domenica, Novembre 17, 2024

F1, addio Newey: il lavoro Red Bull per reggere l’urto

F1. La perdita di Adrian Newey rappresenta un danno non indifferente per la Red Bull. La squadra di Milton Keynes dovrà fare a meno del progettista britannico per il prossimo futuro, e proverà a ripartire da Pierre Waché come riferimento tecnico e nuovo “papà” delle monoposto anglo/austriache che vedremo in pista a partire dalla stagione 2025 in poi, ma soprattutto dal nuovo corso regolamentare della F1 nel 2026.

Sarà un caso, o forse no, ma i campioni del mondo in carica sono andati in difficoltà nelle ultime due gare, specialmente a Imola, la prima senza il genio di Stratford-upon-Avon ai box. Il suo apporto nelle dinamiche tecniche del team durante i weekend, come le varie regolazioni e gli assetti, erano di fondamentale importanza per la squadra, la quale comunque è riuscita attraverso il duro lavoro a ribaltare una situazione che sembrava ampiamente compromessa a favore di Ferrari e McLaren.

F1 Newey
Adrian Newey, Max Verstappen e Christian Horner, (Oracle Red Bull Racing)

L’uscita di Newey però conferma in qualche modo quanto detto da Horner nei mesi scorsi, ovvero che in Red Bull verrà sempre preferita la forza del gruppo alle dipendenze del singolo. Questo discorso all’epoca valeva maggiormente per Max Verstappen, nel momento in cui ci fu il casotto tra il team principal britannico e il papà del pilota olandese, Jos, ma il reminder, a questo punto, viene esteso anche alla figura del progettista inglese.


F1, retroscena Newey: Eddie Jordan ha gestito l’uscita da Red Bull

La volontà di Newey di lasciare la Red Bull era nota da diverso tempo, probabilmente appena dopo la firma del contratto biennale negli ultimi mesi del 2023. Le divergenze interne poi sono state un po’ come la goccia che ha fatto traboccare il vaso, quantomeno quelle rese pubbliche a marzo, ma che evidentemente erano già in atto da diversi mesi negli ambienti dell’azienda austriaca.

Negli ultimi giorni è anche emerso come Eddie Jordan, grande amico di Adrian Newey, abbia di fatto gestito con la Red Bull l’uscita anticipata dell’ex McLaren e Williams. Una sorta di “killer silenzioso”, così è stato definito l’ex capo del team che portava il suo nome in F1. Pare chiaro come le volontà di del natio del Warwickshire di lasciare la compagnia con sede a Milton Keynes fossero molto alte, al di là di smentite varie e congetture astrali di chi pensa di avere la verità in mano senza poterselo permettere.

F1 Newey
La Red Bull pronta a ripartire senza Newey

Adrian vuole ancora lavorare in F1, si sa, lo ha detto a più riprese, smentendo lo stesso Horner, che negli ultimi periodi sta rimanendo sorpreso sotto diversi punti di vista dalle mosse/volontà di quello che comunque è sempre stato anche un amico all’interno della Red Bull. L’ingegnere lo ha sostenuto nei momenti difficili come quelli di fine febbraio, quando durante i test in Bahrain e nel pieno del caos che ha visto singolarmente coinvolto il team principal britannico, gli è sempre stato al fianco.


F1, Red Bull: Marko mette pressione a Waché

Ma quanto pesa l’addio di Newey alla Red Bull? E’ un tema interessante, anche perché, come scritto già sopra, la squadra di Milton Keynes è andata un pochino in ansia ultimamente, specialmente su un tracciato come quello di Imola e sul quale avrebbe dovuto vincere, magari non facilmente, ma con meno difficoltà di quanto effettivamente dimostrate, e il talento di Max Verstappen ha fatto sì che questo con accadesse.

“Quando va via una persona del genere è sempre una perdita enorme – ha detto Helmult Marko -. Stiamo parlando del progettista di maggior successo nella storia della F1, e sono certo che rimarrà in questo mondo”. Sì caro Helmut, è più che probabile che ciò accada, e salvo colpi di scena sarà vestito di rosso nel prossimo futuro. Magari l’interrogativo all’inizio di questo paragrafo si può allargare: sarà più la Ferrari (o qualsiasi altro team, ndr) a guadagnare con Newey o la Red Bull a perderci?

F1 Newey
Helmut Marko, consulente del team Oracle Red Bull Racing

Sicuramente il team di Milton Keynes sta allestendo una struttura tecnica di tutto rispetto e che risponderà al direttore tecnico Pierre Waché, il quale deve comunque ereditare una situazione non certo indifferente, tra l’altro in un periodo storico nel quale le prestazioni delle vetture tendono a convergere verso un livello più o meno simile, essendo nel pieno del regolamento tecnico vigente.

“Stiamo allestendo molto bene il team di tecnici per il nostro futuro – ribadisce Marko, il quale sembra sempre meno lontano dalla Red Bull che verrà -. Abbiamo Ben Waterhouse e Pierre Waché, non credo quindi che avremo un calo delle prestazioni tecniche”. Ovviamente la sfida più grande per l’ingegnere francese sarà quella del 2026, è lì che dovrà dimostrare davvero di essere sui binari giusti. Senza pressione eh, sia chiaro.


Autore: Andrea Bovone

Immagini: Red Bull Racing

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