La Ferrari torna a vincere la 24 ore di Le Mans nella categoria “assoluta” con la Hypercar 499P. Assente per mezzo secolo dal mondiale prototipi/endurance, per due anni di fila si aggiudica la prestigiosa corsa francese. Basterebbe questo per essere felici. E tanto. E io che sono un inguaribile romantico/sognatore, immagino da lassù Enzo Ferrari che si sta divertendo da matti per il suo cavallino rampante tornato nell’Olimpo. Dove spetta solo ai più grandi. E, forse, alla scuderia più grande. Tornati vincendo nella gara del centenario e bissando il successo l’anno dopo. C’è da essere “ubriachi” di gioia!
Ecco, la retorica mi prende la mano e mi scappa la “frizione”. Che dire di non banale e retorico? Ci posso provare, anche se non so se ci riuscirò e già mi sono smentito nelle prime righe. Intanto se la prima vittoria dopo il grande ritorno era stata bellissima, questa lo è stata decisamente di più. Per i tanti contendenti, per le tante variabili, per i rischi presi. Per la vittoria sofferta, ripetuta, e quindi assolutamente incredibile. Alla fine ha trionfato la n° 51 pilotata da Fuoco-Molina-Nielsen in una gara tiratissima e che si è decisa solo negli ultimi istanti, con il rischio di restare a secco e parcheggiare la vettura senza carburante.
L’anno scorso Guidi-Giovinazzi-Calado, con la numero 50, che nel 2023 si erano appunto aggiudicati l’edizione del centenario e che si sono confermati comunque sul podio in questa 24 ore arrivando terzi. Si tratta dell’undicesima vittoria assoluta del Cavallino Rampante nella classica maratona di resistenza francese e la seconda consecutiva, come dicevamo. Le precedenti vittorie risalgono al 1949, 1954, 1958 e dal 1960 al 1965 (successo ottenuto da Masten Gregory-Jochen Rindt e Ed Hugus). E proprio sugli anni sessanta è incentrato anche uno dei più bei film recenti sull’automobilismo sportivo “Ferrari vs Ford – Le Mans ’66: La grande sfida”.
24 ore di Le Mans, Ferrari: un trionfo che va fortemente festeggiato
Tutto questo per dire di quanto fascino eserciti questa gara nel tempo. Un fascino che si è rinverdito prepotentemente negli ultimi anni. L’albo d’oro della casa di Maranello a Le Mans comprende anche 29 vittorie di classe, per un totale di 40 trionfi. Questa edizione, come forse saprete, abbiamo potuto seguirla sul campo con il nostro inviato Marco Santini. E presto potrete leggere il suo resoconto da esperto. Io, più banalmente, voglio tornare a questa gioia matta che ci pervade in una domenica strana, silenziosa, come se il mondo sportivo stesse aspettando con trepidazione l’esito di questa incredibile gara.
Mi dovete scusare per l’entusiasmo forse fuori luogo. Proprio con Leo Turrini ospite da noi (programma Spit Stop) si diceva, pochi giorni fa, quanto fosse avara di soddisfazioni la vita del tifoso ferrarista, per mezzo secolo legata solo o quasi alla F1, con alterne fortune, un solo ciclo dominate e tante sconfitte. E poi arriva questa incredibile seconda vittoria consecutiva nella gara più bella, iconica, dura di tutta la storia degli sport motoristici. A ricordarci che la Ferrari sa vincere. Che ha uomini capaci a partire da Coletta. Che ha forza, determinazione, visione strategica, rischio e qualche volta e anche fortuna.
Che può anche non essere la più veloce (che in una gara di durata non è determinante ma ha comunque la sua rilevanza) ma che se la gioca sempre contro la Toyota. La fortuna che aiuta gli audaci. O la sfortuna che diventa un insperato aiuto. E per un attimo ci sembra che la F1 sia qualcosa di lontano. In un certo modo Ferrari sembra essere tornata a casa. Dove scrisse le prime, grandi pagine della sua unica ed incredibile storia. E mai scelta fu più giusta, centrata, vittoriosa, del voler tornare nel Mondiale WEC per gareggiare di nuovo anche a Le Mans. Ben fatto presidente Elkann. Ora sotto con la F1.
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Immagini: Scuderia Ferrari Hypercar