Sulla McLaren MCL38, nelle prossime settimane, come riportato durante i giorni scorsi tramite uno scritto dedicato, è atteso un’importante pacchetto di aggiornamenti che dovrebbe fornire una prestazione extra alla monoposto color papaya di circa 2 decimi. Al momento dobbiamo ricordare che sul giro secco c’è un gap “ideale” di 3 decimi sui primi della classe. Questo dato fa riferimento al week end scorso in Bahrein, durante le qualifica, dove la scuderia britannica, compresi i piloti, non sono comunque stati in grado di sfruttare appieno tutto il potenziale dell’auto.
Per questa ragione il distacco reale palesato era di sei decimi dalla pole position, tre in più di quello raggiungibile se tutto fosse andato secondo i piani. La base da cui partire per sviluppare la monoposto è davvero ottima. Tenendo presente caratteristiche e impostazione tecnica della vettura, potrebbe essere persino più solida del progetto Mercedes W15, da quello che ci pare di capire. C’è poi un altro aspetto molto importante da mettere sotto la lente di ingrandimento, migliorato in maniera considerevole se paragonato alle performance ottenute durante la campagna agonistica 2023.
Ci riferiamo alla velocità sul dritto della MCL38. Una monoposto che, di fatto, è stata capace di conquistare la palma di macchina più rapida nella qualifica del Bahrain, in riferimento alla particolare “classifica assoluta” delle velocità massime raggiunte in diversi punti della pista. Per di più, anche nei micro settori si notano intertempi migliori nel rettilineo che unisce curva 10 a curva 11, così come nella maggior parte del retta che succede curva 13.
McLaren MCL38 a Jeddah: posteriore più carico rispetto a Ferrari e Mercedes
Dal mero punto di vista aerodinamico, la McLaren MCL36 è una vettura che eredita un’ottima piattaforma, parecchio stabile soprattutto alle alte velocità. Elemento tramite il quale lo scorso anno, dopo l’importante pacchetto di up-date installato sulla monoposto in estate, ha saputo distinguersi mettendo in pista una performance persino migliore della RB19, su alcune tipologie di curve.
I tecnici di Woking si sono quindi premurati di incrementare la spianta verticale generata dal corpo vettura, riuscendo a a trovare alcuni punti di carico alle medie velocità. Si veda ad esempio curva 11 e 12 del circuito di Sakhir, dove in qualifica erano tra i più veloci del lotto. Manca ancora un certo quantitativo di downforce alle basse velocità, dove comunque un miglioramento è stato fatto incrementando il grip meccanico. Ovviamente va sottolineato un fatto: le scuderie che dispongono di maggior efficienza aerodinamica hanno amministrato il vantaggio sui rettilinei.
L’Arabia Saudita potrebbe adattarsi anche meglio alle caratteristiche della McLaren rispetto alla pista bahreinita. La MCL38 dovrebbe buone velocità di punta, sebbene Ferrari e Red Bull potrebbero fare un passo in avanti, in questo senso, avendo un margine maggiore per “giocare” con la messa a punto dell’auto. La pista di Jeddah è composta da molte curve rapide in successione, non in appoggio, dove serve carico proveniente dal fondo.
pare in appunto in grado di trovare tanta spinta verticale in questo range di velocità e, contestualmente, i cambi di direzioni sciorinati in Medio Oriente sono risultati parecchio competitivi. Siccome a Gedda ce ne saranno tanti e conterà anche la precisione di inserimento alle alte velocità, vedremo quali vetture saranno in grado di fare la differenza. Nel complesso serve una buona efficienza. Osservando l’ala posteriore scelta da McLaren per questo, notiamo come sulla McL38 faccia presenza una specifica leggermente più carica rispetto a Ferrari e Mercedes che al contrario hanno deciso di “scaricare” il main plain.
Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Aston Martin – Albert Fabrega – @AlbertFabrega
