Il weekend di F1 a Monaco si conclude con la vittoria Ferrari grazie al padrone di casa Charles Leclerc, pilota della rossa numero 16 che in un colpo solo trova la prima vittoria nel campionato e spezza la maledizione che l’aveva visto protagonista sul tortuoso circuito di Monte Carlo, dal 2017 a questa parte. Il ferrarista, partito dalla pole, sfrutta una gara che si preannunciava noiosa e si è confermata tale anche a causa dell’incidente occorso tra le due Haas e la Red Bull di Sergio Perez che, di fatto, ha eliminato l’unica variabile disponibili per animare la corsa e renderla forse un po’ meno scontata: la sosta ai box.
Sta di fatto che dal giro 2 in poi, i piloti hanno avuto l’obbligo di gestire il set di pneumatici che montavano per potere realizzare tutta la gara, evitando di fare il pit stop che li avrebbe relegati nelle retrovie, in una pista in cui sorpassare è a dir poco complicato. Ma analizziamo nel dettaglio le varie fasi della corsa sfruttando la “media telemetrica. Lo facciamo concentrandoci sui primi quattro classificati, il duo Ferrari “intervallato” dal duo McLaren“, che partendo con le mescole Medium è state “costretto”, dopo la bandiera rossa, a montare gli pneumatici più duri per concludere il Gran Premio.
Aspetto che per lo meno ci ha regalato una buona occasione per analizzare, sulla stessa strategia, il comportamento delle due monoposto citate sul circuito con la velocità media più bassa del mondiale. Pista dove la MCL38 aveva il dovere di confermare i miglioramenti fatti nei tratti lenti con la vettura aggiornata. Mentre per quanto riguarda il team di Maranello, c’era la volontà di smentire le voci secondo cui la SF-24 EVO fosse addirittura meno performante rispetto alla versione base, sia nelle zone guidate che in trazione.
F1, Ferrari gestisce le gomme e la finestra di pit-stop
I primi due terzi di gara si svolgono in maniera molto lineare, con i quattro piloti di testa divisi da pochi decimi in pista e da qualche centesimo nei tempi. In questa fase, si possono notare alcune differenze tra le vetture, dovute sia alle caratteristiche intrinseche delle monoposto sia ad una gestione gomma realizzata in tratti diversi del tracciato. Leclerc è il più lento in tutti gli allunghi perché sprovvisto di scia e DRS. Al contrario dei suoi avversari che hanno avuto il tempo di studiare il retrotreno della macchina davanti per gran parte del Gran Premio di F1.
Alla 1, la Sainte Devote, i quattro piloti mostrano approcci differenti con Leclerc che entra più forte, le McLaren più veloci a centro curva e Sainz meglio in trazione in fase d’uscita. Spagnolo che nel complesso la percorre meglio. Anche al Massenet e al Casinò (curve 3 e 4) c’è chi predilige l’ingresso e chi l’uscita, con il monegasco che nel sinistra-destra porta una velocità media maggiore rispetto agli avversari, seguito da Piastri che è sicuramente colui che gli si avvicina di più. Non a caso infatti, è proprio l’australiano a segnare il settore “fucsia” nel primo settore.
Lo fa di pochi millesimi sui ferraristi e di qualche centesimo sul compagno di squadra. Conferma del fatto che i distacchi sono davvero minimi, come dicevamo prima. Entriamo adesso nella parte più tortuosa del tracciato dove McLaren conferma i progressi fatti da Miami a questa parte. La vettura di F1 color papaya mostra la velocità minima maggiore a centro curva in tutto il tratto in questione. Per contro le due Ferrari sembrano prediligere la trazione in uscita dal Mirabeau Basso (curva 7) e soprattutto fuori dal Portier (curva 8) che le lancia sotto al tunnel con uno spunto decisamente migliore.
Arrivati alla Chicane del Porto è evidente tutta la differenza che la SF-24 di Charles mantiene in questo tratto, in entrata frenando più forte, in percorrenza e in uscita accelerando prima. Elemento che gli permette di guadagnare tanto e di arrivare al Tabaccaio con una velocità maggiore. Curva 12 che viene affrontata dalle due McLaren a velocità più elevata (soprattutto con Norris), sancisce l’inizio di una pozione del tracciato in cui entrambe le Ferrari sembrano gestire le coperture maggiormente rispetto ai competitor. In particolare con Sainz che usa il freno.
Si conclude il secondo settore con Leclerc che sigla mediamente il miglior tempo, protagonista di una Nouvelle Chicane percorsa divinamente, coadiuvato da una trazione che Ferrari sembra aver ritrovato. Il monegasco precede di qualche centesimo Piastri, poi a seguire Norris e Sainz in meno di un decimo. Il terzo settore è teatro di uno dei punti da brivido del tracciato (uno dei tanti): l’ingresso delle Piscine. In questa parte della pista nessuno dei quattro piloti fa la differenza, probabilmente per stare il più lontano possibile dal guard rail interno che ha causato molti incidenti nel corso degli anni.
Sainz sembra affrontarla con più cautela rispetto agli altri. Le ultime due curve, Rascasse e Anthony Noghes, mostrano un po’ quello che abbiamo visto sino alla gara, con la McLaren di Norris più veloce a centro curva e Ferrari concentrata nel massimizzare l’uscita che immette sul rettilineo di partenza. Piastri nel complesso si dimostra mediamente il più veloce di tutti. Terzo e ultimo settore che si conclude con un “fucsia” proprio del pilota australiano, che precede di pochi centesimi gli altri tre, i quali sono incredibilmente separati da un millesimo.
Nel complesso i primi 57 giri ci mostrano un equilibrio assoluto, con i quattro di testa in marcatura stretta e in particolare i due ferraristi a giocare di strategia. Come abbiamo potuto apprezzare dei team radio, infatti, a Leclerc veniva chiesto di copiare i tempi di Russell, con l’obiettivo di mantenere aperta la finestra per un eventuale pit stop. Gap che si era creato durante la gara a causa della necessità del pilota Mercedes di far arrivare la sua gomma Medium a fine gara.
Lo spagnolo è invece stato protagonista di intensi dialoghi con il suo ingegnere di pista, Riccardo Adami, nel tentativo di non concedere a Lando Norris la finestra utile che gli avrebbe permesso di fermarsi, uscire davanti a Russell e cercare una rimonta che secondo il madrileno avrebbe potuto mettere in pericolo anche la posizione di Leclerc.
F1, Ferrari accelera e stacca facilmente la McLaren
Ultima parte di gara che ci mostra uno scenario diverso. A Leclerc viene data la possibilità di spingere un po’ di più prima della passerella finale. Il monegasco non se lo fa ripetere due volte, inanellando una serie di passaggi che in pochi giri lo portano ad avere 8 secondi di vantaggio su Oscar Piastri che non riesce a reggere il passo, anche a causa del danno al fondo della sua monoposto dovuto al contatto nel giro 1 con Carlos Sainz.
Charles resta sempre il più lento in tutti gli allunghi, seguito da vicino dall’australiano su McLaren che progressivamente perde la scia e il DRS del ferrarista, facendo si che la sua velocità di punta ne risenta. E’ nella maggior parte delle curve dove però Leclerc fa la differenza. Lo si evince molto bene in curva 1 dove frena forte, porta tanta velocità a centro curva e riesce ad avere una rotazione ottimale della vettura. Senza dubbio il più rapida nella fase di trazione verso Massenet.
Punto della pista che viene affrontato con una velocità di percorrenza minore rispetto agli avversari, ma che lo porta ad avere uno spunto molto buono in entrata e in uscita dal Casinò, risultando mediamente il più veloce in quel tratto come già accaduto nella prima parte di gara. Nonostante ciò il primo intertempo dice Oscar Piastri che mediamente precede di pochi centesimi il talento monegasco e il compagno di squadra, con lo spagnolo numero 55 che risulta il più lento di tutti.
E’ nel settore centrale, come in precedenza, che Leclerc fa ancora la differenza pareggiando le velocità minime McLaren nel lento delle curve 5-6-7-8 e mantenendo la trazione “fionda” che lo lancia il più rapidamente possibile verso il tunnel. La Chicane del Porto vede sempre il monegasco protagonista, andando poi verso il Tabaccaio (curva 12) in cui McLaren continua ad essere il riferimento e raggiungendo la fine del secondo intertempo dove Leclerc fa segnare il “fucsia” di giornata, rifilando un decimo al compagno di squadra, circa 0.25s a Norris e 0.3s a Piastri.
Risulta evidente come il gap si sia allargato, soprattutto grazie al passo in avanti fatto da Leclerc nel tortuosissimo tratto che precede il tunnel. Curve 13-14 teatro ancora una volta di una gestione gomme particolare da parte della Ferrari, questa volta con Leclerc, che sembra voler dar respiro agli pneumatici. Amministrazione che però che dura poco, perché torna ad essere il più veloce sia alle Piscine che nelle ultime due curve, in percorrenza e in uscita, seguito da vicino dal suo compagno di squadra.
Non a caso Sainz si rivela il più veloce nel T3 davanti a Norris di pochi millesimi, a Leclerc di circa 0.1s (gap che accusa a causa del lift alla Louis Chiron), e a Piastri di ben 0.2s. Australiano che sembra pagare pesantemente nel lento, almeno nell’ultima fase di gara. Sul traguardo il più veloce è il monegasco sulla rossa numero 16 che nel complesso rifila 0.15s circa al compagno di squadra, poco meno di due decimi a Lando Norris e quasi 0.4s a Piastri in netta difficoltà sul finale.
Gli ultimi 20 giri evidenziano una Ferrari superiore sul passo rispetto agli avversari, che non appena si è liberata da qualsiasi dubbio legato alla durata degli pneumatici e ad eventuali finestre da conservare o da non concedere agli avversari, ha messo d’accordo un po’ tutti. La SF-24 EVO si è confermata assoluta dominatrice del weekend, con Leclerc consapevole dello step mentale e soprattutto con tanti punti recuperati in entrambi i campionati. E adesso la domanda che attanaglia le menti dei tifosi. Si può sognare qualcosa di più per il campionato in corso? Non ci resta che attendere…
Autore e telemetria: Riccardo Simeone – @imrrickyy
Immagini: Scuderia Ferrari – F1TV