F1, Red Bull sta per perdere la sua stella più brillante. Ci riferiamo a Newey che ha rescisso il contratto con la squadra di Milton Keynes in attesa di scegliere la sua prossima scuderia. Tendiamo ad escludere il pensionamento anche se un piccola possibilità potrebbe esserci. Le offerte sul piatto del britannico di certo non mancano: Mercedes, Aston Martin e Ferrari. Quest’ultima è senza dubbio la più suggestiva, in quanto una “resurrezione” del Cavallino Rampante per mano del genio di Stratford-Upon-Avon sarebbe la ciliegina sulla torta di una carriera perfetta.
Nel mentre la pista chiama. Miami è oramai alle porte, tracciato comunque insidioso, dove la RB20 non monterà nessuna novità, a quanto pare. Meglio attendere Imola, dove sarà senza dubbio più semplice validare aggiornamenti nell’arco delle tre sessioni di prove libere. In Florida, infatti, si ripresenta la Sprint Race. Un format che limita il tempo a disposizione per testare la vettura. Ciononostante i due bolidi austriaci restano le vetture da battere. Max e Checo, pertanto, avranno a disposizione un pacchetto che offrirà un rendimento superiore al resto dei competitor.
F1, Red Bull punta al dominio tecnico a Miami
A Miami, il team la Red Bull troverà nuovamente caratteristiche del layout che favoriranno alcune peculiarità della RB20. Una su tutte l’efficienza aerodinamica. Sono infatti presenti due lunghi rettilinei in cui sarà importante riuscire a ottenere EOSS (End Of Straight Speed) ottimali, aspetto in cui le auto colorate di blue racing sono molto forti. Il primo settore è composto da diverse curve veloci in appoggio, tratto dove se la giocheranno con altre monoposto, sebbene riescano a sviluppare molto grip laterale alle alte velocità. Quantità di grip che aiuterà molto anche alla frenata della 8 che si effettua in combinato, freno e sterzo.
Red Bull è molto solida nella transizione da alte e basse velocità, quando il centro di pressione aerodinamica comincia a muoversi verso l’anteriore mentre il veicolo rallenta. I cambi di direzione non sono così severi come su altre piste, per cui non ne trarranno un vantaggio marcato. L’anno scorso, le RB19 facevano la differenza nel primo settore anche grazie alle traiettorie che Max riusciva a tenere nel veloce. L’olandese poteva salire abbondantemente sul cordolo interno senza scomporre la vettura, con il fondo che non toccava l’asfalto. A livello aerodinamica ci aspettiamo una Red Bull con la medesima ala posteriore utilizzata in questo primo scorcio di mondiale.
Il posteriore è molto buono anche se in alcuni tracciati di F1, in certe curve, si era dimostrato un pelo instabile nella fase d’entrata. Per questo i tecnici cercheranno una maggiore sensibilità dell’asse anteriore, caratteristica voluta da Verstappen. L’altra zona caratteristica del tracciato statunitense riguarda il settore centrale, in cui troviamo curve molto lente. Anche in questo caso la RB20 sarà parecchio competitiva, tenendo presente la capacità endemica nello scaricare a terra i circa 1000 cavalli a disposizione, risultando ormai superiori rispetto a Ferrari.
Le monoposto in testa alla classifica iridata sono molto solide da centro curva in poi, mentre in inserimento altre vetture come Ferrari tendono a guadagnare. Anche in questo caso, per risultare veloci, bisognerà possedere un’auto capace di aggredire i cordoli interni, soprattutto quelli della chicane (curve 14-15). Ad oggi la RB20 può sfoggiare il miglior compromesso tra le varie tipologie di curve, ragione per la quale dominano su diversi tracciati. Considerando gli penumatici, Red Bull e Ferrari in questo momento sono più simili rispetto allo scorso anno, anche se può sembrare strano.
Le vetture austriache immettono mediamente meno energia nella gomma come succede per la SF-24. Ciononostante non hanno problemi nella mera attivazione dei compound perchè nei gli ultimi tre anni, a livello cinematico, la monoposto è cambiata. Riescono quindi a centrare al meglio la corretta tyre warm-up strategy, comprendendo la frequenza dello stress applicato alla gomma. Le alte temperature di Miami aiuteranno l’accensione della mescola nel giro out di qualifica, dove hanno avuto qualche piccolo problema, anche se non visibile nella classifica finale.
Autori e grafici: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Oracle Red Bull Racing –