Verstappen perde ancora con la sua Red Bull. Terza volta in otto gare nel primo scorcio di campionato. In questo caso non centrano i ritiri per colpa dei freni o il fondo danneggiato. Parliamo infatti di prestazione pura che il binomio Max – RB20 non è stato in grado di esprimere. A livello tecnico le spiegazioni non mancano di certo. Un piccolo riassunto ci sta, prima di approfondire un’altra tematica interessante che di fatto pesa nella testa dell’olandese, malgrado lui stesso finga in qualche modo che non sia così. Partiamo dall’Australia, secondo fine settimana di gara della campagna agonistica in corso.
Già in quell’occasione si era visto che la vettura austriaca non era più come la perfetta macchina da guerra che nel 2023 aveva dominato in lungo e in largo, senza diritto di replica da parte degli avversari, annichilendo la concorrenza senza alcuna pietà. Il venerdì fu tutt’altro che buono infatti. Il front-end della monoposto colorata blue racing soffriva. Lamentele a manetta in radio e graining massiccio, più degli avversari. Poi il grande lavoro al simulatore, tanta esperienza dei tecnici e il talento di Verstappen. Boom… pole al sabato anche se nei long run del venerdì la rossa andava fortissimo.
Durante il giro 4 sappiamo tutti come è andata a finire. Ferrari aveva la possibilità di contendere la vittoria al Red Bull? Per molti, incluso membri di altre scuderie sì. Purtroppo la controprova non ha fatto presenza e non lo farà mai. Passiamo oltre al recente Gran Premio di Miami, corsa dove ancora una volta Verstappen non riesce a salire sul gradino più altro del podio. In questo caso c’è la Safety Car che ha aiutato parecchio Norris (vincitore) e un danno al fondo procurato da un passaggio troppo aggressivo sul cordolo che, a conti fatti, questo ha detto Horner, ha tolto circa due decimi di prestazione al giro al tre volte campione del mondo di F1.
Anche in questo caso, sempre per colpa dell’avantreno, l’attivazione delle gomme e il mantenimento della corretta finestra di temperatura non era ottimale. Passiamo nuovamente oltre, Gran Premio di Imola. Sulle rive del Santerno Max torna alla vittoria. Primo posto risicatissimo, in quanto Norris era incollato al diffusore della RB20 n°1 a fine gara. Altro caso dove il front-end della vettura austriaca ha creato tanti problemi con la migrazione del balance al posteriore. Grattacapi “mascherati” dalla superba qualifica di Verstappen (grande l’aiuto della scia di Hulkenberg)che nell’ultima parte dello stint si sono palesate. Due giri in più e chissà cosa sarebbe successo.
Red Bull non è più imbattibile: Verstappen sente tanta pressione anche se non lo dice
A questo punto dello scritto vale pena fare un ulteriore inciso che si collega al piccolo “report” realizzato sino ad ora sulle prestazioni della Red Bull. Un certo Adrian Newey, in tempi non sospetti, qualche settimana fa per l’esattezza, oramai fuori dal progetto F1 dei bibitari ha espresso il suo rammarico su di un fattore tecnico. Una caratteristica conferita alla RB20 della quale non va di certo fiero. Questo il riassunto delle sue parole. Per di più, il genio di Stratford-Upon-Avon ha commentato che, tale situazione, a ragion di logica sarà molto probabilmente risolvibile solo durante il prossimo inverno, in vista della prossima annata. Mondiale di F1 che precede l’ennesima e pesante rivoluzione.
Tutti gli indizi, tenendo a mente le performance della vettura portano proprio all’avantreno. Asse della monoposto che in determinate situazioni va in sofferenza e sbilancia la piattaforma aerodinamica della monoposto. Questo fa si che, una volta trovata la quadra della messa a punto, la RB20 non risulti superiore ai diretti avversari come Ferrari e McLaren. Per fortuna c’è Verstappen che aggiunge più di una cifra al valore della Red Bull, splendido interprete al volante che sa ottimizzare, stringere i denti e tirar fuori dall’aiuto il massimo e anche di più.
Arriviamo dunque a Monte Carlo, ultimo Gran Premio disputato giusto ieri pomeriggio. Tracciato peculiare dove il fattore più importante era la trazione. Efficienza aerodinamica e motore avevano un peso marginale, mentre le fasi di accelerazione dalle curve medio lente ricoprivano un ruolo determinante. Tratto endemico dove la Red Bull sa dominare, in quanto la RB20 ha mostrato chiaramente, basta osservare i micro settori e telemetrie delle gare precedenti, come nessun’altra vettura mostra tanta abilità nello scaricare a terra tutta la potenza della power unit.
Monaco sembrava apparecchiare una vittoria facile per la scuderia di Milton Keynes che però, in maniera onesta, nelle consuete interviste in avvicinamento al fine settimana, aveva mostrato una certa preoccupazione in merito alla competitività della loro vettura. In realtà la RB20 poteva lottare per la pole e quindi vincere a Monte Carlo. Il rendimento c’era. Eppure qualcosa è andato storto. Ancora una volta un venerdì ricco di lamentele in radio, dove Verstappen reclamava una solidità sul front-end assente e di riflesso una gestione gomme relativa all’attivazione e al livello di grip inadatto.
Sabato come sempre le cose sono migliorate. Max è la davanti, pronto a giocarsi la partenza dal palo, sino a quando in qualifica pasticcia con le gomme sul più bello e in Q3, per cercare di recuperare va oltre il limite fisico della vettura alla Santa Devota, dove di fatto perde la possibilità di aggiudicarsi la pole e di conseguenza la vittoria. Mentre Perez non passa nemmeno la Q3. Terminata la sintesi dei vari scenari difficili andati in onda nell’arco degli ultimi mesi arriviamo al dunque: Red Bull sente il fiato sul collo. Una pressione forte e continua da avversari distinti.
Ci riferiamo ad un contesto che somma difficoltà a quelle già esistenti e induce di riflesso all’errore. A sostenerlo è lo sesso Frederic Vasseur, ieri, prima di fare il bagno nel porticciolo, nella sobria analisi del dopo la gara. Questo aspetto non va assolutamente sottovalutato. Red Bull non si trova più nella zona di confort che ha abitato per molto tempo, dove poteva “gigioneggiare”, spingere un po’ di più a suo piacimento quando richiesto e staccare gli avversari. Al contrario è obbligata a dare il massimo e, come abbiamo visto, questo massimo in certe occasioni non è più sufficiente per garantire la vittoria.
Non stiamo dicendo che la Red Bull è “inguaiata” e gli altri team oramai sono più forti. Vogliamo solo constatare con mano i fatti, considerando che il mondiale di Formula uno targato 2024 sta prendendo un’altra piega. Situazione tecnica dove le due scuderie Ferrari e McLaren, d’ora in avanti, potrebbero anche giocarsela alla pari con in campioni del mondo in carica. Verstappen fa il pompiere, non si preoccupa al momento e sostiene che siano solo casi isolati. Forse però, riascoltando tutti gli audio dei suoi team radio di queste prime otto gare, anche il suo parere potrebbe cambiare un po’…
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Oracle Red Bull Racing – F1 Tv