Red Bull non è più dominante in F1. La zona di comfort è sparita. Per questo si deve “sbattere” davvero parecchio per vincere e in talune circostanze non ci riesce nemmeno. Questo il contesto competitivo che abbiamo apprezzato negli ultimi round della campagna agonistica 2024. Verstappen dice di non essere preoccupato. Si tratta solamente di “semplici” passaggi a vuoto. Senza dubbio potrebbe anche essere vero, perché no. D’altronde, sebbene i grattacapi non manchino, la RB20 di Max è sempre una vettura super competitiva che riesce a performare molto bene.
Lo fa anche grazie al talento del suo trascinatore. L’olandese possiede oramai un’esperienza in F1 molto grande. Quasi due lustri di massima categoria del motorsport alle spalle sebbene abbia solo 26 anni. Know how che gli permette, oltre che a primeggiare a livello di handling, di trovare spesso soluzioni alla guida quando la sua vettura non è al massimo, fa i capricci o non va dove lui vorrebbe. L’esempio è Monte Carlo. Lui stesso ha definito la Red Bull come una sorta di kart, in quanto a livello sospensivo il bolide colorato blue racing faceva fatica ad aggredire i cordoli e non poteva sfruttare ogni centimetro quadrato della pista.
A Monaco il centro di pressione delle attuali F1 migra al posteriore, aspetto che Red Bull patisce. Lo abbiamo ribadito più volte: l’avantreno si indebolisce, il balance non è preciso e il match delle temperature di esercizio degli pneumatici Pirelli tra i due assi non fa presenza. Al contrario Ferrari si trova a suo agio in questa situazione. Mettendo più carico al retrotreno, infatti, il posteriore delle SF-24 si stabilizza e il front-end non perde “credibilità” come quello della RB20. In questo momento anche McLaren è in grado di battere i campioni del mondo in carica. Lo ha fatto a Miami, mentre a Imola ci è mancato davvero poco.
Paul Monaghan, capo ingegnere di pista della Red Bull, in una chiacchierata con i media nella pit lane monegasca, davanti al garage della scuderia, ha confidato che diversi update stanno arrivando. Non si tratta di una mera reazione al valore delle altre squadre, ma bensì al frutto del lavoro programmato da mesi. Senza dubbio questi aggiornamenti aiuteranno non poco le vetture austriache e conoscendo la capacità di reazione dei tecnici di Milton Keynes, possiamo aspettarci risultati importanti. Provvedimenti che vorrebbero ristabilire un gap di sicurezza, anche se più risicato, per tenere a bada gli avversari.
F1, Red Bull preoccupata per il campo ipotetico fuorviante
Marko dice un sacco di cose, ce l’ha per vizio. Non gli piace stare lontano dai microfoni. In talune occasioni si lascia prendere dalla superbia, mentre in altre pare più ragionevole. Ricorderemo le sue parole in merito all’update recente sul pavimento della RB20. Una modifica che a detta sua, doveva cambiare le cose e della quale ci sia aspettava davvero molto. A conti fatti non sembra che le attese siano state ripagate però. Per di più c’è un altro fatto: il simulatore. Il software driver-in-the-loop va a riprodurre la realtà tramite un miriade di informazioni inserite.
Un campo ipotetico che appunto cerca di simulare quello che accade in pista. Se però la correlazione non funziona i guai sono serviti. L’arzillo vecchietto ne parla e ammette il grattacapo. Lo fa in quanto qualcosa non sta funzionando a dovere nello studiare a tavolino le diverse opzioni di setup con le quali ci si presenta in pista, dove successivamente viene scelta la migliore, per affrontare il resto del fine settimana sino al fine tuning. Questo aspetto sta mettendo in difficoltà piloti, tecnici e ingegneri. Una questione spinosa sulla quale la scuderia sta lavorando in questi giorni.
Secondo le informazioni raccolte dalla nostra redazione presente a Monaco, la squadra leader del campionato mondiale sta cercando di correggere questo scenario imperfetto che in diverse occasioni ha “ingannato” il gruppo di lavoro. In F1 ogni minimo dettaglio fa la differenza e quando un contesto del genere non è sotto controllo, i problemi si possono estendere a macchia d’olio. Per questo vige una certa preoccupazione all’interno del team, anche in relazione agli imminenti upgrade che, come per il discorso sugli assetti, potrebbero essere condizionati nel giudizio in merito alla corretta validazione in pista.
Non possiamo parlare di vero e proprio allarme. Tuttavia una certa inquietudine abita da qualche tempo la mente degli ingegneri Red Bull. Un contrasto tra realtà e campo simulativo che si trova attualmente in fase di studio, perchè quando ottimizzare la monoposto di F1 diventa un problema e in certi casi come Miami, Imola e Monaco non ci si riesce al 100%, ecco che gli avversari, oramai molto vicini, possono addirittura batterti. Inoltre la pressione aumenta e gli errori dei piloti sono una normale conseguenza, proprio quello che è successo a Verstappen, nelle qualifiche complicate di Monte Carlo.
Sotto questo aspetto attesa una forte risposta in Canada. Una pista che ancora una volta potrebbe mettere in seria difficoltà la Red Bull. È lo storico consigliere e ottantunenne originario di Graz a rivelarlo, facendo il pari, nelle sue dichiarazioni preoccupate, con quelle rilasciate in avvicinamento al Gran Premio che di corre sulle stradine del Principato. L’ottimismo di poter risolvere i grattacapi esiste, perché la grande esperienza maturata dal team dovrebbe fare la differenza. Non ci resta che attendere per capire se i problemi continueranno a tediare o saranno finalmente risolti.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Oracle Red Bull Racing – F1-Tv