F1: cosa lega il gran premio nella terra del Sol levante svoltosi a Suzuka, cui abbiamo assistito prima di ripiombare in un sonno profondo dopo esserci svegliati presto e di domenica, alla fine della fiera quasi per niente (si scherza eh!), cosa lega questo evento motoristico, per riprendere il filo a piombo, al “pendolo di Foucault”?
Intendiamoci, non il pendolo del celebre fisico francese, dimostrazione empirica del movimento di rotazione della Terra sfruttando l’effetto della forza di Coriolis, ma il tomo pesantissimo di Umberto Eco, quel romanzone o romanzaccio terribile e devastante (forse un caso unico nella pregevole produzione dell’autore) che ebbi la sventura di sciropparmi a 18 anni (ammetto la mia colpevolezza poiché avendo vinto una borsa di studio scolastica scelsi io i libri che avrei potuto comprare) e che rimase a lungo un incubo vagolante fra i miei sogni?
Bè, ci sono almeno due cose che si “legano” fra loro. Intanto, appunto il fatto che la Red Bull ha rimesso le ali, nonostante gli sforzi sovrumani della mia “corte dei gufi”, e le ha tarpate a tutti gli altri. D’altronde in casa Honda non potevano certo fare una magra figura. Minimo dovevano dominare per tutto il fine settimana, e così è stato. Pure i pit più veloci si sono portati a casa. Nulla di nuovo, e narcolessia portami via…
Se poi pensiamo proprio al pendolo vero e proprio, ci viene invece da pensare a questa oscillazione specifica che, applicata alle monoposto sfornate dalla GeS (pardon, hanno mandato in pensione lo storico acronimo da qualche settimana, ora si chiama SF), ci mostra come esse abbiano carattere oscillante e opposto. In un campionato hanno troppo carico, l’anno dopo troppo poco, un anno fanno pole a ripetizione ma sbriciolano le gomme dopo tre giri, l’anno dopo diventano lumache in Q3 e digeriscono benissimo gli pneumatici Pirelli che Malox spostati…
Fateci caso… è un vero e proprio… pendolo! Il fatto è che nel frattempo gli altri (vedi Mercedes prima e ora Red Bull) il pendolo lo hanno messo nel mezzo Efficaci sempre… o quasi, cronologicamente parlando. Per 8 anni Mercedes, da due e mezzo Red Bull. Ferrari, come ben sapete, è ancora dispersa dal 2007. Tuttavia, poiché i miei detrattori mi accusano di essere un pessimista cronico (non capisco dove sarebbe la novità, visto che mi autoaccuso della suddetta colpa spesso e volentieri!), vediamo di analizzare due o tre cose con l’esempio del bicchiere: mezzo pieno e mezzo vuoto.
Intanto, bicchiere mezzo pieno: Ferrari senza troppi patemi e fatiche seconda forza “conclamata”. Il secondo è il primo dei perdenti, va bene, ma se non sei secondo sei terzo ed è pure peggio e via discorrendo. Insomma su un circuito vero e probante come Suzuka, la SF-24 si è comportata bene. E, visti i tempi, è difficile aspettarsi di meglio. Lo sapevamo tutti che era pura utopia sperare di impensierire sempre e ovunque la Red Bull. Quindi, direi missione compiuta per una buona base. Ora arriva la prova del nove. Sviluppare quella base. E qui si vedrà la vera forza del reparto tecnico “made in Vasseur“.
Bicchiere mezzo vuoto: il pendolo. Prima fulmini in qualifica, ora mezze lumache. Hai tempo ad andare benone poi in gara. Quelli davanti ti fanno da tappo per qualche giro e tanti saluti alla tenzone e ai sogni di potenziale gloria. Insomma, mai che una volta la Ferrari centri questo benedetto pendolo e la smetta di oscillare o da una parte o dall’altra. Quindi, caro sornione curato di Campagna nonché Valvassore Fred, datti una mossa. Hai a disposizione tre strade: comprare Newey, oppure uno molto simile a lui, oppure una serie di tecnici di valore che possano reggere botta dinanzi a cotanto genio.
Clonarlo dici? Bè, ci stanno provando da un pezzo, ma per ora pare non funzioni… Ammetto di avere il dubbio, e l’ho scritto sovente, che il nostro reparto tecnico sia buono ma non eccellente. Ma, nel caso (che auspico) di essermi sbagliato, penitenza a Maranello con il capo cosparso di cenere!
F1|Ferrari: la perfetta gestione piloti di Vasseur
Mercedes. Voto: tenerezza.
A sentirli dire cose tipo “non sappiamo estrarre il potenziale della vettura”, “siamo più veloci di Ferrari in gara (Melbourne), “abbiamo guadagnato 70 punti di carico, solo che non li troviamo” (avete provato con una torcia?!)… mi viene un pochino di tenerezza. Il “Karma” è proprio una cattiva persona. Mattia, esci da questo Toto!
Williams. Voto: tristezza.
Detto con il cuore. Una scuderia gloriosa ridotta in questo stato. E non aggiungo altro. Spero solo si risollevino presto…
Sainz. Voto: concretezza assoluta.
Carlos sembra davvero in uno stato di grazia in questa stagione di F1. E si merita tutti gli elogi che gli arrivano. Non sempre è stato così forte e costante, giova sottolinearlo.
Leclerc. Voto: che succede?
Ammetto di non riuscire a decifrare esattamente il momento “no” di Leclerc in qualifica. E anche in gara, talvolta, prende paga dallo smooth operator iberico. Sempre in riferimento a questo primo spezzone di mondiale. “A Fra, che c’è?”. Ipotesi, non supportata da alcun dato: Charles vuole strafare e soprattutto in qualifica ciò non paga. Magari, semplicemente, dovrebbe rilassarsi un pochino. Anche perché, che sia dannatamente veloce, quasi un killer sul giro singolo, non è certo una mia farneticazione. E non può certo aver disimparato nell’arco di un mese…
Hamilton. Voto: 5. Fa il compitino. L’impressione è che con la mente sia già a Maranello. Inoltre sa benissimo che, per ovvi motivi, non è più lui la punta della Mercedes. E, d’altronde, questo è il terzo anno di F1 che sbagliano clamorosamente la monoposto dalle parti della stella a tre punte. Quasi come dire… inutile dannarsi l’anima…
Querelle (tifosi di) Leclerc-Sainz. Voto: Davvero?
Mi pare una polemica francamente inutile quella su Sainz vs Leclerc. Primo: che ci piaccia o no non siamo noi a tirar fuori i diné (come si dice dalle mie parti), ma John Elkann. Ci mette la faccia e chiama uno come Hamilton non solo perché è il pilota più vincente in attività, ma anche per tutto ciò che c’è nell’universo Hamilton, compresa la confezione luccicante e modaiola. Secondo… e altra polemica che trovo stucchevole… Sappiamo benissimo che non ci stiamo giocando il mondiale, per quanto noi spereremmo che le cose stessero in tutt’altro modo.
E sappiamo benissimo che forse al massimo possiamo aspirare a fare qualcosa nel Costruttori, se per caso Perez comincia a fare il Perez che tanto ci piace. Quindi, che si arrivi secondo e terzo fra i nostri due alfieri, nella conta aritmetica non cambia nulla. Vasseur secondo me sta saggiamente gestendo i piloti. Ben altra cosa rispetto all’era Binotto dove sì c’erano scelte precise da fare, che non si fecero, tanto che ancora prendo il Gaviscon… e non voglio aggiungere altro per evitare gli strali polemici delle vedove di Mattia da Losanna…
Horner che “tuba” con Perez. Voto: messaggio chiaro.
Sarò io in malafede, ma mentre Marko massacra il nostro ad ogni occasione (l’ultima “se gli facciamo un contratto biennale quello si siede”), il TP ancora al centro del ciclone per le presunte accuse di molestie a sfondo sessuale (via chat) amoreggia in versi al miele con Checo. E’ commovente. Però c’è talmente tanto zucchero da rischiare un attacco di diabete. Il messaggio è chiaro: possiamo vincere senza Max. Dite che mi sono fatto un viaggio allucinogeno? Chissà…
Pneumatici ribassati. Voto: non ci siamo.
Sarà la ventesima volta che lo scrivo. L’idea di fare pneumatici ribassati ha sì ridotto le oscillazioni della “carcassa” dello pneumatico in curva, ma ha anche lo spiacevole risultato di vedere una volta sì e l’altra pure il battistrada staccarsi dalla spalla per un nonnulla. Una cosa che, secondo me, risulta assai poco sicura.
P.S.: attualmente il tomo di Eco di cui parlavo ad apertura del pagellone fa bella mostra di sé come rinforzo per un tavolino in mansarda. E lo fa egregiamente.
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Immagini: Scuderia Ferrari