La F1 sta vivendo uno grande periodi di popolarità grazie all’operato di Liberty Media che, per quanto possa essere criticata, ha esteso la popolarità della Formula Uno a livello globale. Un obiettivo ostico dato che lo spettacolo in pista è stato per diversi anni poco emozionante a causa dei domini tecnologici di Mercedes e successivamente di Red Bull. Quest’anno sembra che ci sia un inversione di tendenza, grazie a un livellamento prestazionale che ha superato le più rosee aspettative.
Pertanto anche le prime gare nel vecchio continente hanno avuto una cornice di pubblico degna degli anni d’oro. Probabilmente, il ritrovato amore tra il pubblico pagante e la disciplina è dato in parte dalla ritrovata competitività della Scuderia Ferrari, in grado di essere protagonista in quasi tutti i primi round della campagna agonistica 2024. Una buona notizia per tutto il movimento della F1. Da anni ormai, le gare del vecchio continente sono oggetto di estenuanti rinegoziazioni contrattuali, in quanto tanti nuovi mercati bussano alla porta della FOA per trovare spazio nel fittissimo calendario del mondiale.
Basti pensare che due nazioni europee con una grande tradizione automobilistica non hanno una tappa nel loro territorio. Parliamo di Francia e Germania, due nazioni che almeno sulla carta sono rappresentate da team nazionali come Alpine e Mercedes, per non parlare di Audi che entrerà a far parte della contesa nel 2026. E’ successo semplicemente che alcune nazioni hanno smesso di cedere al ricatto di un’iscrizione dal costo annuale molto oneroso e di modificare i propri impianti di F1 secondo le indicazioni della FIA e di Liberty Media.
Basti pensare che il Gran Premio con la tassa di iscrizione annuale più “economica” resta proprio la recente Monaco, sede della recente ottava tappa mondiale, che versa nelle casse della FOM circa 15 milioni di dollari. Peccato perché quando la F1 era in difficoltà nell’organizzare la stagione agonistica in piena pandemia, sono corse in soccorso il Nurburgring e Portimao, impianti dal layout stupendo che però, passata l’emergenza da Covid-19, sono state frettolosamente dimenticate.
F1, i sacrifici di Monza e i costi esorbitanti pretesi da Liberty Media
Come accennato nello scritto, per gli organizzatori di un Gran Premio di F1 non è sufficiente pagare un’iscrizione annuale dal valore esorbitante. In molti casi viene chiesto di ammodernare le infrastrutture, come nel caso di Monza. Sul circuito brianzolo e in fase di ultimazione un restyling invasivo del leggendario tracciato italiano. I lavori nell’autodromo italiano hanno comportato investimenti per 21 milioni di euro. Gli interventi sono mirati ad aumentare la sicurezza dell’impianto, con la realizzazione di un nuovo sottopasso a doppio senso di circolazione in corrispondenza dell’uscita della parabolica.
Inoltre sono stati demoliti e poi riscostruiti altri tre già esistenti. Senza dimenticare inoltre la ripavimentazione completa del tracciato e della corsia dei box, usando materie prime rigenerate e a basso impatto ambientale, così come il posizionamento dei nuovi cordoli. Risulta più che evidente, considerando le spese in essere molto onerose, come per alcune nazioni la F1 è un lusso che ci si può concede. A farne le spese sono i paesi del vecchio continente. Nell’ultimo decennio, al netto del periodo pandemico, l’unica new entry sul suolo europeo è stata l’Olanda.
In questo caso trascinata dall’effetto Verstappen che, al pari di Michael Schumacher Fernando o Alonso, hanno catalizzato l’interesse di paesi che non avevano mai avuto grandi campioni nella massima categoria del motorsport. In questo scenario trovano terreno fertile le manifestazioni di interesse di paesi esotici, senza alcuna tradizione nel mondo del motorsport. Per fare un esempio, nel 2028 entrerà nel calendario di F1 una nuova tappa in Arabia Saudita, dove è in costruzione una sorta di città dello sport nel bel mezzo del deserto a Qiddiya City, distante 50 km da Riad.
Il progetto porta la firma dello studio Tilke Enginers & Architectscon con la collaborazione dell’ex pilota Alex Wurz. L’inaugurazione del Qiddiya Speed Park Track è prevista per il 2028. Il mondo arabo, grazie all’illimitata disponibilità economica, sta cercando di fare propri i maggiori eventi sportivi e per i paesi europei rappresenta un competitor ingiocabile dal punto di vista economico. Basti pensare che Jeddah e Losail sborsano 55 milioni di dollari. Il futuro della categoria, grazie alla nuova visione di Liberty Media, sembra non aver bisogno della tradizione per produrre profitti da capogiro.
Autore e grafiche: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: F1 – Liberty Media