Mercedes è tornata in Cina dopo 5 anni, esattamente come il resto delle F1. A distanza di tempo ricorderemo il dominio della scuderia di Brackely a Shanghai prima della pandemia da Covid-19. Da oltre due anni, oramai, il testimone della supremazia schiacciante è stato raccolto da Red Bull che spadroneggia grazie a Max Verstappen e alle magnifiche opere di ingegneria aero-meccanica ideate dall’equipe diretta da Adrian Newey. Il formato sprint e la pioggia hanno consentito a Lewis Hamilton di assaporare la gioia di condurre una gara, anche se si trattava di quella mini del sabato.
Felicità durata poco, fino a quando Max non è tornato nella posizione a lui congeniale, quella del leader assoluto. Tuttavia il secondo posto di Lewis nella Sprint Race è stato il primo acuto delle frecce grigie e nere in questo scorcio di stagione. Il miglioramento delle condizioni meteo ha ripristinato i reali rapporti di forza in pista e i primi effetti nefasti si sono apprezzati nelle qualifiche del sabato pomeriggio, dove l’epta campione del mondo ha inopinatamente fallito il passaggio in Q2, mentre Russell ha colto solamente l’ottavo crono. Mercedes, sul giro secco, è stata la quinta forza in Cina.
F1, Mercedes: Russell e Hamilton ottimizzano il potenziale della W15
La gara è stata pesantemente condiziona dalla duplice Safety Car, dovuta al guasto occorso alla Sauber di Bottas e successivamente al caos generatosi a metà gruppo nelle fasi di ripartenza dopo la prima neutralizzazione della corsa. Considerando l’attuale livello di competitività delle vetture tedesche, il risultato finale ottenuto dapi piloti è complessivamente il miglior risultato a cui si poteva ambire. Russell ha chiuso la gara a poca distanza dalla Ferrari di Sainz, mentre Hamilton ha compiuto una bella rimonta considerando la diciottesima posizione sulla griglia di partenza.
Un risultato mediocre rispetto ai fasti del passato, ma ormai è evidente come Mercedes non sia capace di tirarsi fuori da questo limbo prestazionale che non le consente di ambire nemmeno al gradino più basso del podio. A titolo di paragone, anche la tanta vituperata W13 che saltellava più di una cavalletta, dopo cinque Gran Premi aveva colto 2 piazzamenti a podio. Se per Hamilton la deriva della Stella a tre punte sul lungo periodo ha scarsa rilevanza, Toto Wolff e George Russell dovrebbero iniziare a porsi delle domande molto serie sul prossimo futuro che pare ancora a tinte fosche.
Il manager austriaco ha il duplice ruolo di garante successi sportivi della scuderia e come azionista del team. Posizioni il cui successo è strettamente interconnesso. Per quanti anni ancora i vertici di Stoccarda accetteranno le sonanti batoste in tutti gli angoli del mondo prima di ripensare al programma F1? La sistematica sconfitta subita dalle squadre clienti come Aston Martin nei primi GP della scorsa e da McLaren dalla seconda parte del 2023, sommando i risultati del 2024, sino a quando sarà accettabile? Probabilmente la deadline è la stagione 2026, in cui farà presenza un nuovo reset regolamentare sia per quanto concerne le unità di potenza che per la parte aerodinamica.
F1, Mercedes: up-date mirati a correggere la W15
Il sette volte campione del mondo non si è sottratto di fronte alle sue responsabilità, spiegando di aver optato per un set-up sbagliato, cosa che non si ripeterà. Secondo il pilota britannico quello utilizzato durane la corsa è stato probabilmente il peggior assetto mai visto in carriera. L’intento di centrare la piccola finestra operativa in cui la W15 si esprime meglio la ha indotto in un grave errore. Più speranzoso George Russell, convinto che la quinta tappa del mondiale in Cina possa essere la base su cui migliorare la piattaforma aerodinamica instabile e scorbutica della W15.
Secondo il pilota originario di King’s Lynn, infatti, quello di Shangai è stato un fine settimana sul quale la scuderia deve per forza di cosa riscostruire una certa solidità. Il giovane talento inglese è consapevole quanto sia necessario continuare sommare ulteriore prestazione alla vettura, perché l’obiettivo è quello di portare le due monoposto decisamente più in alto nello schieramento. In tal senso il team continuerà a lavorare duramente per raggiungere obiettivi più gratificanti. Up-date necessari che dal prossimo appuntamento a Miami dovrebbero arrivare.
L’obiettivo all’interno del contesto Mercedes è molto chiaro: trovare un giusta interazione aero-meccanica che al momento latita fortemente. Per questo i tecnici hanno profuso grandi sforzi e in terra americana. Un pacchetto importante che vedrà modifiche al fondo, sopra e sotto, per correggere l’andamento dei flussi e stabilizzare la mappa aero della W15 specie a determinati range di velocità. Il distacco della vena fluida fa presenza, a quanto, pare. Aspetto che riduce notevolmente le prestazioni della vettura. Per di più arriveranno “correzioni” nella parte centrale della monoposto, zona side pod, con un probabili quanto necessario re-shaping per guadagnare qualche centimetro cubico in più nella zona dell’undercut.
Resta da capire se la scuderia pluri premiata introdurrà la nuova ala posteriore in cantiere da qualche tempo. Dalle info raccolte, sappiamo che si tratta di un’aggiornamento capace di massimizzare il carico al posteriore legato alla configurazione della beam-wing, contesto in questo momento imperfetto, in quanto il lavoro in combinato delle due componenti attuali non risulta effettivo come dovrebbe. Mercedes è pronta a realizzare uno step con il quale vorrebbe sbloccare parte del potenziale inespresso e, ovviamente, allargare la finestra di messa a punto dell’auto. Attendiamo…
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Mercedes AMG F1 Team
