Un’altra qualifica di F1 dove le Ferrari SF-24 non hanno ottimizzato il rendimento. A dir la verità, però, almeno a questo giro, nemmeno la solidissima Red Bull ci è riuscita. Si perché la pole se la è presa uno strepitoso Lando Norris, il secondo posto Lewis Hamilton e il terzo Fernando Alonso. Solamente la quarta posizione per Max Verstappen, sesta per Checo Perez. Le due rosse sono rispettivamente alle spalle due vetture austriache, con la chiara intenzione di mettere tanta pressione domani, nella Sprint Race, con il vantaggio di un gomme Medium nuova da utilizzare.
Condizioni davvero difficili quelle odierne, con una temperatura dell’asfalto iniziale di circa 28° che in maniera progressiva è scesa una volta arrivata la pioggia. Pista bagnata che ha complicato decisamente l’handling delle monoposto, accentuando le caratteristiche negative di ognuna. Il manico di ogni pilota è quindi potuto emergere. In casa Ferrari hanno confermato il pacchetto aerodinamico visto durante la giornata di ieri. L’ala posteriore è sempre la medesima. I tecnici del Cavallino Rampante stanno cercando di estrarre il massimo potenziale da questa configurazione, in modo da rendere lineare la curva di apprendimento della monoposto.
Nel compare fotografico qui sopra possiamo vedere quello di cui stiamo parlando: RB20 vs SF-24. Nel confronto diretto con la Red Bull, notiamo come il team campione del mondo, in Cina, abbia portato l’ala da maggior carico aerodinamica tra le due specifiche che sino ad ora hanno utilizzato. Un’area frontale più grande per l’auto austriaca che quindi può godere di alcuni punti di carico in più al posteriore. Aspetto molto utile per generare tanto grip laterale sino dalle medio-basse velocità. La monoposto italiana vista quest’oggi sulla pista asciutta aveva un bilanciamento davvero buono.
F1|Ferrari SF-24 manca di trazione
Gli ingegneri della rossa hanno individuato facilmente la finestra operativa della vettura che continua a risultare piuttosto ampia, fattore che concede un semplice adattamento ai vari circuito del calendario. In linea generale la monoposto modenese mostra ancora una volta un atteggiamento sovrasterzante alle basse velocità e in trazione. Buono l’handling nel primo settore, con qualche piccolo problema nell’approccio di curva 6, dove i ferraristi restano piuttosto lontani dal cordolo interno rispetto ad altre vetture, forse anche cercando di curare la fase di trazione in uscita.
Nel breve cambio di direzione nel T2 la SF-24 ha fatto vedere una piattaforma stabile, questo malgrado un leggero porpoising in fase di percorrenza che però non da fastidio. Un aspetto sul quale i piloti non si sono lamentati. All’entrata di curva 11 si è visto un eccesso di rotazione, ma poi andando sul gas dalla 12 la monoposto sembrava essere stabile. Stabilità presente sulla SF-24, ma comunque la trazione non è ottimale. Red Bull appare più effettiva in quei punti in cui bisogna scaricare a terra i cavalli della power unit. Stiamo parlando dell’uscita di curva 3, 12-13 e 14.
Al box delle RB20 hanno cominciato la giornata con alcuni problemi minori di front-end, risolti variando l’incidenza del flap frontale tra il primo e secondo run delle libere. Dopodiché nell’unica sessione di prove hanno lavorato nel migliorare la trazione. Tra la 9 e la 10 Max si era lamentato di aver un posteriore troppo leggero, ma dal box gli hanno fatto sapere che il problema, in percentuale, era dovuto anche alle folate di vento (attorno ai 20kmh con direzione variabile). A livello di gomme, entrambi i team hanno speso tanto tempo. Nei primi giri della giornata Verstappen arrivava sempre sull’ultima curva dell’outlap con l’asse frontale sotto al target di temperatura per cominciare il giro lanciato.
Ricordiamoci infatti che i team devono tener conto del profilo di energia del tracciato, in modo da stimare l’andamento della temperatura della gomma durante il giro e averla sempre nella corretta finestra fino al traguardo. Non si tratta quindi ‘solo’ di portare in finestra la mescola. Anche Ferrari da questo punto di vista ha lavorato molto, con Vasseur che ha dichiarato come migliorare il processo di warm up della gomma sia uno degli obiettivi del team a breve termine. Fattore che ha ‘rovinato’ la qualifica Ferrari a Suzuka, lo sappiamo bene.
Arrivando sul traguardo con un front-end troppo freddo, nelle prime curve si genera del sottosterzo senza dubbio parecchio nocivo. Le vetture di Maranello tendevano a fare un giro di preparazione più lento rispetto alla Red Bull, la quale, invece, sembrava spingere maggiormente nelle curve in appoggio e sul rettilineo più lungo. Per di più, Verstappen faceva anche molto waving. Anche Ferrari normalmente faceva con i propri piloti un certo zig zag, ma per lo più lavorava molto con la frenata della 14, per scaldare il front end ed immettere calore al centro della mescola.
Cercando di quantificare quanto detto finora, vediamo che il settore centrale è la zona in cui la rossa perde maggiormente rispetto alla RB20. Come detto il bilanciamento della SF-24 è buono e possiamo dire che è stato ottimizzato per il ritmo che si terrà in gara in quel settore. Una scelta ponderata a priori da parte di Ferrari nell’ottica delle due corse. Verstappen riesce a trovare maggiore velocità minima al punto di corda per via del maggior carico installato. Nell’ultimo settore, invece, la rossa guadagna molto, sia sul lungo rettilineo che in staccata. Per la rossa c’è ancora da trovare qualcosa nel T1, soprattutto nell’approccio di curva 1-2.
Norris superlativo. Hamilton non era bollito?
Oggi però è stata la giornata dei team che si contendono la terza piazza nel campionato costruttori. Partendo da McLaren, Norris è in pole con un giro perfetto negli ultimi istanti della SQ3 su Intermedia. Come abbiamo accennato in precedenza, le condizioni erano terribili e si sono viste molte correzioni da parte di tutti. Pista ancora non molto gommata e scivolosa. Un mix che però ha premiato la McLaren, che di base ha comunque un ottimo carico e che in linea di massima costruisce il giro in maniera simile alla Ferrari.
Manca più trazione rispetto alla rossa, infatti i piloti della vettura color papaya cercano di sacrificare l’inserimento per limitare i danni nella fase d’uscita. Accade per esempio in curva 6, dove però le MCL36 hanno traiettorie diverse rispetto alle SF-24. Mentre negli allunghi le vetture di Woking non riescono ad essere all’altezza per mancanza della velocità di punta. In generale sono maggiormente sovrasterzanti, un comportamento che sembra essere più marcato che sulla rivale di Maranello. In termini di handling e di pulizia sul volante sono potenzialmente terzi, sull’asciutto.
Sul bagnato contano due fattori, essenzialmente: pilota e temperatura della mescola. Sono aspetti che in percentuale hanno l’importanza maggiore. Per la Mercedes la variabile pilota ha contato moltissimo, perchè sull’asciutto erano lontani dall’essere competitivi. Molto sovrasterzo per la W15, specialmente alle basse velocità, dove si sono viste molte correzioni. Mancanza endemica di grip meccanico che stanno ricercando ancora da Suzuka. Su piste miste, tuttavia, come la Cina e il Giappone, non riescono a trovare un compromesso di rigidezza per l’asse posteriore.
I problemi con il rear-end vengono quindi evidenziati. Delle temperature più fresche dovevano aiutare, ma la coperta del set-up è ancora un po’ corta, determinando una monoposto abbastanza imprevedibile. Sulla pioggia il bilanciamento non c’era, ma Hamilton ha saputo tirare fuori un gran giro che lo ha messo in prima fila. Ci sono comunque alcune speranze di miglioramento per la W15, perchè nel T2 a livello di bilanciamento non son male. Manca però della velocità minima a centro curva.
Autori e grafici: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari – Albert Fabrega – @AlbertFabrega