Nel primo run di queste Fp3 in Giappone, le due Ferrari SF-24 si sono dedicate alla “scoperta” delle Pirelli C2. Mescole medium che non erano ancora state utilizziate durante la giornata di ieri. Ambedue i ferraristi hanno pertanto continuato l’importante lavoro sull’handling. L’obiettivo era quello di massimizzare la guidabilità della vettura in tutte le parti del tracciato. Il traffico non ha affatto aiutato dando fastidio un po’ a tutti. Ciononostante i “due Carlo” hanno portato a termine il proprio lavoro senza problemi. La piattaforma aerodinamica della Ferrari si presenta ancora bene.
Le piccole modifiche realizzate sulla ride height mirano a massimizzare il rendimento sul carico in tutte le fasi di marcia. L’atteggiamento continua a fare presenza sebbene le monoposto italiana siano sembrate un pelo più neutre. La volontà è quella di mantenere in vantaggio in fase di entrata e, al tempo stesso, avere un posteriore che potesse seguire la solidità del front-end nei cambi di direzione. Prendendo in esame le diverse tornate messe a segno per simulare il push lap sulla medium, una di queste è arrivata in Engine 1, massima potenza endotermica, manovra utile per testare “il peso” della PU nell’arco del giro.
Riccardo Adami e Xavi Marcos, i due ingegneri di pista degli alfieri della rossa, si sono complimentati con ambedue i piloti per il rendimento all’Hairpin delle due SF-24, curva 11, dove la percorrenza a centro curva è molto importante per ottenere una buona trazione in uscita. Stesso discorso per altre sezioni della pista, dove l’handling scelto dopo i vari studi realizzati con la telemetria ha confermato che i provvedimenti.
Suzuka: Ferrari lavora sul ritmo in gara: SF-24 più rapida di Red Bull
Per il secondo run Ferrari è passata alla simulazione con alto quantitativo di carburante a bordo. Il team non ha diversificato il test high fuel, mandando in pista le due rosse con le Medium usate. Questo perché ha considerato che le Pirelli a banda gialla siano estremamente importanti per la gara, mescole che probabilmente verranno utilizzate nel primo stint la domenica. A parte un piccolo snap di Leclerc alla 4 per una traiettoria imprecisa, con tanta benzina a bordo la rossa si comporta molto bene. Possiamo dire anche meglio di Red Bull a livello di guidabilità, anche tenendo presente che Verstappen si è lamentato parecchio del sottosterzo.
I riscontri cronometrici hanno senza dubbio soddisfatto il muretto del Cavallino Rampante. Questo tenendo conto che nella prima parte dello stint Leclerc era 6/7 decimi più rapido di Max per poi allinearsi nella seconda parte con i crono dell’olandese quando il degrado ha iniziato a fare presenza. Stesso discorso per Sainz che sebbene fosse un pelo più lento durante il primi giri del suo run, ha poi recuperato nella seconda parte. Il motivo è semplice: l’iberico ha realizzato una “slow intro” più marcata per poi “avere più gomma” nella seconda parte dello stint con la sua SF-24.
Interessante in tutto questo notare che le mappature motore sono rimaste sempre le stesse per tutto l’arco delle prove con tanto carburante, senza passare alla modalità relativa alla massima potenza enotecnica per almeno un giro come spesso accade. In ultima istanza rileviamo la presenza di un leggero porpoising sulla retta principale che però non ha compromesso il rendimento. Nell’ultima parte delle prove libere le rosse sono tornate in pista con le Soft nuove di pacca, per testare il giro push con un livello di grip più alto.
Leclerc senza dubbio non è stato affatto fortunato nel suo tentativo, in quanto allo snake si è beccato il traffico di ben due monoposto. Sebbene erano fuori traiettoria ovviamente lo hanno disturbato. Parliamo però di una perdita potenziale di un paio di decimi abbondanti. La simulazione sul giro veloce del team italiano non è stata ottimale. Anzi tutto come detto, il traffico ha inficiato negativamente sui crono, anche su quello di Sainz. Restano da capire i carichi di benzina e le mappature utilizzate però. Questo considerando che in radio i due ferraristi non hanno proferito parola, come se tutto fosse perfettamente sotto controllo.
Rimandiamo pertanto ogni giudizio sulla prestazione del giro secco alla qualifica che prenderà corpo tra meno di due ore. In ultima istanza un ragionamento sulle Fp3 con una visione di insieme più ampia. Il team di Maranello pare proprio che abbia dato forte priorità alla corsa. Per questo dovrebbe aver scelto di utilizzare una messa a punto per le SF-24 che prediliga la gara con alto quantitativo di carburate a bordo. Il target d’altronde resta sempre il medesimo: ottimizzare il rendimento e provare a restare più vicino possibile alla Red Bull. Il degrado d’altra parte è molto alto qui a Suzuka e va tenuto in alta considerazione.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz