Ferrari sta crescendo. Una “learning curve” che passa per diversi fattori. Per quanto concerne la pista sappiamo bene quali siano pregi e difetti della SF-24, monoposto sincera che in linea generale offre una buona base sulla quale lavorare, nei week-end di gara. La vettura è stabile, bilanciata, grazie alla diverse modifiche che la contraddistinguono dall’auto progenitrice: cassa veicolo, ritocchi al sistema sospensivo e nuova struttura del fluido ottenuta da una veste aerodinamica più effettiva nella zona dell’undercut, side-pod, pance, coca-cola e diffusore. Ben fatto, insomma.
Sebbene il front-end è stato fortemente potenziato, componente della vettura con il quale la rossa “costruisce” il suo giro, al posteriore manca ancora qualcosa. Nei cambi di direzione in particolare, dove il retrotreno non riesce a seguire la precisione dell’anteriore. Stesso discorso per la trazione, punto di forza la scorsa annata dove le performance erano al top, spesso addirittura superiori a quelle prodotte dalla Red Bull RB19, auto capace di dominare il campionato con grande superiorità. Il gruppo di lavoro capeggiato da Enrico Cardile sta profondendo il massimo sforzo.
Il risultato è il pacchetto di aggiornamenti corposi che vedremo debuttare a Imola, maggio inoltrato. Un up-date che vuole potenziare la vettura in tutte le aree, tramite un’evoluzione aggressiva dei dettami tecnici presi in considerazione per forgiare la SF-24. Per di più, secondo le informazioni raccolte dalla nostra redazione, il Cavallino Rampante sta accelerando per provare a portare a Miami alcune piccole novità. Sesto appuntamento della campagna agonistica 2024 che vedrà una nuova livrea dedicata. Una doppia tonalità di azzurro per evocare le gesta passate delle vetture italiane in territorio americano.
Per il resto la crescita del team passa attraverso la gestione del fine settimana. Ci riferiamo alla gestione del mezzo meccanico in pista, cercando di ottimizzare al massimo il rendimento dell’auto modenese. Accedere alla massima competitività e sfruttare appieno il potenziale dell’auto, quindi. Contesto che in Cina, questione gomme, era molto lontano dal palesarsi. Ne abbiamo parlato parecchio esaminando a fondo le difficoltà della Ferrari nell’accendere le coperture Hard in gara e di riflesso mantenere la corretta working range nell’arco dello stint. Una “mission impossibile” a Shanghai.
F1, Ferrari e l’importante collaborazione tecnica con HP
Ovviamente ci sono altre tematiche cruciali nell’arco di un week-end di gara. Oltre alla capacità nei pit-stop, decisamente migliorata rispetto allo scorso mondiale, la componente strategica è fondamentale nella F1 moderna. Sotto questo aspetto vale la pena spendere qualche paragrafo su di una nuova partnership che Ferrari ha messo a segno. Una collaborazione che farà già presenza, almeno a livello di immagine, sin dal prossimo Gran Premio in Florida. Parliamo dell’importante legame che la storica scuderia ha stretto con HP che diventa il così detto “title sponsor” della rossa.
I dettagli dell’operazione sono noti. Il connubio messo in piedi è un fatto naturale, tenendo presente performance ed eccezionale maestria che alimentano il futuro. Questo sostiene Enrique Lores, CEO di HP. Il dirigente spagnolo nativo di Madrid, 59 primavere sulle spalle tra due settimane, accomuna le due realtà che hanno pensato di fondersi all’interno di un’avventura importante. Partenariato che non ha un solo scopo economico. Al contrario pretende fornire, oltre a una chiara barcata di soldi, si parla di circa 100 milioni di euro annuali, un supporto tecnico non indifferente che possa far crescere la Ferrari.
Anche l’amministratore delegato della rossa partecipa alla cerimonia di presentazione. Lo fa menzionando l’eredità legata al progresso continuo dalla quale nasce, appunto, la spinta verso l’innovazione. Tralasciando la parte che riguarda la sostenibilità concernete la carbon neutrality e l’educazione delle nuove generazioni, il fatto più importante di questo impegno comune interessa la bontà del lavoro svolto da HP nel fornire software creati ad hoc per il team modenese. Il target è quello di migliorare qualità e velocità simulativa, potenziando non poco il lato strategico.
Un altro passo in avanti che la gestione sportiva ha preteso e voluto, per accresce il suo know how in un mondo in continua evoluzione. Il campo ipotetico fa oramai parte della F1. Una branchia primaria, tramite la quale si vanno a simulare caratteristiche e performance durante le fasi di progettazione di una monoposto. Medesimo discorso per la preparazione al week-end in merito alla messa a punto delle vetture, per creare tyre model effettivi e centrare l’amministrazione delle gomme, così come per scegliere le strategie più proficue da adottare durante una cosa.
Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari