F1, nulla di nuovo sotto il cielo terso di Suzuka. Red Bull conferma i pronostici della vigila, dominando in lungo e in largo il Gran Premio del Giappone con l’ennesima doppietta formata Verstappen-Perez. Per il terzo anno consecutivo la stupenda tappa giapponese è terra di conquista per il campione del mondo olandese che dopo un duplice scatto dalla pole, causa bandiera rossa innescata dalla collisione tra Albon e Ricciardo, ha salutato la compagnia e ha fatto gara su stesso. Un’ulteriore ottima notizia per il team austriaco è aver ritrovato Sergio Perez nella sua versione migliore.
Il messicano è giunto secondo accusando un distacco di poco superiore ai 12 secondi. Basti pensare alla disastrosa gara disputata da Checo il 24 settembre sulla medesima pista, probabilmente il punto più basso della sua avventura in Red Bull. Proprio come nella scorsa edizione della gara nipponica, Verstappen ha rifilato 20 secondi al primo pilota della concorrenza, Carlos Sainz, oggi terzo al traguardo. Le preoccupazioni della vigilia in merito al passo gara inferiore rispetto a Ferrari si sono rivelate infondate, perché figlie di un depistaggio o di una sopravalutazione della concorrenza.
Sulla distanza di gara in tre gran premi su quattro, il binomio Verstappen/RB20 ha dimostrato di avere un vantaggio che oscilla tra i 3/4 decimi di secondo al giro. Come sempre il fuoriclasse di Hasselt non ha fatto prigionieri e con una gomma più usata ha strappato il giro veloce della gara realizzando il tredicesimo “hat trick”, suggellando un weekend perfetto. Per gli amanti delle statistiche Max coglie la vittoria numero 57, Red Bull è al 117esimo successo e coglie la 31esima doppietta della sua storia. Numeri inevitabilmente (per gli avversari) destinati ad aumentare in modo esponenziale, almeno in questa stagione
F1|Red Bull: la vittoria della “creatura Horner”
Il team principal e CEO di Red Bull Racing è un fine stratega. Un buon pilota che decise di appendere il casco al chiodo a soli 24 anni per intraprendere un percorso manageriale fondando un team di F3000 (Aden International, nda) consapevole di non avere la stoffa per ambire al successo in qualità di pilota. In 27 anni il dirigente di Leamington Spa ha dimostrato le abilità superiori alla media sia nelle categorie propedeutiche che in Formula 1 trasformando quella che sembrava una presenza allegorica nel paddock in un team capace di vincere (finora) 7 titoli piloti e 6 costruttori.
Molti colleghi sarebbero stati travolti dall’indagine interna scoppiata alla vigilia della stagione ma grazie alla stretta relazione con l’azionista di maggioranza thailandese, Chalerm Yoovidhya primogenito dell’ideatore della celebre bevanda energetica Chaleo Yoovidhya, ha perfino rafforzato il peso all’interno della divisione racing del colosso delle bevande energetiche (eccetto VCARB, nda). Per lo “spice boy” Red Bull è la sua creatura. Dopo il fallito attacco ai suoi danni dei falchi interni al team, l’obiettivo primario del manager inglese è dimostrare che i piloti vincono grazie alla superiorità del mezzo e non viceversa.
Un Perez forte e capace di essere vicino al fuoriclasse di Hasselt supporta la forza in seno al team di Horner in quanto è il seguente messaggio subliminale all’entourage di Verstappen “Red Bull può vincere anche senza di te” . C’è da scommettere che nel corso della stagione Horner sarà prodigo di commenti al miele per Checo e meno dichiarazioni caustiche nonostante il messicano sia al momento ancora un pilota a spasso.
F1|Red Bull: la soddisfazione di Verstappen e la rivalsa di Perez
Dopo la battuta d’arresto nel Gran Premio d’Australia non poteva esserci miglior medicina che un weekend da dominatore assoluto su una delle piste tanto care al fuoriclasse olandese. Nelle interviste a caldo Max Verstappen ha spiegato che prima delle qualifiche di ieri era stata intrapresa una direzione sul setup che ha dato i suoi frutti in gara. Modifiche invasive che lo hanno fanno sentire più a suo agio con la monoposto rispetto a tutte le simulazioni fatte nell’arco del weekend.
Il campione del mondo olandese ha confermato che nella prima parte di gara ha preferito non forzare il ritmo gestendo il ritmo per poi forzare nell’ultimo stint dove si è divertito senza l’assillo del tyre management. Anche Perez è soddisfatto della sua performance che contribuisce a tenere viva la speranza di un rinnovo per la prossima stagione. Il pilota messicano ha dichiarato che la seconda partenza seppur migliore della prima non è stata sufficiente per superare il suo compagno di squadra.
Il vice campione del mondo ha poi spiegato di aver avuto migliori sensazioni con il compound Hard rispetto alle medie utilizzate nel primo stint di gara. In chiusura ha espresso la sua soddisfazione per aver dimostrato di aver fornito una bella performance proprio sul tracciato in cui lo scorso anno fece il suo peggior weekend da quando gareggia per il team di Milton Keynes.
autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Oracle Red Bull Racing