Cominciamo con il parlare di Ferrari, che in questo sabato di F1 ha fatto un passo avanti non indifferente rispetto al venerdì. Ricordiamo che Leclerc non utilizzava la specifica di fondo aggiornata, la quale è stata affidata al solo Carlos Sainz. Il setup di base adottato sulla vettura numero 16 non aveva affatto funzionato, con il monegasco che aveva lamentato molto sovrasterzo e in generale poca stabilità. Cambiata la messa a punto della monoposto la situazione è migliorata, ma il grosso è stato fatto nella notte, anche grazie al lavoro lato fabbrica al driver-in-the-loop.
L’ex Alfa Romeo si è congratulato con la squadra per il nuovo setting. Aspetto che al momento pare offrire molta più prevedibilità e di riflesso migliora anche la gestione delle mescole, sia sul giro secco che sulla lunga distanza con tanta benzina a bordo. Non ci sono stati cambiamenti di messa a punto nel corso delle ultime libere, neanche per quanto riguarda l’incidenza dell’ala anteriore. Carlos Sainz ha senza dubbio avuto delle prove libere più lineari, con una minor quantità di problemi. Premesso tutto questo, la rossa rimane una monoposto con un balance maggiormente sovrasterzante.
Anche questo ha influito sull’esito della qualifica, elemento che non aiuta a gestire le gomme e la loro temperatura. A livello di compound, la Ferrari ha lavorato molto nel trovare una strategia che ampli la percentuale di tempo sul giro in cui gli pneumatici possano restare più vicini possibile alla working range ideale. Nel T1 tendevano a generare troppa friction, aspetto che causava un allontanamento dalla temperatura di riferimento. Nelle Fp3 i tecnici hanno cercato di migliorare l’utilizzo delle gomme e quindi di conseguenza anche il rendimento T3 per contenere il distacco.
Per farlo in genere si lavora molto sui settaggi dei vari manettini, quali brake balance, differenziale e vari ‘toggle’. In questo modo si riesce a gestire meglio quale asse utilizzare di più nelle fasi di frenata e di cornering. Impegnando un po’ meno il posteriore in frenata, ad esempio, si riescono a contenere le temperature delle mescole. La Red Bull ha continuato il lavoro sul setup anche nelle ultime libere, visto che ieri Verstappen si lamentava specificatamente del sovrasterzo a centro curva. Osservando gli on board si è vista una vettura decisamente più stabile in varie zone della pista.
Nelle ultime libere la squadra di Milton Keynes ha lavorato sui ‘marginal gain’ , ovvero sull’ottimizzare l’uso di alcuni manettini. In generale sono riusciti ad massimizzare quasi tutti i punti del tracciato. Subito nel primo run di qualifica Verstappen ha confermato di avere un feeling migliore. Simile il discorso anche per le McLaren, che ha trovato un buon bilanciamento complessivo ed è riuscita anche a ottimizzare la gestione della mescola nell’arco della tornata. MCL38 e RB20 che avevano un bilanciamento nel complesso migliore della SF-24.
Queste due vetture avevano maggiore stabilità sul posteriore rispetto alla rossa, fattore che ha pesato non poco nell’economia della prestazione complessiva. Con così tante vetture vicine ogni minimo dettaglio ha fatto la differenza. Anche la Mercedes ha centrato un balance soddisfacente, ma ancora una volta, l’elemento che di più ha aiutato il team tedesco sono state le temperature del tracciato, più basse rispetto alle atre sessioni. Un cielo annuvolato che ha nascosto il sole, passando dai 44°C ai 36°C. Senza dubbio un fattore che ha permesso alla W15 di centrare molto bene la temperatura di esercizio delle mescole durante la qualifica.
F1, analisi micro settori qualifiche: Ferrari non ottimizza la percorrenza di curva 3
Entriamo ora in maggiori dettagli tecnici. Lo facciamo servendoci dei dati che possiamo estrapolare dal GPS della F1, che ci consente di analizzare al meglio ogni singolo tratto del circuito. Di fatto, in qualifica, ci siamo trovati con tre o quattro vetture al medesimo livello. Tutto il lavoro svolto nelle libere deve essere tradotto in un buon risultato dai piloti. Il cronometro è l’ultimo metro di giudizio. Prendiamo in esame pertanto i micro settori della sessione classificatoria, affiancando poi delle considerazioni realizzate osservando la telemetria di ciascun pilota e supportati da quanto visto negli on board.
Sul rettilineo principale della pista di F1 catalana, la Ferrari SF-24 conferma di patire ancora un certo svantaggio a livello di resistenza all’avanzamento. Manca ancora qualcosa per chiudere il gap sulla Red Bull. Sul rettilineo principale la monoposto italiana perde circa 3km/h dalla RB20, mentre sono quasi 2km/h quelle che patisce sulla Mercedes. Alla prima staccata la rossa si conferma con un vantaggio in termini di stabilità nella fase che i piloti dedicano alla decelerazione. Nella prima chicane l’auto modenese perde leggermente rendimento però, in quanto porta un po’ troppa velocità verso l’apice.
C’è poi un altro aspetto interessante che vale la pena prendere in considerazione. I due piloti della Ferrari, nel lungo curvone ad ampio raggio e in appoggio (3), non riescono a guadagnare quanto atteso nella percorrenza di questo tratto curva, specialmente nei confronti della Mercedes che, in questa sezione della pista, conti alla mano è stata la migliore. Il team di Maranello non ha approfittato del settore amico, dove potevano dominare per bilanciare le perdite nei due tratti rimanenti. La McLaren in questa sezione tiene botta e perde solo qualche ridotta frazione di secondo.
Si arriva successivamente in curva 4, dove Leclerc riesce a mantenere una traiettoria che lo avvantaggia durante la fase d’uscita. Alla curva 5 troviamo diverse interpretazioni dai vai piloti. Difficile da affrontare come piega, poiché è quella a più bassa velocità e nessuna vettura ha un setup dedicato per affrontarla al meglio. Ferrari porta troppa velocità in ingresso e svantaggia la fase d’uscita in cui si va sul gas. Perde poi durante tutto l’allungo verso la chicane, dove McLaren guadagna qualche frazione di secondo decisiva sulla Red Bull che poi si porta sino al traguardo.
Curva 09 è molto veloce e i piloti cercano di percorrerla in pieno. Ferrari perde terreno nei confronti dei principali competitor. In questo tipo di curve il posteriore della SF-24 resta abbastanza stabile, ma come detto sovrasterzo di fondo non permette di portare tanta velocità in determinate tipologie di curve come ad esempio questa. Alla sezione 10-11-12 vediamo nuovamente diverse interpretazioni per limitare l’eccesso di rotazione. Nel primo tentativo del Q3 l’olandese Verstappen non ha fatto un buon lavoro, ma ha poi migliorato nel secondo run mostrando una guida davvero molto pulita.
Red Bull poteva giocarsela con Mercedes ma non ci è riuscita. Nel complesso possiamo tirare una conclusone sulla vettura di Brackley: pare che i tecnici del team tedesco abbiano cercato di massimizzare il rendimento delle mescole sia settore centrale ma soprattutto in quello finale. Mentre nel T1 hanno cercato di bilanciare quanto possibile con maggiori velocità di punta. Una strategia che ha funzionato bene. Ultimissima considerazione. Plauso speciale a Norris che mette assieme una tornata davvero strepitosa, capace di performare al top nell’arco del giro.
Autori: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv