F1, Ferrari perde ancora una volta in giudizio. Questione Sainz e Piastri ovviamente, dove sebbene lo spagnolo non avesse particolari colpe per il danno recato al suo diretto competitor, la sanzione è arrivata come previsto. A niente sono servite le ragioni dei rappresentanti della rossa che la FIA, come d’altronde succede da anni a questa parte, ha deciso di non prendere in considerazione. Facciamo prima un passo indietro. Gran Premio Canada 2019. Vettel guida una gara serratissima braccato da Lewis Hamilton. Al giro numero 48 il tedesco va lungo alla chicane composta dalle curve 3 e 4 e rientra in pista obbligando Lewis ad alzare il piede dall’acceleratore.
Per la direzione gara non ci furono dubbi, 5 secondi di penalità per il quattro volte campione del mondo, per essere rientrato in pista in modo pericoloso nei confronti del rivale. La decisione presa dai giudici fu aspramente contestata da Sebastian e dal pubblico canadese che non apprezzò una decisione assurda, grazie alla quale la gara fu vinta dal sette volte campione del mondo a cui bastò rimanere in scia alla Ferrari SF-90 del pilota tedesco della rossa. Un provvedimento che indignò i media e i fan al punto che la F1 comprese di averla fatta grossa.
Per questo decise di dare inizio a una nuova stagione in cui il metro di giudizio fosse più clemente verso le lotte in pista, anche quelle borderline. Tale permissività ha retto sino al 2021, quando il duello tra Verstappen e Hamilton è stato ricco di episodi discutibili. Uno su tutti ricorderemo l’incidente a Monza tra i due, dove Max salì con la sua Red Bull in cima alla Mercedes di Lewis. Britannico letteralmente salvato all’halo. Ora, pensando al presente, da qualche tempo sembra che l’inflessibilità degli steward e dei direttori di gara sia tornata a livelli del pre 2020.
F1, Ferrari subisce la disparità di giuduzio
Cercando di essere sempre oggettivi nonostante la penalizzazione riguardi una rossa, la penalizzazione comminata a Carlos Sainz in seguito al lieve contatto con Oscar Piastri pare francamente inspiegabile. L’ala anteriore della monoposto del pilota australiano è entrata di contatto con la ruota posteriore destra della SF-24 numero 55, quel tanto che è bastato per danneggiarla e richiederne la sostituzione ai meccanici. Il danno arrecato è evidente, su questo siamo tutti d’accordo. Ciononostante la dinamica dell’incontro ravvicinato dovrebbe scagionare l’alfiere della Ferrari.
La vettura italiana era completamente davanti alla monoposto di F1 color papaya e solo una lieve perdita del posteriore a fatto slittare il retrotreno della rossa in verso l’ala della MCL38 del giovane pilota del team di Woking. “L’infrazione” è stata subito notata, con i rappresentanti di scuderie e piloti che, al termine della corsa, sono stati convocati dalla direzione gara. Nella tarda notte italiana è giunta notizia della penalizzazione verso il pilota della Ferrari originario di Madrid. Punizione ingiusta che lo ha fatto scivolare dal quarto sino al quinto posto in classifica.
Una vera e propria beffa dalle ripercussioni tutto sommato relative, in quanto in ballo non c’era né la vittoria né tantomeno un posto sul gradino più basso del podio. Ciononostante, arrivati a un quarto della stagione, la monoposto del Cavallino Rampante senza alcun aggiornamento, sta comunque dimostrando di poter lottare almeno per il titolo costruttori. In tale scenario anche pochi punti possono fare tutta la differenza del mondo. Basti pensare l’anno passato quando Mercedes ha preceduto proprio la Ferrari per pochissime lunghezze alla fine del mondiale dominato dalla Red Bull.
F1, Ferrari e la beffa di una decisone “clemente”
Il report del direttore di gara della F1 recita che l’incidente è da imputare alla monoposto numero 55 che, nel tentativo di attacco verso Oscar Piastri, non ha raggiunto il punto di corda della curva perdendo il posteriore della sua Ferrari. All’interno di tale scenario è stato tenuto conto, come fattore attenuante, il fatto che se non fosse stato per la leggera perdita di controllo del posteriore da parte della vettura 55, la collisione probabilmente non sarebbe avvenuta e la lotta sarebbe stata dura ma assolutamente leale. La penalità standard per una collisione del genere è di 10 secondi, con 2 punti di sanzione sulla patente dei piloti.
Alla luce delle circostanze attenuanti, la sanzione è stata ridotta in una penalità di 5 secondi, con 1 punto di penalità per il pilota spagnolo. Purtroppo occorre constatare che il Cavallino Rampante non riesce a uscire dalla direzione gara con una vittoria da tempo immemore anche quando, come in questa circostanza, si è trattata di una normale dinamica di gara. Un’area, quella della direzione sportiva, su cui Frederic Vasseur dovrà lavorare non poco, cercando di conferire alla storica scuderia modenese la giusta considerazione. Non si pretendono vantaggi politici ma solamente decisioni ragionevoli verso la Ferrari.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv