Il presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem è investigato dalla F1! Dopo il caso Horner che continua a partorire capitoli intricati che aprono diversi scenari in casa Red Bull, un’altra bufera fa capolino nella massima categoria del motorsport. Le ultime stagioni hanno destato maggiore interesse per quanto accaduto a motori spenti piuttosto che in pista.
La sforamento del budget cap da parte della Red Bull due anni fa, il conflitto di interessi poi smentito tra Susie Wolff e Mercedes sollevato dalla FIA e da essa stessa ridimensionato, sino alla sopracitata indagine interna sul caso Horner che ha visto protagonista il team principal della scuderia di Milton Keynes. Nemmeno il tempo di analizzare quanto accaduto in pista nel primo round della stagione 2024 che il mondo del Circus viene scosso da uno scandalo di portata addirittura superiore rispetto a quelli precedentemente menzionati.
Secondo la BBC, infatti, il presidente della Federazione Internazionale Mohammed Ben Sulayem sarebbe sotto inchiesta per aver interferito sul risultato di una gara di Formula 1 della passata stagione. I fatti risalgono al Gran Premio dell’Arabia Saudita edizione 2023, quando al due volte campione del mondo Fernando Alonso vennero inflitti 10 secondi di penalità perché, mentre scontava una prima punizione di 5 secondi, la monoposto fu toccata dai meccanici con il rear jack durante la sosta.
Un informatore avrebbe segnalato alla FIA che Ben Sulayem sarebbe intervenuto personalmente, nel tentativo di revocare la penalità comminata al pilota iberico dell’Aston Martin. All’epoca, la giustificazione fornita dagli steward in merito all’accoglimento del ricorso del team di Silverstone, venne successivamente esplicitata nella risposta della FIA al diritto di revisione:
“Aston Martin ha dimostrato chiaramente che la presunta rappresentazione di un accordo tra la FIA e i team che prevedeva che toccare la vettura in qualsiasi modo, anche con un martinetto, costituisse un ‘lavoro’ sulla vettura ai fini dell’articolo 54.4 (c) del Regolamento Sportivo, era errata e quindi la base della decisione del Commissario Sportivo era sbagliata”. Insomma l’organo federale smentì se stesso lasciando interdetti per la mancanza di coerenza.
F1, Mohammed Ben Sulayem: un mandato caratterizzato da troppi controversie
Il potenziale tentativo di interferire sulla decisione di penalità è l’ultima di una serie di controversie che hanno coinvolto Ben Sulayem da quando è stato eletto presidente della FIA nel dicembre 2021. Recentemente l’organo federale aveva aperto un’indagine sul capo del team Mercedes Toto Wolff e sua moglie Susie su un potenziale conflitto di interessi derivante dal ruolo della moglie del team principal della stella a tre punte in seno alla FIA.
L’inchiesta è stata ritirata dopo soli due giorni, a seguito delle rimostranze della di Mercedes e delle altre nove squadre, che hanno tutti affermato di non aver presentato alcuna denuncia. Per non parlare della manifestazione di interesse del fondo di investimenti PIF che aveva formulato una proposta di 20 miliardi di dollari per l’acquisizione dei diritti commerciali della F1 detenuti da Liberty Media.
.Attraverso l’account personale di Twitter, l’ex pilota di rally emiratino espresse la propria opinione in merito alla proposta del fondo arabo. Lo fece in maniera dura in relazione alla carica di presidente della Federazione Internazionale. E’ necessario ricordare che Liberty Media detiene per i prossimi 90 anni i diritti commerciali della F1. Nei post della discordia, Sulayem si definì custode del motorsport in qualità di presidente di un’organizzazione no profit (FIA, nda).
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: FIA – Formula Uno