Nella F1 di oggi abbiamo un problema enorme e che purtroppo sta crescendo a dismisura, ovvero le penalità inflitte dalla FIA ai piloti nel corso dei weekend e specialmente in gara. Da un po’ di tempo a questa parte abbiamo notato come anche il minimo contatto venga sempre messo sotto la lente di ingrandimento dei commissari sportivi, ultimo in ordine cronologico quello che ha visto protagonisti Carlos Sainz e Oscar Piastri a Miami, con il pilota della Ferrari sanzionato per aver appena toccato l’ala anteriore dell’avversario, che ok è stato costretto a cambiarla, ma il tutto è sembrato essere più casuale che altro.
Nel corso del fine settimana in Florida, Fernando Alonso ha risollevato una polemica con la FIA: secondo il due volte campione del mondo, lui sarebbe stato preso di mira perché spagnolo, o meglio, ragionando a parti invertite, i suoi avversari non vengono sanzionati perché appunto non di quella nazionalità. Una posizione molto forte, che riprende la scia di una contestazione sulla penalità ricevuta dallo stesso pilota dell’Aston Martin a Melbourne, quando gli diedero venti secondi per aver frenato prima, secondo i commissari, favorendo l’incidente di un distratto e impacciato Russell.
Ultimamente sembra proprio che si sia andati oltre: tra i track limits “semiautomatici” e che obiettivamente ci hanno rotto le palle (rimettete la ghiaia e fatela finite con queste sceneggiate) e i minimi contatti penalizzati con quei fottuti e insopportabili cinque secondi, non solo gli spettatori, quello succede già da anni, ma anche i piloti stessi stanno iniziando a mostrare molti segni di insofferenza.
F1 e FIA complici di un sistema che va rivoluzionato
Sembra che la F1 e di conseguenza la FIA vogliano uno spazio dove tutti devono essere carini e coccolosi, senza dare la men che minima percezione che qualcuno di più forte possa imporsi, anche giocando duro. Cioè la spiegazione sulla penalità di Sainz data a Miami è ridicola: Carlos ha evidentemente perso la vettura, non voleva in alcun modo danneggiare l’avversario, è stato il più corretto possibile e addirittura per il protocollo di sta ceppa, i commissari avrebbero dovuto sanzionarlo di dieci secondi, ridotti della metà per le circostanze fortuite.
Cioè ma vogliamo davvero tutti a trenino in fila indiana, con i sorpassi farlocchi dettati dal DRS senza che quello davanti abbia alcuna possibilità di difesa? Non si può più azzardare una manovra “furba” che subito si viene sanzionati, e ci riferiamo ovviamente a quanto accaduto ad Alonso in Australia, come vi accennavamo prima, perché lì c’è tutta la malizia di un campione e l’ingenuità del novellino, quale è Russell nei confronti del due volte iridato spagnolo.
“Sono in F1 da più di 20 anni, ho avuto duelli epici come quelli a Imola nel 2005 e 2006, e cambiare la traiettoria di gara, sacrificare la velocità di ingresso in curva per avere un’uscita migliore fa parte dell’arte del motorsport. Non guidiamo mai al 100% in ogni gara e in ogni curva, ma risparmiamo carburante, gomme, freni, quindi essere responsabili di non rendere ogni giro uguale all’altro è un po’ sorprendente”.
Così diceva Alonso dopo Melbourne, imbufalito e giustamente con la FIA per quella penalità. Fernando può parlare essendo protagonista dei due duelli che citava, ovvero le due Imola con Michael Schumacher, in una ne è uscito vincitore, nell’altra ci fu il successo del tedesco. Lì due campioni a confronto, qui abbiamo un mezzo pivello come Russell che sorpreso dalla manovra legittima di Alonso è andato per campi. E si continua a penalizzare considerando l’effetto, in questo caso una macchina sottosopra, così come l’ala anteriore danneggiata di Piastri a Miami da Sainz.
F1: l’ex commissario FIA getta veleno sull’operato dei colleghi
Che ci sia qualcosa di sbagliato nel sistema di penalità della FIA, e che intacca la F1, è ormai noto a tutti. Non abbiamo voluto citare uno dei casi più eclatanti degli ultimi anni, ovvero Canada 2019 e quella sanzione data a Vettel di cinque secondi, perché altrimenti ci andremmo ad accanire contro un collegio di commissari che in quel momento, evidentemente, stava facendo un aperitivo più che rinforzato piuttosto che guardare una gara tra due campioni del mondo (ed è sempre bene sottolinearlo, ndr).
Adesso però, pare che qualcuno si stia svegliando, peccato lo faccia troppo tardi, ovvero da quando non è più steward FIA. Stiamo parlando di Joaquin Verdegay, ex commissario della FIA, il quale ha espressamente detto come questo tipo di decisioni stiano distruggendo la F1, che i piloti non si divertano più a correre perché ad ogni minima mossa che può risultare eccessiva vengono penalizzati.
Lo spagnolo, tanto per mettere le cose in chiaro, è andato contro il suo connazionale Alonso sulla questione penalità “di riguardo” per chi proviene da quella nazione, ma ribadisce la mancanza di controllo da parte dei commissari e di chi prende certe decisioni. Tra l’altro, non si corre praticamente più sotto la pioggia (e non mettete quei paraspruzzi, altrimenti parliamo di WEC) e le Safety Car vengono chiamate al minimo contatto.
Dice bene: le gare devono essere una festa sportiva, ma in certi casi, come accade a Miami piuttosto che a Las Vegas, pare sia soltanto un evento “per vendere vassoi di nachos”. C’è l’impressione che la F1 e la FIA abbiano un po’ perso la retta via accecate dai soldi e dagli autodromi pieni. Sì, tutto vero, ma forse dovrebbero prestare un po’ più di attenzione a quello che accade realmente in pista, perché quello deve essere l’argomento principale di ogni weekend, con buona pace dell’aperitivo, sempre rinforzato, nel Paddock Club o nelle hospitality, quello può anche attendere.
Autore: Andrea Bovone
Immagini: Aston Martin F1 Team – Mercedes AMG F1 Team – FIA