Ferrari vuole fare bene a Miami per evitare di ritrovarsi in un contesto competitivo sgradevole come successo in Cina. Tramite gli errori si può imparare. O per lo meno quelli bravi ci riescono. Ora… considerando che in Via Abetone Inferiore 4 le cose rispetto al passato sono cambiate, pare senz’altro lecito aspettarsi una netta inversione di marcia rispetto alla gara in terra asiatica. La pista americana è ben differente da Shanghai e il Cavallino Rampante ha l’occasione per mettere a tacere alcune voci secondo cui, oramai, il dominio Red Bull ha preso nuovamente la scena.
A proposito della squadra di Milton Keynes ci sono le parole di Helmut Marko. Ma le sue dichiarazioni devono essere prese sempre con le pinze. Solitamente lo storico consigliere austriaco ha un preciso “modus operandi”. In approccio al week-end è quasi sempre prudente. Si dipinge spesso preoccupato perché Ferrari o l’avversario di turno sarà più vicino nel fine settimana. Poi, a gara conclusa, quando Max Verstappen ha vinto senza troppi patemi, tesse le lodi del “suo” pilota affermando che la coppia Max-RB20 è imbattibile. Anche per Miami, leggendo le sue parole la tediosa nenia è la medesima.
La verità però è un’altra: Red Bull anche in Florida parte da favorita. Per battere i bolidi colorati blue racing deve per forza di cose entrare in scena un contesto preciso: il team austriaco non dev’essere in palla e lo sfidante che si candida per la vittoria si. Peccato che la scuderia campione del mondo non sbaglia un colpo a livello tecnico. Quando lo fa perde, tipo lo scorso anno a Singapore. Oppure dev’essere la cattiva sorte a falcidiare le risorse infinite, come in Australia dove al giro 4 l’olandese si è ritirato per uno “stupido” problema ai freni. Sciocco, ma comunque sufficiente per togliere di mezzo la vettura numero 1.
Il team di Maranello non punta certo a questo. Chiaro è, se capitasse, che approfittare di una seconda défaillance sarebbe bello. Ma non è questo l’approccio della Ferrari. Al contrario la gestione sportiva ha lavorato sodo per correggere determinate tematiche che in parte a Suzuka e soprattutto a Shanghai, hanno limitato fortemente il rendimento delle due SF-24. Parliamo del tema gomme, ovviamente, sul quale abbiamo speso una marea di focus per studiare e scrivere cosa è successo, perché e come risolvere questo grattacapo che di fatto pesa non poco nell’economia prestazionale.
Ferrari, a Miami con un nuovo set-up sospensivo per attivare le gomme
Le due vetture italiane mostreranno una nuova livrea a Miami. Il provvedimento fa parte di una serie di azioni che andranno in onda nel fine settimana per onorare la traiettoria della Ferrari negli Stati Uniti. Si spera che questo clima festoso non distragga dalle corse, ma al contrario possa in qualche modo offrire un plus. Una spinta emozionale capace di aggiungere una cifra al valore del lavoro svolto dal team in terra americana. Scopriremo presto la doppia colorazione di azzurro che farà presenza sulle SF-24, con la speranza che sia appunto di buon auspicio.
Una reazione attesa da parte della squadra, dovevamo, dopo un fine settimana di gara assai deludente sotto il profilo competitivo. Tornando alla mera pista vale la pena ricordare un fattore chiave, per la rossa, in questa campagna agonistica: l’energia immessa sulle coperture dell’auto italiana e decisamente più bassa rispetto al 2023. Fattore che si nota fortemente in qualifica. Parliamo di una scelta voluta dal team in quanto la Ferrari aveva bisogno di presentare un’impostazione precisa. Una vettura da gara, insomma. Parliamo di un elemento che favorisce il basso degrado ma penalizza in sabato.
Riuscire a portare in temperatura ottimale gli pneumatici durante un solo giro di out-lap è parecchio difficile, specie quando le temperature dell’asfalto, come in Cina, sono parecchio basse. Tuttavia, come abbiamo visto a Shanghai, tale problema ha inficiato notevolmente in gara. In pratica il supposto vantaggio relativo al consumo gomme è stato vano, in quanto le mescole Hard (working range alta) non fornivano il grip corretto non essendo penienamente in finestra, come si suol dire. Questo nell’interno arco dello stint. Senza dubbio il contesto competitivo era complicato anche considerando il piano di riferimento particolare che poggia su di una palude.
Condizioni che hanno messo ulteriormente in vista questa problematica della rossa, esaltando in maniera negativa questa caratteristica endemica della SF-24. Il profilo di energia tenendo a mente il Miami International Circuit sarà differente e dalle prime simulazione svolte da Cavallino Rampante dovrebbe beneficiare l’impostazione della Ferrari. Arrivati a questo punto dello scritto vediamo cosa, sul lato pratico, si può fare per lenire questo “difetto” della monoposto modenese per ottimizzare le performance. Il tyre model è non è altro che il modello matematico della gomma che si studia nel campo simulativo.
Parametro capace di fornire precise indicazioni sul quantitativo corretto di energia da immettere sul compound per massimizzarne il rendimento. I fattori da tenere in conto per ottenere il giusto feedback sono da ricercare nell’interazione aero meccanica che si ottiene con specifici set-up. All’interno di questo scenario il team deputato alla dinamica del veicolo ha messo a punto una deformazione tale dello pneumatico che, in Florida, possa fornire l’aderenza congrua per avvalersi appieno delle gomme. Il difficile, parlando di sospensioni, riguarda la modifica dei centri di rollio e istantanea rotazione.
Criteri che possono “sconquassare” il corretto bilanciamento della vettura se il ritocco è eccessivo, soprattutto quando gli schemi sospensivi son stati disegnati e concepito per offrire, in linea generale, meno temperatura alle “calzature” Pirelli. Ferrari ha comunque deciso di agire sulle varie regolazioni delle sospensioni. L’obiettivo mira a trovare la corretta “posizione statica della gomma nello spazio” per avere delle “conseguenze” positive nell’arco del giro. Un equilibrio che però deve tener conto del rapporto qualifica gara, trovando il giusto compromesso che possa trarre beneficio in ambedue gli scenari in questione.
Il principale problema, al momento, riguarda la capacità di raggiungere quanto detto sulla gamma completa delle coperture, tenendo presente che il grattacapo attuale, per la SF-24, trova ubicazione nel centrare questa impostazione nel passaggio dalla Soft alla Hard. Come possiamo immaginare la problematicità di tali aggiustamenti è molto alta, dovendo “giocare” con parametri come camber e in parte minima anche la convergenza che possono, come detto, inficiare non poco sulla stabilità della piattaforma aero durante la marcia del veicolo.
Senza contare che pure le barre anti-rollio recitano un ruolo nel portare in temperatura gli pneumatici. I tecnici della rossa hanno scelto pertanto una configurazione generale che si cerca di massimizzare con la warm-up-strategy, per fornire ad ogni tipologia di mescola l’energia adeguata per accedere al grip ottimale. Per validare gli studi simulativi si presta forte attenzione a questa tematica durante il primi giri nelle Fp1, tentando le 2/3 ipotesi calcolate scegliendo poi la migliore.
Si tratta di adottare la giusta sequenza riferita all’handling, in base al layout, per affrontare le curve alla velocità necessaria per raggiungere lo scopo richiesto. Quindi. per riassumere, bisogna per ogni gomma saperla portare nel modo corretto alla giusta temperatura e soprattutto mantenerla, sia per quanto concerne il giro secco che per i long run con alto quantitativo di carburante a bordo. Processo di isteresi sbagliato in Cina con la Hard. Comprensione delle gomma durante il week-end che a Miami, a quanto pare, sarà decisamente migliore.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – F1 Tv – Miami International Circuit