Il clima in casa Red Bull non è per nulla buono. Una stagione di F1, quella 2024, iniziata molto bene senza dubbio. Tuttavia in poche gare abbiamo apprezzato una chiusura del gap di Ferrari e McLaren sul team campione in carica. Un qualcosa che Newey aveva anticipato, per questo ha aveva deciso di rivoluzionare alcuni concetti della RB20. A quanto pare però le cose non sono andate esattamente come il geniale progettista aveva paventato. Il tutto si deve alla sensibilità della vettura austriaca alle altezze da terra. Quando si utilizzano quelle prestabilite in fase di progetto tutto va secondo in piani, senza troppi problemi.
Al contrario, quando la monoposto deve per forza di cose adottare una ride height non ottimale, il vantaggio sul carico aerodinamico prodotto dal fondo sul resto dei competitor svanisce. Per di più esiste un altro grattacapo. Ci riferiamo all’avantreno che non funziona a dovere quando la downforce migra al posteriore della vettura. Problemi che Red Bull sta cercando di risolvere. Il primo update al fondo della RB20 non ha portato i risultati attesi sotto questo punto di vista, sebbene lo stesso Helmut Marko avesse anticipato che si aspettavano parecchio da questa modifica.
Il momento è di quelli delicati, insomma. “Giocare” con la messa a punto dell’auto risulta fondamentale per una monoposto di F1. Azzeccare l’assetto, infatti, cambia radicalmente l’approccio al fine settimana. Aspetto che Red Bull non riesce a sfruttare a dovere, in quanto la RB20, al simulatore, presenta caratteristiche che poi, durante le prove libere in pista, puntualmente non vengono confermate. Il software driver-in-the-loop utilizzato in fabbrica è imperfetto e non prevede alcuni fattori che si presentano una volta calcato l’asfalto di un circuito.
Grattacapo che sta facendo perdere un sacco di tempo, perché piloti, tecnici e ingegneri debbono realizzare un lavoro extra per ottimizzare la vettura e, in alcuni casi, nemmeno ci riescono. Il fine tuning delle Fp3 parte da una base viziata da diversi elementi ed è proprio per questo che, in talune circostanze, la vettura di F1 colorata blue racing non ha potuto esprimere tutto il suo potenziale. Aspetto che stressa e innervosisce i protagonisti rendendoli più inclini all’errore. Quello che è successo a Verstappen nella Q3 di Monaco, ad esempio, rimarcato dal team principal della scuderia austriaca.
F1, Red Bull si aggrappa a Verstappen per superare il momento no in attesa degli upgrade
Horner ha fatto notare che Max non è stato perfetto in qualifica. Parole che cercano in qualche modo di difendere la sua creatura, la RB20, addossando le responsabilità sul pilota olandese. Strano che nella stessa intervista non sia stato menzionato un altro fatto riguardante Perez che nella terza fase della sessione classificatoria di Monte Carlo nemmeno ci è arrivato. Checo è stato infatti eliminato in Q1. Il talento non all’altezza di quello sciorinato dal campione del mondo di F1 ha fatto la differenza, all’interno di un contesto competitivo dove nel giro di pochi decimi si trovano diverse vetture.
I problemi ci sono e la scuderia di Milton Keynes non può nasconderli sotto un sasso. Ciononostante le risorse per correggere determinate situazioni esistono. Fanno presenza. Il gruppo di tecnici orfani di Adrian Newey sono pur sempre tra i migliori della categoria. Per questo Verstappen nutre profonda fiducia nella sua squadra. Inoltre, analizzando i dati degli ultimi 3 Gran Premi, sebbene solo in un’occasione Max è salito sul gradino più alto del podio, in realtà la possibilità di vincere queste gare c’era eccome. Il lavoro Red Bull per sistemare le cose è in atto e conta di risolvere la situazione a breve.
Ne abbiamo parlato qualche giorno fa, ricordando come i prossimi aggiornamenti previsti dal team in testa alla classifica iridata potranno lenire gran parte dei guai attuali. La preoccupazione esiste, non è fantasia. Sempre Helmut Marko, storico consulente della Red Bull, non ne fa affatto mistero. L’arzillo vecchietto si aggrappa a Verstappen. Nelle piste dove le differenze saranno minime e avversari come McLaren e Ferrari mostreranno una competitività uguale o maggiore, il manager di Graz punta secco sul “fattore Verstappen”. Pilota di F1 che può spezzare gli equilibri.
La disamina dell’ottantunenne austriaco non fa una piega. Il fenomeno originario di Hasselt ha dato ampiamente prova della sua valenza e della capacità di sommare il valore mancante alla sua vettura verso il raggiungimento dell’obbiettivo. Tuttavia puntare su questo fattore diventa rischioso, in quanto la pressione sale e il margine d’errore si assottiglia tremendamente. Per questo, il reparto tecnico oramai nelle sapienti mani di Pierre Washe ha in serbo diverse novità che, a quanto appreso, potrebbero spiazzare fortemente i competitor e ristabilire il gap di sicurezza.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Oracle Red Bull Racing