Ferrari ha studiato la Cina nei minimi dettagli. Diversi esami che si sono tenuti in questi ultimi giorni per accrescere il know how. Una tematica che sebbene per diversi fattori, come lo scorso anno sta rallentando le ambizioni della rossa. La questione degrado sembra in gran parte risolta. La SF-24 non distrugge le coperture. Al contrario le tratta bene e nell’arco di uno stint il loro consumo è ben gestito dai piloti. I “due Carlo” non fanno nulla di speciale, solo un po’ di attenzione quando richiesta e il gioco è fatto.
Lo stesso Charles Leclerc lo ha raccontato ai media nel post Gran Premio del Giappone, dopo una galoppata sinuosa calzando le Medium nel 1° stint. Parliamo quindi di una caratteristica intrinseca della rossa che nasce da una gestione dei flussi sul corpo vettura fattuale, sommata all’effettività degli schemi sospensivi. Finalmente, viene da dire, dopo anni di sofferenza su questa tematica, il degrado preoccupa il giusto piloti, tecnici e ingegneri. Ma il rovescio della medaglia esiste, purtroppo. La SF-24 fa parecchia fatica a portare in temperatura le gomme.
Accendere i compound in determinati scenari competitivi e parso quasi un’impresa, specie se le temperature sono basse. Immettere la corretta energia sulle gomme non è una cosa semplice e scontata. Al contrario, per ottenere un ciclo isteretico dello pneumatico fattuale, il processo di deformazione della gomma nuova durante l’outlap deve essere in grado di fornire la giusta temperatura in ogni parte della mescola. Riuscendoci la working range viene centrata e accedere al massimo grip del compound è possibile. Al contrario l’aderenza latita e di riflesso la competitività della vettura diminuisce.
Ferrari proprio per questo ha nuovamente lavorato sodo, questa volta dati di Shanghai alla mano, per realizzare quello “step conoscitivo” che pensava possedere dopo Suzuka. Per Miami Pirelli ha già fatto sapere da tempo la tipologia di gomme presenti. Parliamo dei compound Hard (C2), Medium (C3) e Soft (C4). Una scelta in base alle caratteristiche del piano di riferimento della Florida, tenendo presente che l’abrasività dell’asfalto non è elevata. Tuttavia, considerando latitudine, longitudine e periodo dell’anno, le alte temperature potrebbero favorire un livello di degrado termino consistente.
Miami non spaventa Ferrari, scelti livelli di carico e attenzione sul doppio parco chiuso
Tenendo a mente il duro lavoro svolto all’interno della factory di Via Abetone Inferiore 4, Ferrari parte per Miami convinta che il tema gomme non sarà affatto un problema. Come detto, il consumo delle mescole non preoccupa il reparto dedicato alla dinamica del veicolo della rossa. L’impegno nel trovare una messa a punto in grado di sfruttare appieno le coperture sarà molto alto. Questo pensando che la colonnina di mercurio raggiungerà livelli notevoli a Miami. Si parla di temperature che dovrebbero avvicinarsi ai 30 gradi centigradi, la domenica, in gara.
La vettura italiana ha dimostrato che sa gestire il degrado, vedi Bahrain e Cina. Inoltre, a quanto appreso dalla nostra redazione, gli studi effettuati nel campo ipotetico della simulazione all’interno della GES, hanno stanziato un quantitativo di carico in grado di “curare” al meglio le gomme. Per quanto concerne l’attivazione di cui sopra, tasto dolente in questi primi sei round della campagna agonistica 2024, le temperature a stelle e strisce aiuteranno non poco la Ferrari. Situazione che di fatto verrà sfruttata appieno anche grazie al lavoro svolto sulla warm up strategy.
Per il resto, dando un’occhiata al layout della pista statunitense, notiamo diverse zone che assomigliano ad Albert Park, tracciato dove le due SF-24 hanno mostrato performance molto buone. Tuttavia a Miami fanno presenza due lunghi tratti ad alta velocità di percorrenza dove l’efficienza aerodinamica sarà cruciale, così come la trazione per raggiungere top speed considerevoli. Lunghi rettilinei che tendono a raffreddare l’anteriore su cui la Ferrari ha pensato parecchio, ricollegandoci al discorso precedente relativo l’accensione delle mescole.
La sfida per il Cavallino Rampante sarà senza dubbio probante, insomma, perché sebbene la grande volontà di tornare a mettere pressione a Red Bull esiste, recitando il ruolo di seconda forza davanti a McLaren, solo la pista offrirà conferme in tal senso. Il tutto, senza dimenticare che per la seconda volta in stagione la Sprint Race farà parte del week-end. Un format particolare che, in parte, in Cina ha reso decisamente più complicata la vita alle rosse. Proprio sotto questo aspetto arriva l’ultima considerazione utile dello scritto che come abbiamo visto per Norris può senza dubbio fare tanta differenza.
La nuova regola del doppio parco chiuso inserita dalla Federazione Internazionale nei fine settimana sprint, a margine di varie riunioni nello scorso mondiale per dare maggiore importanza alla gara domenicale, offre la possibilità di correggere la messa a punto della monoposto dopo la mini corsa di 100km del sabato. Occasione che la vettura color papaya numero 4, a Shanghai, sebbene con piccoli ritocchi, ha mostrato quanto possa risultare cruciale. Ferrari lo ha capito a proprie spese, potendo sfruttare al meglio questa “concessione” importante della FIA sottovalutata in terra asiatica.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – F1 TV – Miami