica cosa che sappiamo è che quando Leclerc frenava, alle ruote anteriori succedeva una cosa poco carina: una frenava a una certa intensità, l’altra a un’altra. E dunque il nostro, frenando, vedeva la monoposto andare a destra. Quando lo fai a 300 chilometri all’ora non deve essere una cosa molto simpatica. Seguo la F1 dal 1987, ed è la prima volta che io sento di un problema del genere.
Magari mi difetta la memoria, nel caso spero che qualcuno mi corregga. Ma in ogni caso il punto è che è un problema rarissimo. Anche perché i freni servono per frenare, appunto. E soprattutto in F1 devono funzionare in modo perfetto. Potete capire perché. Potrei essere smentito, ma scommetterei i miei due centesimi sul fatto che si sia trattato di un errore umano. E che i nostri uomini al muretto ne abbiamo combinata un’altra delle loro…
F1, Ferrari: i problemi cronici irrisolti e a quanto pare misteriosamente irrisolvibili
Xaver Marcos Pedros ha provato a farcelo sapere a fine gara via radio, ma Vasseur ha troncato la discussione : “Ne parliamo dopo”. La perentorietà rinforza la mia ipotesi di qualche errore umano. D’altronde, noi siamo quelli della candela che non funziona al giro di formazione, del cambio che è stato verificato e va bene e poi non funziona (sempre al giro di formazione, a Montecarlo) e di tantissimi altri episodi per i quali negli ultimi anni non è che Ferrari incuta timore agli avversari, semmai un sommesso sorrisino…
Ma veniamo al dunque… la cosa che mi rattrista del team che tifo da una vita è che certe dinamiche tornano con cronica puntualità, e che quindi non possano essere addebitate al destino cinico e baro (comoda scusa, quando il mero guasto meccanico in F1 è merce sempre più rara). Pensateci: hanno avuto cinque giorni per preparare una gara e testare la monoposto. Sono sempre pochi, ma ragionevolmente sufficienti per conoscere il circuito e la monoposto.
E gli unici fra i top team che hanno avuto un problema tecnico pericoloso sono loro. Siamo sempre punto a capo. In un mondo dove tutto deve essere a livelli elevatissimi per ottenere il massimo da ciò che hai a disposizione, un team glorioso come la Ferrari può permettersi simili problematiche? La riposta è ovviamente negativa. No, non può permettersele. E se ci fosse un errore umano, cosa per me assolutamente plausibile, lo ripeto, abbiamo il solito problema: persone in pista sicuramente valide ma non all’altezza della sfida.
Già abbiamo il dubbio di un pacchetto complessivo di tecnici non capaci di sostenere lo scontro con la corazzata Red Bull (come non lo sono stati con la corazzata Mercedes). Ma lì, almeno, ti consoli parzialmente vedendo che la SF-24 pare essere nata bene e che tutti le prendono da Red Bull da due anni e mezzo…
Ti consola di meno pensare che il lavoro fatto a livello tecnico possa essere vanificato da una candela che non va, da un rimontaggio non adeguato di alcune componenti, da controlli evidentemente non accurati come negli altri team… E in un mondo, lo ripeto, dove deve essere tutto al top, ti deprime abbastanza che alcune cose tornino ciclicamente in Ferrari.
Io continuo a pensare che il muretto non sia all’altezza dell’enorme sfida in pista. Ora mi attirerò sicuramente orde di critici. Ma questo dubbio, sino a quando non ci saranno gare convincenti lato box, mi resterà. Le qualifiche potevano essere gestite meglio. E non lo dico io, lo dice Leclerc… E siamo sempre punto a capo. Il capitale umano. In questo caso gli uomini in pista…
E allora, la sfiga in F1 non esiste. D’altronde non lo dico io, lo diceva un signore nato nel febbraio del 1898. Per essere preciso lo disse in una conferenza stampa del 1962, presentando il suo libro autobiografico “Le mie gioie terribili”. Si chiamava Enzo Ferrari.
F1, Gran Premio del Bahrain 2024: le performance della Ferrari SF-24 sono comunque incoraggianti
Red Bull. Voto: davvero ne dobbiamo parlare?
Verstappen. Voto: idem come sopra.
Fia. Voto: la banalità del nulla.
Mi spiego meglio. Dal 2008 in poi in F1 c’è stato un continuo rincorrere restrizioni, assenze di test, parti contingentate e via discorrendo. Un orrore che tutti conoscete. L’obiettivo doveva essere quello di avvicinare un poco tutti e quindi rendere la F1 più avvincente e spettacolare. Ancora di più con la stagione ibrida che nasce nel 2014. Vediamo un poco: 2014-2021 dominio tecnico quasi imbarazzante di Mercedes. 2022–2024 (e plausibilmente 2025): dominio tecnico stellare e altrettanto imbarazzante di Red Bull.
Dunque, pare evidente che ciò che è andata predicando e mettendo in atto la Federazione ha ottenuto l’effetto opposto rispetto alle premesse. Difatti, non è che i cicli tecnici e i domini in F1 non siano mai esistiti. Ma non sono mai esistiti con la durata e intensità che vediamo dal 2014. E allora? E allora forse si dovrebbe avere il coraggio di stracciare tutte queste cose e ripartire da un foglio bianco. Tuttavia, tornando alla legge di Murphy:
«Se ci sono due o più modi di fare una cosa,e uno di questi modi può condurre a una catastrofe,allora qualcuno alla Fia lo farà in quel modo.»
Ferrari SF-24. Voto: 8.
Tralasciando le probabili tragicomiche vicende di cui abbiamo già parlato, mi pare evidente che la nuova monoposto sia un progetto nato bene. Perlomeno può permettere a Ferrari un’agevole seconda posizione nel mondiale costruttori. Allo stato attuale non si può ambire ad altro. Questo passa il convento.
Sainz. Voto: 9.
Ha mostrato sin dall’inizio di avere grande confidenza con la nuova monoposto. Ha capitalizzato quanto poteva, il terzo posto era l’unico obiettivo raggiungibile senza disastri Red Bull.
Leclerc. Voto: 9.
Ha guidato con il perenne rischio di andare fuori pista. Lo fanno solo quelli che hanno talento e manico.
Perez. Voto: under pressure.
Ma voi ve lo immaginate come deve vivere Perez? Mentre in mondovisione gli dicono che dovrebbe andare più forte, con una monoposto cucita addosso a Max come la tuta che indossa. E che è sempre lì, con l’occhio torvo di Marko pronto a fulminarlo…
Horner-gate. Voto: pasticciaccio Red Bull?
Non conosco, come tutti voi, se le accuse mosse ad Horner abbiano fondamento. L’indagine interna lo ha scagionato. Subito dopo le presunte prove sono state inviate via mail all’universo mondo. In ogni caso, pare plausibile che ci sia una faida “interna” al team. Non so se queste cose potrebbero influenzare il rendimento in pista, ed è anche meschino (seppur umano) sperare che lo facciano. Tuttavia, più questa vicenda si protrae nel tempo, più il team ne esce male. Difatti, l’altro giorno Jos Verstappen ha lanciato la bomba termonucleare chiedendo senza troppi giri di parole la testa di Horner.
MERCEDES W-15. Voto: 6 1/2.
Forse c’è qualche piccolo problema, forse in realtà il problema è molto più grande. Lo vedremo nelle prossime gare. Tuttavia con le monoposto a effetto suolo per ora Mercedes continua a capirci poco.
Renault-Alpine. Voto: de profundis.
La Renault votò anch’essa il proprio harakiri nell’accettare entusiastica il 2014… e abbiamo visto come è andata a finire. Fiumi di soldi spesi per trovarsi fanalino di coda. La storia, a volte, sa essere tremendamente perfida.
Aston Martin. Voto: Insomma…
Alonso sapeva di cosa stava parlando nei giorni scorsi…
Visa-Cash-App RB. Voto: Non è revolving…
Dopo questa freddura, vi saluto. Ci sentiamo dopo il prossimo sabato…
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Immagini: Scuderia Ferrari