Ferrari ha cercato di fare il massimo nell’undicesimo appuntamento iridato della F1 dedicato alla Sprint Race. Ci riferiamo alla gara di 100km dove le vetture della griglia si sfidano per portare a casa dei punti. Un evento fortemente voluto da Liberty Media che, portafoglio alla mano, ha deciso di proporre questo particolare format per tenere gli spettatori incollati ai teleschermi anche al sabato. In effetti il ragionamento della proprietà a stelle e strisce non fa una piega, in quanto le prove libere spesso annoiano, mentre la possibilità di veder gareggiare le vetture fa sempre gola anche ai supporter meno attenti.
Ferrari aveva l’obbligo morale di fare bene. Dare una scossa a questo fine settimana iniziato molto male, dove ancora una volta, come in Spagna, l’assetto di base delle vetture modenesi ha fatto penare non poco piloti, tecnici e ingegneri. La speranza di andare un po’ meglio con tanta benzina a bordo c’era, poiché nell’unica sessione di prove libere del venerdì, le due SF-24, con alto quantitativo di carburante a bordo, sebbene le tornate della simulazione high sono state solo 6, avevano mostrato comunque un passo molto buono e un consumo delle mescole davvero irrisorio.
Come detto non era certo facile stravolgere le prestazioni della vettura non potendo toccare il set-up. Le sole regolazioni sull’avantreno per bilanciare il carico sono poca cosa. Per questo la speranza di cambiare le carte in tavola era senza dubbio maggiormente affidata al comportamento della Ferrari con molta benzina e, contestualmente, alla bravura dei piloti nello sfruttare ogni piccola occasione. Così è stato almeno per Leclerc, autore di una partenza a fionda che gli ha permesso di recuperare 3 posizioni in tre curve. Pure Sainz è partito bene, nonostante la posizione guadagnata su Russell è poi andata persa nell’arco della corsa.
F1, Sprint Race Austria: Ferrari mostra diversi limiti tecnici a Spielberg
Per la mini gara austriaca tutti i piloti hanno scelto di utilizzare la Pirelli a banda gialla. Gomma Medium che si attesta senza dubbio come la migliore mescola che possa soddisfare il compromesso richiesto dalla sprint: durata ma ovviamente anche performance. Nei primissimi giri le McLaren hanno mostrato un passo davvero buono. Nell’arco dello stint può accadere perchè parliamo di monoposto di F1, MCL38 e RB20, che hanno prestazioni simili ma “accendono” le gomma in maniera differente. Proprio per tale ragione Lando Norris ha tentato l’attacco in curva 3.
La Red Bull non è quindi riuscita a trovare da subito il passo solito per costruire un gap di sicurezza adeguato. Verstappen è stato quindi obbligato a difendersi dovendosi togliere dalla zona DRS di Norris, fattore che obbligava l’olandese ad utilizzare un surplus di potenza sul dritto. Parliamo di un aspetto legato alla power unit che lo conduceva a soffrire di clipping alla fine dei rettilinei. Una volta che al Red Bull ha portato in temperatura gli pneumatici Max ha cominciato a distaccare le due McLaren che di fatto avevano un ritmo assoluto leggermente più lento della vettura austrica nella mani del talento di Hasselt.
Per la Ferrari è stata una gara a senso unico. Non avendo un ritmo superiore ai primi della classe e partendo nelle retrovie, per le monoposto italiane è stato difficile cercare un risultato migliore. Le due SF-24 sono state costrette a realizzare parecchio lift and coast, senza dimenticare il grattacapo relativo all’impianto frenante in fase di staccata. Le temperature dei dischi erano troppo e gestirle significava limitare la prestazione in fase di staccata. Per fare lavorare a dovere le gomme i ferraristi hanno provato diversi cambiamenti sui manettini (tool).
Ci riferiamo al differenziale a centro curva e al bilanciamento in frenata. C’è poi un’altra questione da tenere in conto: il grado di sovrasterzo non indifferente. Il posteriore si alleggeriva in alcune condizioni, provocando un eccesso di rotazione in uscita dalle curve proprio quando serve una vettura che apre la traiettoria, non che la chiuda. Il carico mancante al posteriore potrebbe provocare problemi anche domani, quando i giri saranno molti di più. Gomme posteriori che potrebbero mostrare difficoltà nei punti di trazione generando wheel-spin, fenomeno che porta l’innalzamento delle temperature sul retrotreno.
Autori e grafici: Alessandro Arcari – @berrageiz – Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich
Immagini: Scuderia Ferrari – F1Tv